Ragazza cane casa

Quello che devi sapere prima di adottare un cane

Dici randagio e ti immagini un cucciolo che soffre e ha bisogno di una famiglia. Ma è davvero sempre così? Lo abbiamo chiesto a chi, da anni, studia i cani che vivono liberi al Sud

Sguardo mogio, occhi imploranti e un annuncio strappalacrime. Tante storie di amicizia con i cani iniziano così, ma non tutte hanno un lieto fine, altrimenti non ce ne sarebbero circa 99 mila nei rifugi (Lav 2019), in parte abbandonati. Ne abbiamo parlato con l’educatore cinofilo Michele Minunno. Da 20 anni segue branchi di cani liberi e, da loro, ha imparato cosa significa volere bene a un animale. Qui suggerisce 3 regole per un’adozione consapevole.

Non tutti i cani sono uguali

«Il primo errore è umanizzare i cani, cioè pensare che abbiano bisogno di coccole, affetto e di una vita comoda con noi» dice Minunno. «Può essere vero per alcuni, non per tutti. Ognuno ha necessità peculiari, che magari non immaginiamo. Per esempio, hanno una socialità diversa dalla nostra e reagiscono se qualcuno entra nel loro spazio. Sono anche più sensibili agli sguardi e possono persino detestare le carezze. Volergli bene significa accettarli con tutte le loro diversità.

Non bisogna per forza salvarli

«Ci sono cani felici di vivere per conto proprio e altri che preferiscono stare con noi: bisogna rispettare il loro istinto. Eppure se vedi un animale per strada che zoppica, pensi subito di doverlo salvare. Magari ha solo un po’ di artrosi, per il resto è sereno ma lo porti via. Non dovrebbe vincere il nostro punto di vista a discapito di quello dell’animale».

Prima di adottare un cane occorre conoscerlo

«Da noi succede così. Si incappa in una cucciolata, e i volontari fanno a gara per sistemarla. Sono migliaia i cani adottati al Nord, accompagnati dalle staffette. C’è chi lo fa per business, chi per appagamento personale, ma la buona fede non basta a non far finire l’animale in canile perché l’abbinamento non ha funzionato. Se adotti un cane dovresti cercarlo nel rifugio vicino a casa, incontrarlo, creare una relazione. Oppure, accoglierlo anche se viene da lontano, quando l’associazione è davvero seria e i volontari ben istruiti».

CANI LIBERI, UN MONDO SCONOSCIUTO

Michele Minunno ha scritto un saggio sui cani liberi: Dal comportamento predatorio alla relazione (su Amazon). «Sono i più equilibrati» dice. «Vivono in armonia con il territorio, si gestiscono bene, non creano pericolo e non vorrebbero stare con la persone».

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