Le molestie diminuiscono, però non sul lavoro

Quasi 9 milioni di donne hanno subìto violenze verbali e fisiche. Meno rispetto al 2008, eppure sempre tante. E non calano i ricatti sessuali per essere assunte e fare carriera. Le cause? Abuso di potere e cultura maschilista

Sono tante, quasi 9 milioni, secondo i dati Istat 2015-2016, le donne che nel corso della vita subiscono molestie sessuali: da quelle verbali a quelle fisiche, a quelle sul web. Ognuna di noi sa quanto siano limitanti della nostra libertà. E combatterle non è facile: servono le strategie delle donne, ma anche politiche adeguate. Pure gli uomini subiscono molestie sessuali: 3 milioni e 750.000 le vittime. Sono di meno le molestie ai loro danni e di minore gravità.

È più forte la condanna sociale

In ambedue i casi gli autori sono nella stragrande maggioranza uomini: l’85% nel caso dei maschi e il 97% nel caso delle femmine. Il che vuol dire che sono gli uomini che devono cambiare, sono loro i principali autori. Sono gli uomini che devono abbandonare quell’atteggiamento “proprietario” nei confronti del corpo delle donne e di altri uomini. Quello stesso atteggiamento che è alla base delle violenze in famiglia da parte di partner, o ex, e che sfocia anche in femminicidi. Abbiamo bisogno che si diffonda una vera e propria cultura del rispetto nelle relazioni umane e bisogna educare a tale cultura a partire dalle scuole. Il 20% delle italiane ha subìto pedinamenti, il 15% molestie fisiche, e anche esibizionismo, il 10% telefonate oscene. Sono tante le molestie, ma sono in calo rispetto al 2008 del 30-40% a seconda delle forme, e questo è un dato positivo: le donne e le ragazze riescono a prevenirle e contrastarle di più. Si è diffuso nel Paese un clima di condanna sociale nei confronti della violenza contro le donne, i media ne parlano più frequentemente, molte associazioni e centri antiviolenza sono attivi sul territorio, si è intervenuto negli anni con le leggi, le donne sono meno sole. Ma le violenze più gravi, quelle più difficili da intaccare, stupri e femminicidi, sono inchiodati. Manca ancora uno sforzo permanente della politica, aldilà dei governi, un cambiamento culturale profondo nella società e nelle istituzioni.

Resta difficile denunciare

Ancora resistono i ricatti sessuali sul lavoro. Uomini che chiedono in cambio di un posto di lavoro o di un avanzamento di carriera prestazioni sessuali, usando il potere e sfruttando la vulnerabilità di chi cerca un impiego o una promozione. Sono 1.150.000 le donne che li hanno subiti e che hanno vissuto nel terrore per questo. Solo nel 20% dei casi ne hanno parlato con qualcuno, in gran parte colleghi, e solo lo 0,7% li ha denunciati. Le donne non denunciano per mancanza di fiducia nelle forze dell’ordine, perché pensano che è meglio trovare soluzioni individuali. E così in tante preferiscono lasciare il lavoro o rinunciare alla carriera. Le donne sono stanche di subire, vogliono realizzarsi su tutti i piani, la loro dignità e la loro libertà devono essere garantite. La politica deve fare la sua parte, puntando a rimuovere quella cultura maschilista e arretrata alla base delle molestie e violenze sessuali.

I numeri del fenomeno

8,8 Le donne in Italia molestate almeno una volta nella vita: è il 43% nella fascia d’età 14-65 anni. 97% I casi in cui gli autori sono uomini. 24% Le molestie verbali, le più frequenti; il 15% quelle fisiche. 1,15 Le donne che hanno subìto ricatti sessuali sul lavoro. 0,7% Le denunce di molestie sul lavoro (Fonte: Istat, 2015-2016).

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