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Bonus da 200 euro, si allarga la platea

Dopo il click day di lunedì 26 settembre, per i lavoratori autonomi, si allarga la platea dei dipendenti. Ecco come

Si allarga il numero di lavoratori che possono accedere al Bonus 200 euro, in particolare tra i dipendenti. Come precisato da una circolare dell’INPS, la 111/22, l’indennità una tantum di 200 euro, prevista dal “Decreto Aiuti”, viene corrisposta anche ai lavoratori dipendenti con contribuzione figurativa integrale, cioè coloro che, pur non versando effettivamente i contributi, li vedono riconosciuti i fini pensionistici. E’ il caso, ad esempio, di chi viene licenziato, come può accadere nel settore privato, e percepisce una somma a titolo di indennità di disoccupazione; oppure per periodi di sospensione dell’attività lavorativa a causa della cassa integrazione, di malattia o di infortunio sul lavoro, o ancora durante la maternità. Finora questa fetta di persone non aveva potuto ottenere il bonus 200 euro, mentre con la nuova circolare si chiarisce e ammette al beneficio chi aveva un rapporto di lavoro in essere nel mese di luglio 2022, fermo restando il requisito del tetto massimo del reddito.

Come fare la domanda

Come precisa l’ente di previdenza, i lavoratori interessati dovranno preventivamente presentare al datore di lavoro un’autocertificazione in cui indicheranno di non aver già beneficiato del bonus 200 euro; di essere stati destinatari, nell’intervallo di tempo che va dal 1° gennaio 2022 al 18 maggio 2022, di eventi con copertura di contribuzione figurativa (indipendentemente se sorti in data antecedente il primo gennaio o proseguiti dopo il 18 maggio); di essere consapevoli di non avere diritto al bonus, laddove già destinatari dello stesso con erogazione d’ufficio da parte dell’Istituto. Chi fosse titolare di più rapporti di lavoro, invece, dovrà presentare la dichiarazione solo al datore di lavoro che gli erogherà direttamente la misura.

Le domande per gli autonomi

Intanto ormai dallo scorso 26 settembre è possibile presentare richiesta per i lavoratori autonomi (e fino al 3 novembre) per ricevere anch’essi il bonus 200 euro. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del testo attuativo della misura, dunque, è possibile ricevere l’incentivo, ma a patto di avere un reddito entro i 35mila euro.

Ma c’è anche un dubbio sulla consistenza dei fondi, che potrebbero non bastare per tutti, per cui sarà necessario affrettarsi, non appena aperta la finestra temporale per la presentazione della domanda telematica.

Chi può fare domanda

I potenziali destinatari sono almeno 3 milioni di persone, iscritti alla gestione separata dell’Inps e delle altre casse privatizzate, in base alla categoria professionale di appartenenza, come avvocati, giornalisti, commercialisti e consulenti del lavoro, insieme ad altri professioni dei ordini differenti, come architetti o periti industriali. Va ricordato, però, che possono accedere al beneficio solo coloro che non superano il limite di reddito, fissato in massimo 35mila euro. Le modalità sono indicate dall’Inps.

Come chiedere il bonus

La domanda va presentata in via telematica, seguendo la procedura messa a disposizione dall’Ente pensionistico di riferimento aderente all’Associazione delle casse previdenziali private (Adepp). Il primo passo è accedere alla propria area personale, con il codice e il pin che vengono utilizzati normalmente anche per altre consultazioni o operazioni (come la dichiarazione della propria posizione reddituale). Viene richiesto di allegare anche una copia del proprio documento di identità e del codice fiscale.

Poi è sufficiente seguire le indicazioni.

Domande in ordine di tempo

Gli esperti non hanno dubbi: anche se c’è tempo fino al 30 novembre, secondo l’Adepp occorrerà affrettarsi a presentare domanda per il bonus da 200 euro. I fondi, infatti, ci sono, ma sarebbero comunque sufficienti per soddisfare tutte le potenziali domande. Ammontano, infatti, a 95,6 milioni per i professionisti iscritti agli Ordini professionali, dopo che il decreto Aiuti-bis ha portato a 600 milioni il Fondo per tutte le partite Iva. Potrebbero, dunque, coprire 478mila domande. Non resta, quindi, che attendere il completamento dell’iter con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, mentre è già stato confermato (ed erogato) il sostegno per i lavoratori dipendenti e i pensionati.

La precisazione sui limiti di reddito

Il momento del bonus, dunque, è arrivato ma attenzione: per accedere all’indennità bisogna “aver effettuato, entro la data di entrata in vigore del Decreto (18/5/2022), almeno un versamento, totale e parziale, per la contribuzione dovuta con competenza a decorrere dall’anno 2020”. Sono esclusi “gli iscritti alla Cassa già pensionati con decorrenza antecedente al 30 giugno”, dato che avevano già beneficiato del bonus, “e i colleghi iscritti contemporaneamente ad una gestione previdenziale Inps”.

Proprio sul limite massimo di reddito per gli aventi diritto era stata sollevata una criticità dal SAP: il Sindacato autonomo di polizia aveva riferito la risposta arrivata dalla Direzione Centrale per i Servizi di Ragioneria, che aveva precisato che il bonus da 200 euro “viene corrisposto ai dipendenti la cui retribuzione imponibile ai fini previdenziali, parametrata su base mensile e moltiplicata per tredici mensilità, non ecceda l’importo mensile di 2.692 euro, quindi inferiore ai 35.000 euro annui”.

Il contributo, lo ricordiamo, è arrivato già ai pensionati, che lo hanno ricevuto direttamente con il cedolino di luglio, a chi percepisce il reddito di cittadinanza e ai lavoratori domestici (questi ultimi a fronte di una domanda da presentare entro il 30 settembre).

Quando arriva il bonus

Ma quando sarà erogato l’assegno? Per gli autonomi senza partita Iva lla liquidazione del sostegno era stata prevista per ottobre, anche se potrebbe slittare a novembre, così come i titolari di disoccupazione Naspi e Dis-Coll, di disoccupazione agricola, ex indennità Covid 2021 e per gli stagionali.

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I lavoratori dipendenti e il modulo

Per gli autonomi non è richiesta la compilazione del modulo di autocertificazione, che invece hanno dovuto firmare i dipendenti. Riguardava solo i dipendenti privati, perché per i pubblici era direttamente il ministero di riferimento che certificava la sussistenza del reddito all’Agenzia delle Entrate. I titolari di part-time e più contratti di lavoro hanno presentato la dichiarazione, ma solo al datore che ha erogato il bonus: in tutti i casi l’autocertificazione serve ad “accertare” di non essere titolari di trattamenti pensionistici, di accompagnamento alla pensione o del reddito di cittadinanza.

Per riassumere gli altri aspetti avevamo sentito Mauro Nicola, consigliere della Fondazione nazionale Commercialisti.

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Il bonus da 200 euro per i dipendenti

Il bonus da 200 euro è un sostegno economico, una tantum, cioè erogato una sola volta con lo scopo di sostenere soprattutto le famiglie delle fasce più deboli, di fronte all’inflazione che sta facendo impennare i prezzi dei beni di consumo primario. In tutto il Governo ha stanziato 14 miliardi per questo bonus. «L’indennità una tantum spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro. Per questo i datori di lavoro si stanno cautelando per evitare che l’incentivo sia riconosciuto più volte: se ciò accadesse, infatti, si dovrebbe procedere con un recupero della somma in sede di controllo da parte dell’Inps. La quasi totalità dei datori di lavoro, quindi, ha richiesto ai propri dipendenti il rilascio di una autocertificazione in cui si dichiara che sussistono i requisiti di percezione dell’indennità» spiega Nicola.

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«La procedura prevede che il datore di lavoro proceda automaticamente al riconoscimento dell’indennità. Tuttavia, questo automatismo nella realtà è subordinato alla dichiarazione da parte del lavoratore di non essere titolare di altre prestazioni. Il lavoratore deve, cioè, dichiarare di non essere titolare di un trattamento pensionistico o di reddito di cittadinanza che danno anch’esse luogo all’erogazione dell’indennità. L’indennità di 200 euro spetta a tutti i lavoratori in possesso dei requisiti indicati in precedenza (come il reddito massimo entro i 35mila euro, Ndr) a prescindere dalla durata dell’orario di lavoro. Pertanto, anche nel caso di lavoratore con contratto part-time, l’indennità spetterà nella misura prevista» spiega il commercialista.

Ma come funziona il bonus per i lavoratori autonomi?

Come funziona il bonus per i lavoratori autonomi

«Per questa categoria è stato previsto un Fondo dedicato, di un importo pari a 500 milioni di euro, lasciando poi l’individuazione dei requisiti, il limite reddituale, l’importo, procedure per la richiesta e le modalità di erogazione ad un successivo decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto col Ministro dell’Economia e delle Finanze» spiega Nicola. Decreto che poi è arrivato e ora è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Il bonus treni, bus e metro

Intanto è stato confermato anche il bonus di 60 euro per il 2022 per gli abbonamenti a bus, treni e metrò destinati a studenti e lavoratori sempre proposto dal ministro Orlando: il limite per ottenerlo resta un reddito complessivo inferiore ai 35 mila euro.

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Bonus bollette (anche retroattivo): a chi spetta

Con un secondo pacchetto di iniziative, da oltre 50 articoli, si interviene invece per alleggerire il peso delle bollette (specie della luce e del gas) e i prezzi delle materie prime, in particolare per venire incontro alle difficoltà delle imprese, alle prese con gli effetti della guerra in Ucraina. Quanto al bonus bollette, è rinnovato per il terzo trimestre di quest’anno, quindi fino a settembre. Inoltre è diventato retroattivo: anche se l’Isee viene presentato dopo il pagamento delle utenze, si potrà beneficiare dello sconto sulla prima bolletta utile successiva alla presentazione della certificazione. In alternativa, è anche possibile ottenere su richiesta un rimborso. Attenzione: come avvenuto finora, riguarda coloro che abbiano un Isee fino a 12.000 euro.

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Bonus bollette: a quanto ammonta

Quanto agli importi, ricordiamo che il bonus ordinario ammonta a 128 euro per nuclei familiari composti da 1-2 componenti ai quali si aggiunge il bonus “straordinario” per il 2° trimestre di 109,20 euro; per le famiglie con 3-4 componenti, è previsto un assegno da 151 euro oltre a una compensazione da 132,86 euro; infine per le famiglie con più di 4 componenti, l’assegno ordinario è di 177 euro, mentre il contributo aggiuntivo ammonta a 155,61 euro.

Per le famiglie meno abbienti, sono rinnovati anche gli attuali aiuti per affitti e trasporti pubblici, oltreché che i sostegni per chi ha familiari con grave disabilità o malattia.

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Il bonus per disagio fisico

Il rinnovo del bonus bollette riguarda anche coloro che sono affetti da grave malattia o i clienti domestici con fornitura elettrica presso i quali viva una persona con grave malattia, costretta ad utilizzare apparecchiature elettromedicali necessarie per il mantenimento in vita. In questo caso, la compensazione integrativa prevista per il bonus fino a 3kW per residente è pari a 36,4 euro, se il consumo extra dovuto agli apparecchi salva-vita è inferiore ai 600 kWh/anno (rispetto ai 2700 kilowattora annui di un cliente tipo); è di 62,79 euro tra 600 e 1200 kWh annui e di 90,09 euro se l’extraconsumo supera i 1200 kWh/anno. 

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Il sostegno alle imprese

Infine, una parte del nuovo pacchetto deciso dal Governo riguarda le imprese in crisi: comprende la semplificazione delle procedure per le rinnovabili, l’estensione del credito d’imposta per le imprese più energivore (a maggior consumo di energia) e l’erogazione di aiuti per 200 milioni alle realtà più fortemente danneggiate dalla guerra in Ucraina, come le imprese che in passato avevano maggiori scambi di esportazioni o importazioni con Ucraina, Russia o Bielorussia. Per non fermare i cantieri, sono stati stanziati 3 miliardi per fronteggiare i rincari dei prezzi delle materie prime, “per consentire alle stazioni appaltanti di fronteggiare gli aumenti dei costi, riconoscendo alle imprese i prezzi del 2021 con un più 20%”, come spiegato dal ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini.

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