Piano London Bridge: cosa succede alla morte della Regina Elisabetta

  • 08 09 2022
Si chiama "Operazione London Bridge": è un documento che fa luce su cosa accadrà nel Regno Unito dopo la morte della Regina Elisabetta II. Ecco l'articolata scaletta da rispettare dal D-Day fino al decimo giorno quando si celebreranno i funerali di Stato
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Dalla schermata nera che oscura il sito della Famiglia Reale alla telefonata al Primo Ministro Liz Truss che darà il via alle operazioni con la frase «London Bridge is down», «Il ponte di Londra è caduto», dalla pubblicazione del brevissimo flash con la conferma della morte di Sua Maestà da parte della Press Association alle forze armate schierate nelle strade di Londra, fino alla successione di Carlo, che dovrà immediatamente partire per un tour del Paese. C’è davvero tutto nelle disposizioni del protocollo che governerà i giorni successivi alla scomparsa della Regina Elisabetta.

In realtà, da tempi insospettabili (i primi documenti riservati risalgono al 1961, quando la Regina non aveva ancora quarant’anni e i Beatles erano ancora una band) si vociferava di un fantomatico piano di Stato per far fronte alla morte della Sovrana più longeva di sempre. Ma solo recentemente, nonostante l’elevato grado di segretezza, sono emersi i dettagli più importanti (e in qualche modo anche dolorosi) di quello che sarà uno dei più impegnativi momenti della storia, non solo del Regno Unito, ma del mondo intero.

Ecco quindi cosa accadrà dal momento in cui la Regina Elisabetta II ha esalato l’ultimo respiro. Come è facile immaginare, quando muore un membro della Royal Family si mette in moto una macchina complessa e un protocollo che deve essere seguito al secondo. Il piano funerario è indicato appunto col nome in codice “Bridge”, ossia ponte. Quello preparato per gestire la morte della Regina Madre, ad esempio, si chiamava “Operazione Tay Bridge” e, prima di essere messo in atto alla sua morte nel 2002, servì per gestire l’improvvisa scomparsa di Diana, Principessa di Galles nel 1997. Il protocollo del principe Filippo morto ad aprile a 99 anni, si chiamava invece “Operazione Forth Bridge”.

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Il protocollo prevede che il segretario personale della regina avvisi per telefono il primo ministro – ora è Liz Truss – e il Privy Council Office che si occuperà di coordinare le azioni del Governo per conto della monarchia. Dopodiché saranno informati il segretario di gabinetto, che è il funzionario pubblico più alto del Regno Unito, quindi i ministri e i principali funzionari pubblici. Tutti, dal momento della ricezione del messaggio («Siamo appena stati informati della morte di Sua Maestà La Regina», non potrà essere aggiunto oppure omesso nulla) avranno dieci minuti per far abbassare a mezz’asta le bandiere delle loro sedi.
Solo dopo questo gesto tutt’altro che simbolico, i membri senior della Royal Family hanno potuto diffondere la «notifica ufficiale» della morte della Regina ai sudditi.

Il giorno del decesso di Sua Maestà sarà nazionalmente riconosciuto come il D-Day mentre i giorni successivi verranno indicati come D+1, D+2 e così via fino al D+10, giorno dei funerali di Stato. Alle 10 esatte del mattino del giorno successivo alla morte della regina, Carlo, Principe di Galles, verrà proclamato Sovrano del Regno Unito. Alle 15.30 Liz Truss e gli altri ministri incontreranno per la prima volta il nuovo Re che terrà il suo primo discorso da Capo della Monarchia (c’è chi dice che siano oltre trent’anni che Carlo abbia il discorso pronto).
Il Primo Ministro dovrà inoltre recarsi in visita al feretro della Regina che sosterà per poco tempo alla stazione di Saint Pancras prima di essere riportato a Buckingham Palace. Nel terzo giorno di lutto Carlo partirà per il suo viaggio e farà tappa prima al Parlamento scozzese, poi in Irlanda del Nord e infine in Galles.

Inoltre, visto che la Regina è morta a Balmoral, in Scozia, la salma potrebbe essere trasportata a Londra sia in treno (con la cosiddetta “Operazione Unicorn”) sia in aereo (“Operazione Overstudy”).
In ogni caso, al D+5, partirà l'”Operazione Lion” e cioè il trasferimento del feretro da Buckingham Palace a Westminster Hall; infine si assisterà all’“Operazione Feather” quando la salma dell’ormai ex sovrana sarà esposta pubblicamente per tre giorni, per 23 ore al giorno, per tutti i sudditi (e non) che vorranno fare lunghissime code per darle l’estremo saluto.

Alle 12 in punto del D+10, dopo due minuti di silenzio in tutta la nazione si terrà il funerale della regina, nell’abbazia di Westminster. Elisabetta II, con ogni probabilità, sarà sepolta nella cappella di San Giorgio dove l’attendono il principe Filippo e l’amato padre, Re Giorgio VI.

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