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Bonus patente 2022: cos’è e chi ne ha diritto

Il bonus patente è un incentivo per i giovani, riservato agli under 35, per trovare lavoro come autotrasportatori. Ora si possono presentare le domande per ottenere uno sconto fino a 2.500 euro

Al via le domande per il bonus patente giovani

Si può finalmente chiedere il bonus patente giovani, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del provvedimento del Governo. Sono in arrivo 3,7 milioni di euro per il 2022 e altri 5,4 milioni di euro all’anno fino al 2026. Occorre presentare una domanda online, tramite la piattaforma “buono patenti autotrasporto” del ministero delle Infrastrutture.

Chi può chiedere il bonus

Il voucher è riservato ai cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che possono ottenere uno sconto dell’80%, con tetto massimo di 2.500 euro. Si tratta di un incentivo studiato per i giovani che intendono conseguire una patente per i mezzi pesanti come i tir o i pullman, che quindi possono conseguire la patente di tipo C e D in varie tipologie (C, C1, CE, C1E, D, D1, DE e D1E per i mezzi pesanti o pullman), oppure la cosiddetta CQC, Carta di Qualificazione del Conducente.

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Ecco come funziona il bonus patente, che rimborso è previsto e che costi bisogna sostenere per ottenere patente e abilitazione.

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Cos’è il bonus patente 2022

L’agevolazione prevede un contributo sulle spese sostenute per conseguire la patente e la Carta di qualificazione del conducente (CQC): «È stato previsto per stimolare le nuove generazioni e avviarle alla professione di trasportatore, che nel tempo ha visto una diminuzione degli addetti. È un sostegno a un percorso di formazione che dà una qualifica professionale, come richiesto da parte dell’Europa. È rivolto a due categorie: chi aveva già una patente C, ma non la usava per motivi professionali; chi non era in possesso della patente C e vuole ottenerla, insieme alla CQC» spiega Andrea Onori, segretario nazionale Autoscuole UNASCA, che raggruppa le principali autoscuole sul territorio italiano.

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A quanto ammonta il bonus patente

Chi ne fa richiesta può ricevere un indennizzo dell’80% delle spese sostenute per conseguire la patente C e la CQC, fino a un massimo di 2.500 euro. Il voucher va a sostituire il precedente incentivo di 1000 euro previsto dal decreto Infrastrutture.

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Ma quanto costa ottenere le qualifiche? «Le spese variano a seconda della zona di residenza, in base al costo della vita e alle esigenze del singolo: diciamo che sono richieste 10 ore di lezione tra teoria e pratica, ma in alcune casi quel monte ore può non bastare. In genere la spesa si aggira comunque intorno ai 2.200-2.500 euro e non supera i 3.000 euro anche nel caso in cui si voglia contestualmente anche conseguire la patente E per mezzi con rimorchio, che spesso è ritenuta un investimento perché abilita a un’altra categoria e si ottimizzano i costi» spiega ancora Onori.

Tempi e requisiti per presentare la domanda

Il bonus potrà essere utilizzato fino al 31 dicembre 2026. La domanda dovrà essere presentata in via telematica: «Il requisito indispensabile è essere under 35. Il bonus è previsto anche per i percettori di reddito di cittadinanza, mentre non è più considerata obbligatoria l’assunzione presso un’azienda di autotrasporti nei tre mesi successivi al corso per la patente C e la CQC, come invece era richiesto nelle disposizioni precedenti. Prima delle ultime modifiche, infatti, si chiedeva un contratto di assunzione di almeno 6 mesi per aver accesso al bonus», spiega Onori. Per ottenere il bonus occorre registrarsi procedendo all’autenticazione con Spid, carta d’identità elettronica (Cie) o carta nazionale dei servizi (Cns). Il voucher viene presentato alla scuola guida, che applica lo sconto e a sua volta viene rimborsata entro 30 giorni dallo Stato, se si è accreditata.

Importante ricordare che il voucher deve essere utilizzato dal beneficiario entro e non oltre i 60 giorni dalla sua emissione e che i titoli professionali (quindi patente o carta di qualificazione del conducente) devono essere conseguiti entro 18 mesi da quando si riceve l’agevolazione.

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Il rimborso potrà comunque essere erogato per una sola volta e non costituisce reddito imponibile né influisce sull’ISEE.

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