Come si diventa Chiara Ferragni

Dietro il successo dell’influencer più famosa del mondo ci sono almeno 5 mosse “calcolate”. Le rivela il docufilm sulla sua vita che abbiamo visto in anteprima alla Mostra veneziana

Il segreto per passare da fashion blogger a imprenditrice digitale (leggi influencer) numero 1 al mondo? Lo spiega la diretta interessata in Chiara Ferragni – Unposted, il documentario di Elisa Amoruso al cinema il 17, 18 e 19 settembre che proprio “unposted” (cioè non pubblicato) non è: le Instagram-stories della sua protagonista ci hanno già mostrato tutto. O quasi. Perché qui, per la prima volta, entriamo nel suo mondo con un punto di vista diverso. E scopriamo le mosse che hanno fatto diventare Chiara Ferragni quello che è.

1. Avere le idee chiare fin da piccola

Nei filmini girati in famiglia negli anni ’90, Chiara ha già l’aria di chi vuole condizionare i gusti degli altri: «Venite a New York, è bellissima» dice al suo pubblico immaginario. Lo conferma mamma Marina, la prima a farla posare davanti a una videocamera: «Chiara non voleva essere un leader, ma sognava di essere amata». 17 milioni di seguaci per lei posson bastare?

2. Inseguire dei modelli (e copiarli)

Chiara non rivela il nome della ragazza americana che l’ha ispirata quando ha aperto la sua pagina Flickr, antesignana del blog The blonde salad, nato 10 anni fa. Ma ammette di aver fatto come lei. «Mi dicevano che con le mie immagini inquinavo quella piattaforma, dedicata alla fotografia “seria”. Ma io sono andata avanti» confida. L’altro role model? Paris Hilton, oggi un’amica (e ospite del doc). «A 13 anni, ho scoperto su Topgirl che aveva scritto un libro: è il mio culto di quand’ero ragazzina». La strada era tracciata.

3. Costruire una strategia

Fa luce la riunione per l’aggiornamento del suo sito, oggi anche magazine e negozio e-commerce: è Chiara stessa a decidere come comunicare le novità ai follower. E chiede ai capi del brand Chiara Ferragni Collection di non usare solo le modelle per presentarli alle potenziali clienti: «Voglio anche una S e una M per ogni abito, così li posso indossare anch’io». Capito, designer?

4. Essere indipendenti

Fedez certo non manca (deliziosi i duetti su come alzare il velo da sposa durante le prove del matrimonio), ma Chiara dà un messaggio femminista: «Voglio far capire che non serve un uomo per fare quello che ho fatto». E lancia una stoccatina all’ex Riccardo Pozzoli, artefice, secondo molti, del boom iniziale: «Nessuno ha mai creato me, se non me stessa».

5. Non voler essere forti a tutti i costi

Nell’ultima parte del film, Chiara piange come una fontana. Mostrare la propria fragilità non la spaventa, anzi. Per questo ha raccontato ai follower le complicazioni della gravidanza a un mese dal parto. «Ho capito che l’importante è condividere anche i problemi: fa stare meglio te e aiuta gli altri».

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