Come ottenere il bonus condizionatori


Il bonus condizionatori prevede una detrazione dal 50% al 65% con punte fino al 110% del costo totale per chi non ha mai comprato prima un apparecchio. Ecco come utilizzarlo

Il caldo di luglio è arrivato e con esso la voglia di un condizionatore, soprattutto per chi rimane in città a lavorare. Non a caso negozi e centri commerciali sono mete “ambite” da chi è in cerca di refrigerio o tenta di sfuggire alle temperature elevate e all’afa. Ma la buona notizia è che, dopo il bonus biciclette e quelli per gli interventi di ristrutturazione, è possibile contare anche sugli incentivi per dotarsi di impianti di climatizzazione. Ecco come fare (e quali scegliere).

Il bonus condizionatori

Previsti dalla Legge di bilancio 2020, gli incentivi sono stati confermati nell’ambito del superbonus per le ristrutturazioni, in quanto ritenuti elettrodomestici a basso consumo energetico e impatto ambientale limitato. Prevedono uno “sconto” dal 50% al 65% (ma con punte fino al 110%) del costo totale per chi non ha mai avuto/comprato prima un apparecchio, a seconda del lavoro eseguito.

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Chi ne ha diritto

Ha diritto al bonus chi si dota di
condizionatore/climatizzatore ad uso domestico, entro il 31 dicembre 2020 o,
nel caso di condomini, fino al
31 dicembre 2021. Si tratta in particolare di una detrazione fiscale per l’acquisto
di tre categorie di prodotti: climatizzatori a basso consumo energetico, a pompa di calore e con
classe A++++; deumidificatori d’aria e termopompe.

A quanto ammontano gli sconti

Lo “sconto” maggiore (110%) è previsto nel caso in cui l’acquisto avviene in occasione di lavori di ristrutturazione effettuati con ecobonus. L’incentivo scende al 65% se il condizionatore è a pompa di calore e ad alta efficienza energetica, e ne sostituisce uno di classe inferiore. È invece del 50% per chi invece acquista l’apparecchio nell’ambito di una ristrutturazione ordinaria (di casa o condominiale) o senza lavori di miglioria energetica. Per usufruire nell’incentivo occorre riportare la fattura di acquisto all’atto della dichiarazione dei redditi 2021, per ottenere poi un rimborso in 10 anni. Se, per esempio, si sono spesi 2.000 euro tra acquisto e installazione per un apparecchio semplice (non rientrante nella categoria del super ecobonus), si avrà diritto a un rimborso di 1.000 euro (50%), pari a 100 euro di detrazioni fiscali all’anno per 10 anni.

Condizionatore o climatizzatore?

Nonostante siano spesso usati come sinonimi, condizionatori e climatizzatori sono differenti. Nel primo caso si intende un apparecchio in grado di rinfrescare l’aria, senza altre funzioni aggiuntive. Quando invece l’elettrodomestico può anche deumidificare o riscaldare (in inverno) si parla di climatizzatore.

Come scegliere il modello giusto

La scelta dipende da una serie di
fattori, primo tra tutti le dimensioni da refrigerare, dunque la metratura
del o dei locali.
Ma come capire se la potenza di un climatizzatore è
sufficiente e adatta? Una semplice formula consiste nel moltiplicare i metri
quadri della stanza o delle stanze per il numero 340 (il coefficiente dei
Watt necessari per rinfrescare un metro quadrato). Ad esempio, se vogliamo
condizionare un salotto o un appartamento da 70 mq, faremo 40X340= 13.600. Il
numero ottenuto è chiamato TBU, che indica l’unità di misura della potenza
di un climatizzatore
ed è sempre riportato sulla confezione dell’elettrodomestico
insieme alla classe energetica di appartenenza.

«Oltre ai metri quadrati vanno considerati anche il numero di occupanti di un locale e le ore di permanenza media, perché in una stanza di cubatura ridotta dove lavorano da casa o vivono 4 o 5 persone potrebbe essere necessario un apparecchio più potente» consiglia Ivan Bolzonaro, di Alisea, specializzata in Igiene degli impianti dell’aria. Oltre agli split esistono anche i ciller, più potenti ma che consumano anche molto di più e sono usati soprattutto negli uffici. In un ambiente domestico solitamente è sufficiente un solo motore con uno o più split» aggiunge l’esperto

Split o portatile?

Un’altra differenza è tra condizionatori mobili (i cosiddetti «pinguini») o quelli fissi incassati a parete. I primi sono preferiti se si vuole rinfrescare una sola stanza o se non è possibile installare un motore esterno (palazzi storici o senza spazi adeguati di affaccio). Quelli a motore, comunque, sono più silenziosi e hanno in genere una maggiore potenza, consumano meno in relazione alle prestazioni.

Occhio ai consumi

All’aumentare degli split naturalmente aumenta anche il dispendio energetico, ma attenzione anche ai costi “nascosti”, come quelli di manutenzione. I climatizzatori di nuova generazione consumano tendenzialmente meno rispetto ai vecchi condizionatori. Grazie alle nuove tecnologie, inoltre, è possibile impostarne temperatura e tempo di utilizzo da remoto, tramite tablet o smartphone, riducendo gli sprechi e assicurandosi le temperature desiderate al proprio arrivo a casa. Gli inverter (ossia le pompe di calore in grado di riscaldare d’inverno) possono anche modificare la potenza a seconda della reale temperatura dell’ambiente da climatizzare.

I modelli innovativi anti-inquinamento

In commercio di recente ci sono diversi modelli, che permettono anche altre funzioni, come la purificazione dell’aria o la profumazione: «Sono apparecchi in grado di erogare fragranze a piacimento, grazie a dispenser che possono essere ricaricati di volta in volta» spiega Bolzonaro. «Alcuni condizionatori, invece, possono eliminare o ridurre batteri, pollini e polveri sottili, come quelli con filtro magnetico e sensore per le PM10: rilevano la presenza di polveri sottili e, se necessario, attivano automaticamente il sistema di purificazione diffondendo ioni nell’aria. Attenzione, però, ai costi: oltre ad avere prezzi più elevati, richiedono anche una manutenzione più accurata, che prevede una più frequente pulizia o rimozione dei filtri. Anche i profumi vanno riforniti. Per esperienza molti utenti faticano a rispettare la pulizia ordinaria, dunque potrebbero non effettuarne di ulteriori, perdendo l’efficacia» spiega Bolzonaro.

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