Affido culturale, come diventare “genitori educativi” di altri bambini

L'Affido culturale consiste nell'andare al museo o passeggiare in un bosco per condividere momenti istruttivi con bambini che soffrono di povertà educativa. Ecco chi può farlo e come aderire

Il 73% degli italiani è preoccupato per lo scarso apprendimento scolastico; si tratta del 20% in più rispetto al periodo pre-pandemia, perché in molti sono convinti che la prolungata chiusura delle scuole abbia aggravato la situazione. A dirlo sono i dati di un’indagine condotta da Demopolis (Gli Italiani e la povertà educativa minorile nell’era Covid), pubblicati in occasione della Giornata per i diritti dell’infanzia, lo scorso 20 novembre, ma tornati d’attualità ora che anche Mario Draghi ha posto la scuola come priorità nella propria agenda di governo.

Solo il 9% degli adulti, però, pensa che la scuola possa da sola colmare la povertà educativa, ritenuta un problema serio dal 91% degli italiani. Va in questa direzione il progetto Affido Culturale, che ha come obiettivo proprio la realizzazione di attività per aiutare i bambini che non hanno la possibilità di vivere esperienze culturali e formative di vario tipo: dalla visita di un museo alla frequentazione ambienti naturali che possono contribuire alla sua crescita anche culturale.

Ora il progetto cerca nuovi “genitori affidatari” culturali. E’ rivolto a madri e padri, ma anche a coppie senza figli o a single. Eccome partecipare, dove e in che modo.

Cos’è l’Affido culturale

«È un servizio concreto alla comunità che funziona e si basa su un mutuo scambio tra famiglie: quelle che si offrono volontarie e quelle destinatarie del progetto. Le prime sono famiglie che frequentano normalmente gli spazi culturali del loro territorio e affiancano le seconde non solo per farglieli conoscere, ma per ridurre anche le distanze sociali che a volte si creano. In questo modo si creano maggiori contatti, anche amicizie, che diventano importanti in un periodo nel quale sono emersi maggiormente alcuni disagi che prima erano sotto traccia» spiega Daniela Longo, referente di Pop Brains, associazione di Modena che promuove l’Affido culturale.

Come candidarsi

Sono già 400 le famiglie che finora hanno aderito alle iniziative proposte e hanno condiviso attività con bambini vittime di povertà educativa. Ma il progetto cerca nuovi “genitori affidatari” culturali. Al momento sono 4 le città coinvolte: Roma, Napoli, Bari e Modena. Possono aderire tutte le famiglie che abbiano già un figlio o più, ma anche coppie senza bambini o single che conoscano o abbiano partecipato ad attività culturali nella propria città. «L’ingrediente fondamentale è la voglia di coinvolgere bambini nuovi, stimolandoli e condividendo una passione – spiega Longo – Chiediamo, però, una certa continuità perché la povertà educativa non si riduce con una sola uscita al cinema o al parco. Per questo è prevista l’adesione a una trentina di eventi nell’arco di 14 mesi».

Chi si può aiutare e come

I destinatari delle attività sono bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni, accompagnati da un familiare per partecipare insieme a 29 eventi culturali nell’arco di 3 anni. Si tratta di visitare musei, organizzare passeggiate ed escursioni nella natura e, non appena possibile, tornare in teatri e cinema per assistere a spettacoli o concerti. Altri spazi fruibili possono anche essere biblioteche cittadine o librerie, che sono sempre rimaste aperte nella seconda ondata di pandemia. Anche le iniziative nei parchi delle città fanno parte delle possibilità. «L’affido culturale può aiutare famiglie con maggiore disagio per motivi economici, che limitano la fruizione di spazi culturali, o che hanno difficoltà linguistiche o anche madri single con più figli, che non riescono a seguirli in questi ambiti – spiega la referente di Pop Brains – Se l’attività è rivolta solo ai bambini, ne fruiscono esclusivamente loro, altrimenti anche il genitore o talvolta i fratelli».

I progetti e le App a disposizione

Come conoscere le iniziative in programma e cosa bisogna fare? «È un progetto puramente sociale, quindi non ci sono quote sociali di iscrizione, perché è finanziato dalla Fondazione “Con i bambini”» spiega Longo. Gli esperti di Affido culturale forniranno man mano le indicazioni e le informazioni utile alle famiglie “affidatarie”, tramite una App dalla quale scegliere l’iniziativa o l’evento, selezionabile con un QR code. L’organizzatore riceverà direttamente la segnalazione e alla famiglia affidataria non servirà altro che recarsi nello spazio e usufruire dell’iniziativa» aggiunge la referente di Pop Brains.

E-ducati, una moneta virtuale

Per partecipare ai vari progetti si utilizza una moneta virtuale, l’e-ducato, con cui “pagare” i biglietti di accesso ai luoghi convenzionati, che invece sono gratuiti per i bambini in povertà educativa e per eventuali figli della famiglia “affidataria”, che avrà diritto a sua volta a un ingresso gratuito. Oltre agli ingressi Affido Culturale si fa carico della merenda, qualora ci siano eventi che possano prevederla, o del costo dei mezzi pubblici che le famiglie che partecipano.

Le associazioni alle quali rivolgersi

Sono 25 le associazioni e enti che aderiscono al progetto Affido Culturale, “ideato da diverse realtà tra le quali il Pio Monte della Misericordia, istituzione filantropica partenopea” come spiega Annacarta Tredici, responsabile della comunicazione del progetto, vincitore del bando “Un passo avanti” dell’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo della povertà educativa.

Ciascuna città nella quale sono presenti è contattabile a questi recapiti: Roma: Casa dello Spettatore ([email protected] – Tel. 351 988 2078);
Napoli: Con La Mano del Cuore ([email protected] – Tel. 327 855 9833);
Bari: Fondazione SAT  ([email protected] – Tel. 351 122 7065);
Modena: PopBrains ([email protected] –Tel. 059 867 7814)

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