La scuola d’estate ci sarà davvero?

Il progetto #lascuoladestate esiste: non prevede il prolungamento delle lezioni ma laboratori senza obbligo di frequenza per studenti, né per insegnanti. La speranza è che accedano ai fondi stanziati non solo gli istituti che hanno già esperienza di corsi estivi con supplenti giovani e associazioni

Andare a scuola anche d’estate diventa possibile. Non per seguire le normali lezioni, però, ma per partecipare a laboratori di potenziamento e attività sportive, artistiche, teatrali o musicali. Si tratta del progetto #lascuoladestate, lanciato dal ministero dell’Istruzione con lo scopo proprio di recuperare quanto perso durante i mesi di lockdown e pandemia, sia in termini di didattica, sia soprattutto di socialità.

Le porte della scuola, quindi, non chiuderanno a giugno per riaprirsi a settembre, con il suono della prima campanella, ma le classi, le palestre e i laboratori potranno ospitare attività complementari, offrendo “corsi” di computer, legalità, sostenibilità ambientale, ma anche proprio musica, arte e sport, grazie a un piano, finanziato con 510 milioni di euro, che prevede tre fasi.

Cosa si potrà farà da giugno a settembre

La scuola d’estate prevede tre fasi: la prima sarà a giugno, quando l’obiettivo sarà soprattutto rinforzare e potenziare quanto imparato durante l’anno scolastico, con laboratori, scuola all’aperto, studio di gruppo da organizzare anche con la collaborazione di enti sul territorio e terzo settore. A luglio e agosto scatterà la fase 2, che mira a recuperare la socialità, quindi al recupero didattico si affiancheranno un maggior numero di attività da svolgersi in modalità Campus, per esempio di computing, scrittura creativa, arte, musica, attività motoria e ludica, ma anche moduli di educazione alla cittadinanza e alla tutela ambientale, debate. Alcuni istituti proporranno anche il potenziamento delle competenze scientifiche e digitali, come coding, media education e robotica. In questo ambito le lezioni non si svolgeranno solo nei locali scolastici, ma anche sul territorio, come in parchi e centri sportivi, teatri, musei, biblioteche, cinema, coinvolgendo il terzo settore e gli Enti locali. Infine a settembre è prevista una fase 3, di accoglienza e preparazione all’avvio del nuovo anno scolastico. Tutte le attività saranno su base volontaria e rispetteranno le norme anti-Covid.

Le scuole che hanno già dei progetti

«L’idea è di potenziare l’aspetto ricreativo e relazionale per gli alunni della primaria e della secondaria di primo grado, ai quali offriremo la possibilità di seguire le attività sacrificate durante l’anno, come i laboratori di videomaking, di lettura espressiva, di informatica ai quali potevano partecipare in piccoli gruppi alla volta, per rispettare le norme anti-Covid. Approfittando del clima e della possibilità di tenere le finestre aperte, per i più grandi pensiamo anche ad attività con stampanti 3D, di microscopia nell’ambito del progetto STEM, di robotica, ma anche di yoga, scacchi e tennis da tavolo, che sono adatte a tutti. In più riattiveremo alcune collaborazioni già avviate prima dell’emergenza sanitaria, con associazioni sul territorio. Per esempio, con l’Associazione Adelescere riproporremo laboratori residenziali di tre giorni nelle strutture montane e attività presso le fattorie didattiche, come l’orienteering, in modo da permettere di fare vita all’aperto e ricreare il gruppo classe e le relazioni tra coetanei» spiega Angela Sclavi, Dirigente Scolastico dell’Istituto comprensivo Casteggio (Pavia).

Il personale sarà prevalentemente quello delle associazioni e degli enti che collaborano alla realizzazione dei progetti, già collaudato. Molte scuole superiori, invece, chiederanno la disponibilità ai docenti interni e, qualora non ci fosse, si rivolgeranno a personale giovane e precario, come accade da tempo all’ITIS Galileo Galilei di Roma, che già in passato ha tenuto aperta la scuola nel periodo estivo: «Per noi non è una novità, ma approfitteremo dei fondi per implementare le attività che già svolgiamo dal 1° settembre al 31 agosto di ogni anno, senza di fatto mai chiudere per permettere il PCTO, l’ex alternanza scuola-lavoro – spiega il Dirigente, Elisabetta Giustini – Noi, che come Istituto tecnico industriale puntiamo molto sull’informatica e utilizziamo i device anche per la didattica in presenza, faremo un’attività unica in Italia: lezioni con la realtà virtuale, sia in aula che in laboratorio, suddividendo gli studenti in modo che tutti possano seguirla contemporaneamente. In questo modo recupereremo parte delle attività che inevitabilmente e per motivi Covid abbiamo dovuto ridurre. Intensificheremo anche la collaborazione con la Facoltà di Ingegneria aerospaziale dell’università La Sapienza di Roma, con l’Esa (l’Agenzia spaziale europea) e l’Accademia italiana dei videogiochi».

Gli studenti, inoltre, saranno coinvolti in squadre nella manutenzione delle infrastrutture di rete dell’istituto e a loro volta diventeranno insegnanti di robotica per gli alunni e studenti di istituti comprensivi, quindi bambini e ragazzi delle elementari e medie, «sfruttando le competenze acquisite, dal momento che come Istituto abbiamo ottenuto la vittoria ai Campionati mondiali di robotica. Tutto ciò – aggiunge il Dirigente – è reso possibile dal fatto che ci sono molti supplenti precari giovani, ma esperti, che hanno bisogno di lavorare e da anni lo fanno in modo eccellente nel periodo estivo presso il nostro Istituto, anche nei laboratori di teatro di posa o nella realizzazione dell’emittente radio della scuola».

All’Istituto comprensivo Portella della Ginestra a Vittoria, in Sicilia, invece, si sfrutteranno soprattutto gli spazi all’aperto: «Io credo molto al progetto della scuola aperta, perché il gap didattico lasciato dalla pandemia è evidente e vediamo situazioni di fragilità in aumento, specie in alcuni contesti nei quali la scuola è tra le poche attività formative per i ragazzi, se non l’unica. Ma non vorremo che il potenziamento si riducesse al prolungamento delle classiche lezioni seduti al banco, quindi proporremo un laboratorio che unisce lo studio delle scienze a competenze imprenditoriali» spiega la Dirigente, Daniela Mercante: «Nel giardino della scuola sarà realizzato un orto i cui prodotti dovranno poi essere venduti, in particolare tramite piattaforme di shopping online, cresciute durante l’emergenza sanitaria. Avendo un indirizzo musicale ci saranno attività con gli strumenti, mentre nell’ambito dell’artigianato è previsto un laboratorio di recupero dei vecchi banchi: dopo una fase di progettazione a cura degli studenti, saranno trasformati in pareti per canestri da basket, in quinte teatrali librerie e arredi anche per la città. Infine, pur avendo dovuto limitare gli scambi internazionali dell’Erasmus, a cui aderiamo, proseguiremo con i gemellaggi elettronici per approfondire la conoscenza della lingua inglese.

La scuola “affettuosa” del ministro Bianchi

«Stiamo lavorando insieme ai territori, alle associazioni, promuovendo i Patti educativi di comunità. Stiamo attivando un percorso di trasformazione ed evoluzione del nostro sistema di Istruzione, per dare vita ad una scuola più accogliente, inclusiva, basata su apprendimenti personalizzati, parte integrante del tessuto sociale e territoriale. Una scuola “affettuosa”, che sappia stare al fianco dei nostri bambini e ragazzi, che, partendo dai più fragili, sia punto di riferimento per tutta la comunità e le famiglie» ha spiegato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

I fondi e l’adesione

La partecipazione da parte di studentesse e studenti sarà su base volontaria. Le attività si svolgeranno nel rispetto delle misure di sicurezza anti-Covid. I fondi, invece, sono costituiti da 150 milioni previsti dal decreto sostegni, 320 milioni dal PON per la scuola (risorse europee), 40 milioni dai finanziamenti per il contrasto delle povertà educative. Sul sito www.istruzione.it/pianoestate sono pubblicati i dettagli per le scuole, che potranno aderire fino al 21 maggio 2021. I fondi, di cui circa il 70% è destinato alle regioni del Sud, potranno essere spesi sino al termine dell’anno scolastico 2021/2022. Le risorse PON saranno disponibili anche per le scuole paritarie (che svolgono il servizio con modalità non commerciali) e per i CPIA (Centri per l’istruzione degli adulti).

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