Lodovica Comello
Lodovica Comello, 30 anni

Lodovica Comello: «Quanto è dura la vita da neomamma»

Lodovica Comello ha partorito suo figlio durante il primo lockdown. Notti insonni, pianti inspiegabili, poppate infinite e nonni lontani. Le neomamme incasinate si riconosceranno nelle parole della conduttrice di Italia’s got talent. Che consiglia: «Dite sempre la verità: si può stare da schifo. Nessuna è pessima, tutte siamo umane»

Se ci fosse il partito delle mamme, a guidarlo candiderei Lodovica Comello. La conduttrice di Italia’s Got Talent, che il 24 marzo presenta la finalissima su Tv8, ha 30 anni e già una lunga carriera internazionale: ha recitato nella serie Disney Violetta e in diversi film, ha inciso 2 album, lavora in radio e in televisione. E ora prova a scardinare i luoghi comuni sulla maternità con L’Asciugona (Sperling&Kupfer): un libriccino in cui racconta la sua maternità e che – da mamma, ve lo consiglio – farebbe bene a tutte le donne con bimbi in pancia o al seguito imparare a memoria. Ci incontriamo virtualmente, ma è come se fossimo insieme al bar a parlare di pannolini, capricci e ribellioni adolescenziali. Senza peli sulla lingua e facendoci un sacco di risate.

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Con Lodo, come la chiamano tutti, è così: ridi di pancia come con l’amica a cui passavi le verifiche alle superiori. Si presenta con un filo di trucco, ma bella come la vedi in tv. «Eh, sono furba io, mica ti inquadro il maglione sporco di pappetta! E oscuro il caos che regna in casa quando passa Teo il distruttore, che ha appena compiuto 1 anno. Però lo faccio solo per i primi minuti, giusto il tempo che prendiamo confidenza. Poi, basta filtri».

Dal podcast L’Asciugona è nato il libro

I filtri, del resto, lei li ha fatti cadere quando ha vissuto l’ultimo mese di gravidanza, la nascita e i primi mesi di Teo durante il primo lockdown della storia italiana. «È stata l’esperienza più intensa mai provata e penso che tutte le lettrici che l’hanno affrontata siano d’accordo. Mio marito e io abbiamo cercato di rimanere a galla quando tutto affondava, da soli visto che noi abitiamo a Milano, mentre i miei vivono in Friuli-Venezia Giulia, dove sono nata, e quelli di Tomas in Argentina. Così, per sopravvivere, mi sono raccontata con dei podcast che ho intitolato L’Asciugona, perché io parlo così tanto che asciugo le persone. Poi dai podcast è nato il libro. Ma il punto vero è un altro: tutte dobbiamo sfogarci, dire la verità, ammettere che l’istinto materno non esiste neanche nelle favole, vi ricordate la matrigna di Biancaneve? Io sono passata dai “gravidrammi” con la panza, ovvero dai momenti in cui avevo Teo in pancia e piangevo per tutto, anche se mi cadeva di mano un mandarino o vedevo la pubblicità dei fermenti lattici, alle lacrime isteriche che ho versato in videochiamata davanti all’ostetrica. Le mie tette stavano per esplodere perché l’allattamento non andava bene e io non ne potevo più di avere mio figlio sempre addosso».

Già, ripenso ai pianti durante il primo anno di vita di mio figlio e all’odio che provavo davanti a chi decantava l’idillio della quotidianità con i bebè. «Colpa di una società che ci vuole perfette sempre, come madri, mogli e lavoratrici. Ti viene l’ansia da prestazione, vedi le supermamme che come automi fanno tutto, sembrano Robocop. Ma se le guardi bene stanno per crollare e, quando nessuno le nota, si fanno uno spritz di nascosto. Basta mentire: diciamolo che si può stare da schifo».

Dobbiamo ammettere che detestiamo il pargolo paffuto quando urla

E in pandemia tutto si complica: le mamme in tempo di Covid lo sanno bene. Pediatri solo online, consultori chiusi, ospedali assediati dal virus. La soluzione, almeno alle cose più semplici, è una. Anzi due: «Condividere e chiedere aiuto, facciamolo tutte» dice, quasi urlando, Lodovica. «Mettiamo in piazza dubbi e problemi, senza tabù, in questo i social possono essere molto utili, quasi catartici. Se non vi sentite pronte a raccontarvi su Facebook, va benissimo la chat di WhatsApp con le amiche. L’importante è essere oneste e ammettere che detestiamo il pargolo paffuto quando urla come un pazzo o che ci annoiamo a giocare con la nostra 11enne. In questo modo possiamo scoprire che è così quasi per tutte, quindi noi non siamo pessime, ma solo umane. La seconda cosa da fare è chiedere aiuto: io e Tomas abbiamo appena avuto una rigenerante videocall con un’esperta del sonno perché da quando Teo va al nido le notti sono di nuovo un incubo. Ma rivolgetevi a chiunque, pure alla vicina di casa. Ecco, magari se ha la faccia di Jack lo Squartatore evitate…».

Lodovica Comello
Mara Maionchi, Lodovica Comello e Federica Pellegrini sul palco di Italia’s Got Talent.

Alla larga dalle mamme-tutte-consigli-perfetti

Da evitare come la peste anche le mamme-tutte-consigli-perfetti. «Le riconosci subito: si avvicinano dolci e con lo sguardo da cerbiatto, ma un attimo dopo ti sciorinano i loro segreti come se fossero le regole dell’ultimo Dpcm, da seguire alla lettera. Perché, naturalmente, i loro figli mangiano e non fanno capricci. E, spesso, parlano mandarino a 2 anni… Ecco, scappate. Anzi, sorridete anche voi, annuite e andate avanti. Il trucco è fare la mamma-spugna: trattenere quello che ci piace e rilasciare ciò che non ci convince. Alla fine io mi guardo, guardo Teo e faccio quello che ci fa stare meglio, non quello che dicono i manuali».


«Ti viene l’ansia da prestazione quando vedi le altre che ti sciorinano i loro segreti come se fossero le regole dell’ultimo Dpcm. Il trucco è fare la mamma-spugna: trattenere ciò che ti piace e rilasciare il resto»


 

Ci rifletto un po’ e, in effetti, le cose migliori le ho fatte quando ho archiviato consigli non richiesti e luoghi comuni e ho seguito l’istinto. Soprattutto sul fronte della famosa conciliazione fra vita privata e lavoro. «La pandemia sta tagliando le gambe a noi donne. Certo, sono una privilegiata, ma faccio parte anche io del famoso popolo delle partite Iva, ovvero tanta fatica e pochi aiuti da parte del sistema. Il settore dello spettacolo, poi, sta risentendo parecchio del periodo. Mi tremavano le gambe quando sono tornata sul palco di Italia’s Got Talent. E vale per tutte dopo la maternità: ognuna ha il suo palco su cui tornare, che sia un ufficio, un negozio, un’impresa…. Bisogna fare un passettino alla volta, senza mettere in dubbio le proprie competenze. L’importante è riprendersi in mano il lavoro e non annullarsi nel ruolo di mamma».

A questo proposito, Lodovica ha già le idee chiare. «Vorrei scrivere la terza stagione del podcast L’Asciugona e magari anche il seguito del libro: ho così tanto da raccontare e sono contenta che le donne si ritrovino nelle mie parole. A proposito, posso chiedere una cosa alle vostre lettrici? Scrivetemi sui social, condividiamo le nostre esperienze di donne e mamme normali».

Da leggere e da ascoltare

Uscito meno di 2 mesi fa, il libro L’Asciugona (Sperling&Kupfer) sta scalando le classifiche, grazie a una scrittura ironica e al passaparola
sui social. Lodovica Comello fa la cronaca tragicomica della sua maternità (così simile a quella di tante di noi), sfatando gli idilliaci luoghi comuni e rivelando i momenti di stanchezza e sconforto: «Parlare, parlare, parlare è una necessitàche sento dentro, che poco alla volta monta, sale e viene su proprio… come un rigurgito» scrive. «Capirete che il rigurgito, in questo racconto, ha perfettamente senso». Il libro nasce dall’omonimo podcast, che potete ascoltare gratuitamente sulle principali piattaforme.

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