Ragazza cane labrador
Grazie al fiuto e all’amore di Ben, Claudia gestisce meglio la malattia.

Ho il diabete e un cane che sa salvarmi la vita

Claudia soffre di diabete dall'età di 10 anni. Lei e sua mamma avevano smesso di sperare in un’esistenza normale. Finché nelle loro giornate è entrato Ben, un labrador addestrato a riconoscere gli sbalzi di glicemia

Ha solo 29 anni Claudia, ma ne ha già passate tante. La sua voce mi arriva allegra, vibrante di forza e ottimismo. Si capisce subito che ha voglia di raccontarsi per far conoscere al mondo l’altro grande protagonista di questa storia. Lei vuole parlarmi di Ben, il cane addestrato che le ha cambiato la vita.

Claudia ha saputo di essere diabetica a 10 anni, ma all’inizio non le importava più di tanto. I suoi guai sono cominciati con l’adolescenza, quando voleva semplicemente essere come tutti i suoi coetanei. «Rifiutavo le cure, evitavo le visite di routine e non badavo alla dieta. I valori della glicemia erano continuamente fuori controllo e, a 26 anni, ho iniziato a stare male. Il mio stomaco andava in tilt, vomitavo per ore e avevo dolori lancinanti, che nemmeno la morfina riusciva a sedare» racconta.

Mamma Rosanna ha girato tutti gli ospedali della Puglia per aiutare la figlia a guarire, finché un medico non le ha detto che l’unico modo per farla stare meglio sarebbe stato un intervento per rimuovere lo stomaco. «Non ci ho visto più» dice Rosanna ricordando quel momento terribile. «Pochi giorni dopo eravamo a Milano, dove hanno fatto a mia figlia tutti gli esami indispensabili e le hanno diagnosticato una malattia molto rara, la gastroparesi diabetica aggressiva. Probabilmente a determinarla sono stati i continui picchi di insulina che hanno accompagnato Claudia per anni, quando si trascurava».

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Ben, il cane da allerta per diabetici

Più o meno a questo punto della storia entra in gioco Ben, il loro labrador. «Ho iniziato la terapia, ma soffrivo ancora tanto anche per mia madre che era in ansia per me. Poi, una sera ho acceso la tv e c’era un servizio di Striscia la notizia sui cani di allerta per diabetici di Progetto Serena. Mi si è aperto un mondo» ricorda Claudia. «L’indomani ho subito chiamato Roberto Zampieri, che dirige questa associazione con grande dedizione e umanità. Mi ha spiegato che in Puglia non avevano addestratori per questi cani speciali, ma non mi sono data per vinta. Lo volevo a tutti i costi».

È sua mamma a ricordare cosa è successo dopo. «Prima Claudia aveva gli occhi spenti, era come se guardasse sempre nel vuoto. Ma da quando Ben è arrivato, le è tornato il sorriso. Si sono amati fin dal primo giorno e stanno sempre, sempre appiccicati». È l’amore di Ben che spinge Claudia a curarsi e, nonostante le fatiche, è stata lei ad addestrarlo per non separarsene più. «Non è stato semplice. Per otto mesi ho viaggiato avanti e indietro da Lecce a Verona con il mio cucciolo e, pian piano, ho imparato come i cani da allerta per diabete imparano a fiutare gli sbalzi di glicemia» racconta. «Ho superato il corso da addestratrice con il massimo dei voti, perché il mio cagnolone è davvero un eroe peloso».

Donne cane labrador
 

Mamma Rosanna e Claudia sono rinate da quando Ben è in famiglia.

La malattia allo stomaco rende Claudia particolarmente vulnerabile. Il momento più delicato è la notte, quando per una crisi ipoglicemica può rischiare la vita. «Il sensore del microinfusore che ho sul braccio le segnala, ma ho sempre avuto paura di non sentire il bip della macchinetta. Da quando ho Ben al mio fianco sono più tranquilla, perché so che c’è lui a proteggermi».

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I cani percepicono gli sbalzi di glicemia

Quando fiuta che la glicemia sta scendendo troppo inizia a chiamarmi con la zampa, poi mugula, ma se non reagisco perché sono già un po’ intontita, va nella camera di mia mamma e la sveglia, perché sa che mi porterà di corsa una zolletta salvavita o mi coccolerà con un po’ di latte caldo zuccherato» dice. La voce di sua mamma tradisce emozione mentre racconta: «Ho sempre avuto paura per Claudia e ho passato anni puntando la sveglia ogni due ore per verificare che stesse bene. Ben mi ha cambiato la vita. Ora dormo profondamente, perché so che lui non perde d’occhio mia figlia. Mi chiama se ha bisogno, poi torna da lei e le appoggia il muso sulle gambe finché non si riprende. Vederli insieme commuove».

I cani che vengono addestrati come Ben imparano a capire quando il proprietario è in pericolo annusando delle garzette impregnate della sua saliva, che cambia odore durante le crisi. «Non è semplice, servono mesi perché l’animale sia in grado di capire che il malato sta per avere una crisi ipoglicemica o iperglicemica, ma quando ha imparato non lo dimentica più. E la cosa bella è che ti avvisa mezz’ora prima che succeda, così hai tempo di porre rimedio» spiega Claudia, che ora è referente in Puglia per l’addestramento di questi cani speciali.

«Non vivrei senza il sensore» ammette. «Ma Ben non è paragonabile a una macchinetta. Ha un effetto terapeutico sul mio umore, mi invoglia a fare attività fisica e la sua vicinanza e il suo amore rendono più sopportabili persino i miei dolori allo stomaco. Con lui sono tranquilla, perché mi aiuta tantissimo. Un giorno l’ho lasciato a casa, perché era stanco, e sono uscita senza le chiavi. Ho avuto una crisi ipoglicemica e mi sono trascinata fino alla porta. Lui ha capito che avevo bisogno di aiuto e l’ha aperta per me. È stato incredibile».

I cani da allerta per diabetici

Non c’è una razza migliore di un’altra quando si tratta di cani da allerta per diabetici. Gli educatori cinofili di Progetto Serena (progettoserenaonlus.it) ne addestrano di tutti i tipi. «La cosa più importante è l’empatia che si crea tra animale e proprietario» dice il direttore dell’associazione, Roberto Zampieri. «Fin da subito, è indispensabile che stiano insieme e facciano tantissime esperienze diverse. Tra loro deve nascere un rapporto di reciprocità: l’animale aiuta la persona che se ne occupa con amore. Il loro legame è unico e indistruttibile».

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