La bella interprete di ruoli che sono diventati iconici e memorabili nel panorama cinematografico mondiale, compie 50 anni il 29 aprile. E noi ripercorriamo i film storici, la carriera e i molti amori

Dicono che i 50 anni siano i nuovi 30. E a dare un occhio alle foto di Uma Thurman, che spegne 50 candeline il 29 aprile (è nata nel 1970 a Boston), non sembra esserci alcun dubbio. Il tempo non ha intaccato la sua smagliante forma fisica, la sua sobria e raffinata eleganza e il suo sorriso autentico e sbarazzino. Forse proprio quello che ha fatto innamorare moltissime stelle del cinema come Robert De Niro, Gary Oldman (suo marito dal 1990 al 1992) e Ethan Hawke da cui ha avuto due figli, Maya Ray, anche lei attrice come i genitori e Levon Roan, e poi ancora Timothy Hutton e John Cusack, solo per citare gli amori più famosi. Dal 2007 al 2014 la Thurman ha avuto una relazione decisamente altalenante con il finanziere francese Arpad Busson, da cui, tra una ripresa e l’altra, ha avuto una figlia, Luna, nata nel 2012. È la stessa attrice che, durante la consegna del David di Donatello alla carriera, avvenuta a Roma lo scorso anno, ammette che l’unica cosa che le manca davvero nella vita «e vi assicuro che ho provato di tutto», è il fatto di non aver ancora trovato il vero amore. Tanti uomini, molte relazioni sbagliate ma forse mai l’amore vero. «Figli a parte», scherza la musa di Quentin Tarantino passata alla storia per la sua straordinaria Mia Wallace in Pulp Fiction.

Getty Images
1 di 8

Getty Images
2 di 8

Getty Images
3 di 8

Getty Images
4 di 8

Getty Images
5 di 8

Getty Images
6 di 8

Getty Images
7 di 8

Getty Images
8 di 8

Sapete ciò che è più curioso di questo suo successo cinematografico? Che la bionda più bionda di sempre (ha origini tedesche) abbia raggiunto il successo a Hollywood in un ruolo da mora: indimenticabile il caschetto corto con frangetta (recentemente replicato sulla figlia Maya e mostrato su Instagram) della pellicola pop-gangster del 1994 che ha fruttato ben sei Oscar. La bellezza di Uma Thurman è stata anche presa di mira dal gossip – lei che lo ha sempre tenuto a distanza – a causa di un periodo di eccessivi ritocchi. Insomma, certi “patrimoni” andrebbero tutelati, non rovinati. Invece, per la presentazione della miniserie “The slap”, di cui era protagonista, Uma si è presentata in versione “lucida”. Dove fosse finita la vivacità seduttiva della tuta gialla di Kill Bill non si sa, quel che è certo, è che l’attrice ci ha immediatamente ripensato ammettendo che non avrebbe più fatto «ricorso alla chirurgia estetica perché non mi piaccio, oltre a non piacere a nessun altra persona sulla faccia della Terra», aveva simpaticamente raccontato a NBC Today Show. Da allora mai più uno scivolone e quel suo look da eterna teenager con gonne morbide e lunghe, sneakers o sandali (ricorosamente rasoterra quando ancora nessuno osava sfoggiarli su un red carpet), T-shirt e giubbino di jeans continua ad essere imitato dalle giovanissime.

Getty Images
1 di 7

Getty Images
2 di 7

Getty Images
3 di 7

Getty Images
4 di 7

Getty Images
5 di 7

Getty Images
6 di 7

Getty Images
7 di 7

Vi ricordate Uma Thurman agli inizi della sua carriera? È il 1988 quando assapora il primo successo con il film “La grande promessa” e con “Le relazioni pericolose” di Stephen Frears, girato insieme a John Malkovich, Glenn Close, Michelle Pfeiffer e un giovanissimo e timido Keanu Reeves ma la consacrazione arriva con Le avventure del barone di Munchausen, dove interpreta Venere (mentre esce dalla conchiglia).

Nel corso dei primi Anni Novanta l’attrice si cimenta in ruoli drammatici: è la sensuale moglie lesbica di Henry Miller, la ragazza contesa da Robert De Niro e Bill Murray, l’ombrosa e cieca protagonista de “Gli occhi del delitto”, con Andy García e l’ambigua sorella di Kim Basinger in “Analisi finale”. La carriera della Thurman prosegue nel surreale e nostalgico “Cowgirl – Il nuovo sesso” che la porta direttamente al ruolo che le vale la carriera e cioè la viziata e sexy Mia Wallace del tanto acclamato “Pulp Fiction” firmato Tarantino. Nella seconda metà degli Anni 90 si cimenta in ruoli più coloriti come “Batman & Robin e “Gattaca – La porta dell’universo”, ma anche ne “I miserabili” e “The Avengers – Agenti speciali” con Ralph Fiennes e Sean Connery. Infine le “chiamate di Woody Allen, James Ivory, Nick Nolte e il Golden Globe come migliore attrice di una mini-serie per la televisione con “Gli occhi della vita”, diretto da Mira Nair.

Con Tarantino realizza il nuovo film “Kill Bill” volume uno e due e infine, arrivano le commedie più romantiche e sentimentali, come “Prime” con Meryl Streep, “La mia super ex-ragazza”, “Un marito di troppo”, “Motherhood – Il bello di essere mamma”, “Bel Ami – Storia di un seduttore” e “Quello che so sull’amore” del nostro Gabriele Muccino.

Riproduzione riservata