Melania Trump e l’albero di Natale

  • 05 12 2019

Il Washington Post definisce "ridicolo" il solito cappotto di Melania Trump, appoggiato sulle spalle anche durante i festeggiamenti natalizi alla Casa Bianca. Intanto esce una biografia non autorizzata in cui lei diventa "Mela-ficent"

É indubbiamente tra le donne più eleganti al mondo, non per niente Vogue l’ha eletta “Queen of glamour”. Ed è indubbiamente tra le donne che suscitano meno simpatia di sempre. Certo essere Melania Trump non deve essere semplice (a partire dal marito). E non si può dire che lei non ci provi a risultare piacevole: nonostante lo stile impeccabile, l’estrema raffinatezza, i suoi tacchi altissimi e gli abiti tailor made, la figlia della sartina che faceva cartamodelli, che è diventata modella e ha sposato un miliardario (Forbes stima il patrimonio a quota 4,3 miliardi) proprio non riesce a piacere. Se c’è un personaggio pubblico che non convince, che sfugge e che la maggior parte della gente trova “perfettamente insopportabile” è proprio Melania.

“Mela-ficent” la descrive in modo spiazzante la giornalista Kate Bennett, autrice del libro “Free, Melania: una biografia non autorizzata”, appena uscito negli Stati Uniti, facendo il verso a quei cappotti appoggiati sulle spalle che sembrano essere molto più di una scelta di stile: la Bennett è convinta che, oltre a darle un’aria da “strega di Biancaneve” servano a evitare che il marito possa prenderla per mano. In realtà sono copiatissimi da molte celeb come Meghan Markle e Victoria Beckham perché fanno tanto diva d’altri tempi (inoltre l’ex attrice non lascia un minuto la mano del suo principe) e sono un escamotage perfetto da ex modella per mostrare anche il vestito che si indossa. Ma se questo trucco rende la Duchessa e l’ex Posh Spice disinvolte e sciolte, trasforma invece Melania in una finta intellettuale, pure un tantino scocciata per dover interpretare un ruolo che, quando nel 1999 ha conosciuto il suo Donald, certo non si immaginava.

Sta di fatto che, quando si parla di Melania è sempre, solamente, per i vestiti che indossa. L’ultimo affondo arriva da Robin Givhan, la critica di moda del Washington Post, che ha definito “ridicolo” il cappotto che Melania indossava nelle foto ufficiali delle decorazioni natalizie per l’inizio dei festeggiamenti alla Casa Bianca. «Più che uno sciocco vezzo di moda, il cappotto è una distrazione. È un’affezione fastidiosa portata a un estremo ridicolo. In un video che ha lo scopo di celebrare il calore e lo spirito accogliente delle festività natalizie, quel semplice gesto trasuda freddezza, disprezzo e altezzosa indifferenza», ha scritto Givhan. E in effetti la First Lady a cui viene sempre rimproverato di parlare con accento sloveno sembra proprio supervisionare altezzosamente il lavoro fatto da sottoposti che
magari arrivano dallo stesso condominio popolare di un quartiere modestissimo in un paesino chiamato Sevnica.


Poco importa se, come riporta Vanity Fair, Flotus nel frattempo ha creato e promosso il programma Be Best per il benessere dei più piccoli, ha incontrato presidenti e si è intrattenuta con le First Lady di tutto il mondo parlando cinque lingue, ha visitato scuole, ospedali e orfanotrofi, ciò che ci si aspettava da lei fin da subito (saranno pregidizi i nostri?) era solo che fosse elegante. E che stesse al suo posto senza fare troppo clamore.

In effetti Melania sorride solo se c’è da sorridere. E parla con parole brevi e chiare (ma sempre troppo brevi o chiare). Melania è riservata, forse troppo riservata. O forse non ha davvero niente da dire, ma in ogni caso almeno, bisogna ammetterlo, tace con garbo. Melania è ricca. Ma troppo ricca. Melania è troppo elegante. Troppo attillata. Troppo firmata. Insomma Melania è troppo. Sempre e comunque. Hillary Clinton era l’avvocatessa brillante, Laura Bush la moglie devota, Michelle Obama quella che “indossava i pantaloni” in famiglia. A Melania è consentito restare solo quello che era: una modella.

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