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Risparmiatori truffati dalle banche: come richiedere l’indennizzo

Per azionisti e obbligazionisti truffati dalle banche parte l’operazione indennizzi. Le richieste di risarcimento andranno fatte online, attraverso un portale dedicato, entro 180 giorni

La crisi di governo non ha bloccato il conto alla rovescia, partito dopo anni di lungaggini, dilazioni, rinvii. Il terzo e ultimo decreto ministeriale in materia è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Il portale fondoindennizzorisparmiatori.consap.it, dal quale dovranno passare le istanze online, è diventato pienamente operativo.

Dal 22 agosto è possibile presentare le domande di risarcimento al Fondo indennizzo risparmiatori, creato per un esercito di azionisti e obbligazionisti truffati da un gruppo di banche. A dare notizia del via libera alle richieste, e alle procedure di rimborso, è il ministero dell’Economia e delle finanze. Uno stringato comunicato con l’attesa notizia è apparso nella home page istituzionale (www.mef.gov.it) e in quella di Consap (consap.it), in versione ridotta.

Come inviare le domande

Il Portale serve per registrarsi, compilare in modo guidato tutte le parti dell’istanza, caricare gli allegati richiesti, generare in formato pdf la domanda compilata da stampare e firmare, caricare anche quella e spedire il tutto telematicamente. Non sono previsti altri canali di trasmissione e devono essere utilizzati i moduli messi a disposizione nella stessa piattaforma informatica, gestita da Consap.

Attenzione alle scadenze. Gli interessati non hanno un tempo illimitato per provvedere, ma quasi 6 mesi. Le istanze e la documentazione vanno infatti inviate entro 180 giorni (quindi entro la terza settimana febbraio 2020).

A chi spettano gli indennizzi

Sintetizza il Mef: “Hanno accesso al Fondo i risparmiatori (persone fisiche, imprenditori individuali, anche agricoli o coltivatori diretti), le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le microimprese che occupano meno di 10 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro, in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle banche poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima dell’1 gennaio 2018, a causa delle numerose violazioni degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza, buona fede oggettiva e trasparenza”. Gli indennizzi destinati ai truffati – altra indicazione ufficiale – spettano anche ai  successori mortis causa o ai coniugi, ai conviventi more uxorio o di fatto (secondo quanto previsto dalla legge sulle unioni civili del maggio 2016) e ai parenti entro il secondo grado.

Chi può presentare richiesta

Le domande possono essere presentate dagli aventi diritto o dai loro rappresentanti. Le banche cui si fa riferimento sono quelle travolte da inchieste e scandali, le due venete (Banca popolare di Vicenza e Veneto banca) e le quattro sparse tra Emilia Romagna, Toscana e Italia centrale (Cassa di risparmio di Ferrara, Carichieti, Banca Etruria e Banca  delle Marche), più le loro controllate.

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Che cosa c’è da sapere

Qualche informazione aggiuntiva arriva dall’associazione consumatori Aduc. “I risparmiatori con i requisiti soggettivi ed oggettivi previsti dal decreto appena pubblicato (l’Isee inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018 o un patrimonio mobiliare sotto i 100.000 mila euro) avranno la priorità e sarà data la precedenza ai pagamenti di importi non superiore ai 50.000 euro”. Un altro passaggio già attivato – spiega ancora  Aduc – “è quello della commissione tecnica chiamata a dettare i tempi per avviare i pagamenti dei risparmiatori che hanno subito ‘violazioni massive o individuali’ delle regole di correttezza e trasparenza nell’acquisto di obbligazioni subordinate o anche di azioni delle banche finite in liquidazione o risoluzione”, le solite note.

A quanto ammonteranno i rimborsi

“Per gli azionisti – precisa Consip, nella home page del Portale – l’indennizzo è determinato nella misura del 30 per cento del costo di acquisto delle azioni, inclusi gli oneri fiscali, entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ogni avente diritto. Per gli obbligazionisti che avevano comprato obbligazioni subordinate, invece, l’indennizzo è determinato nella misura del 95 per cento del costo di acquisto, sempre inclusi gli oneri fiscali e sempre entro il limite massimo complessivo individuale di 100.000 euro”.

I risarcimenti, calcolano gli addetti al lavori,  “saranno automatici in circa il 90 per cento dei casi”, cioè per coloro che sono in condizioni economiche più svantaggiate Per gli altri, invece, “è previsto un processo di verifica semplificata da parte della Commissione tecnica” istituita ad hoc. Ad essere interessati dagli indennizzi, stando alle stime, complessivamente saranno più di 200mila ex piccoli azionisti e obbligazionisti. Il Fondo a loro destinato è finanziato con un miliardo e mezzo di euro che proviene dai “conti dormienti“.

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La soddisfazione dei truffati e delle associazioni

Social, siti e testate giornalistiche registrano i primi commenti dei truffati e dei potenziali risarciti, perlopiù positivi o di sprone per altre lotte e conquiste. Letizia Giorgianni, presidente dell’associazione Vittime del Salvabanche, ha dichiarato, come riporta ilfattoquotidiano.it: “Finalmente si chiude un percorso durato tanti anni. Esprimiamo soddisfazione perché, seppur con tanti piccoli intoppi, siamo arrivati al traguardo”. “Per noi si tratta di un punto di svolta dopo 4 anni di battaglia –  ha detto  Luigi Ugone, referente di Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza -. Ora speriamo che l’indennizzo sia usufruibile da tutti. Il 30 per cento c’è, per alcuni può essere poco e per altri giusto, per noi è un risultato storico. Vedremo adesso, con il prossimo governo, tutti i temi da trattare, dall’innalzamento del tetto ai 200mila euro alla commissione di inchiesta. La questione banche è ancora aperta, in questo Paese”.

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