«Vedi, la società complessa di oggi ha fatto diventare questo lavoro più psicologico che fisico. La gente vive di stereotipi sbagliati, alla Richard Gere, ma non è niente del genere». Raul sorride, posa la sua tazzina di caffé e lascia la mancia a una cameriera che per tutta la durata del nostro colloquio non gli ha staccato gli occhi di dosso. Raul ha 42 anni, un fisico palestrato ma non ridondante e un accenno di sale e pepe sulla barba. Veste firmato, mangia molta bresaola e da 11 anni fa il gigolo.

500 euro al giorno, più le spese

«Ho iniziato per caso» rivela. «Avevo un’attività comune, un’azienda mia e un socio che se n’è andato lasciandomi un mucchio di cambiali da pagare. Per arrotondare lavoravo come personal trainer e istruttore di arti marziali, passioni che coltivo ancora oggi, e una donna più grande mi offrì dei soldi per trascorrere la serata con lei. Aveva bisogno di sbloccarsi. Quella notte, in un certo senso, mi sono sbloccato anche io». Oggi il sito web di Raul è uno dei più visitati d’Italia dalle donne che cercano compagnia maschile («Lavoro quasi tutto l’anno, chiedo 500 euro al giorno più le spese, incontro una o due donne a settimana: i conti falli tu») e i suoi racconti sono un buon punto di partenza per capire cosa vogliono le donne, o meglio cosa molte di loro non trovano più in un uomo, al punto di essere disposte a pagare per averlo.

L’attrazione è importante

A sorpresa, la risposta non è così univoca come potremmo immaginare. «I maschi cercano una prostituta perché vogliono sesso facile, immediato, al massimo un’amica con cui sfogarsi un po’ prima di andarsene» spiega. «Per la maggior parte delle donne, invece, il sesso è secondario. E comunque deve arrivare alla fine, in maniera non meccanica, dopo che si è creato il clima giusto». È un aspetto della faccenda a cui Raul confessa di tenere molto, e per una buona ragione: «A differenza di molti miei “colleghi” non prendo Viagra né integratori di alcun tipo, quindi con la persona che incontro si deve instaurare da subito un buon rapporto. È anche nel suo interesse, visto che spende una cifra importante e si aspetta di passare momenti gradevoli».

Mi cercano 40enni belle e in carriera

Per questo, racconta, Raul fa precedere ogni incontro da uno scambio di fotografie e da almeno un paio di telefonate conoscitive. Due o tre volte, confessa, ha lasciato perdere proprio perché non si sentiva in sintonia con l’interlocutrice. Se la chimica funziona, invece, acquista un biglietto e dalla sua città natale, nel Nordest, raggiunge la cliente ovunque si trovi: mai il contrario, per non dare luogo a equivoci o attirare problemi. Una volta concordata la logistica, assicura, il copione non è così diverso da quello di un appuntamento classico: «Andiamo a bere qualcosa o a cena fuori, oppure si resta in casa a vedere un film. Qualche volta si finisce in albergo, o più spesso si passa fuori l’intero fine settimana. È un’altra delle peculiarità femminili: prolungare il piacere e non lasciarlo circoscritto a qualche ora di camera da letto». Ma qual è la clientela di un gigolo? «Prima di iniziare temevo che mi avrebbero cercato soprattutto donne anziane, invece non è così», continua Raul. «Sono molte le giovani che mi chiamano perché hanno bisogno di compagnia: non lo avrei mai creduto, ma le ragazze di oggi si sentono molto sole. L’identikit più diffuso, comunque, è quello di una donna fra i 40 e i 45 anni, affermata nella professione, separata o con un rapporto di coppia ormai sfilacciato.

Gli uomini non sanno più gestire il corteggiamento

Gli approcci sono molto diversi, ma tutte chiedono attenzione, corteggiamento, spensieratezza, unite però alla capacità di prendere in mano la situazione quando serve. Capacità che, secondo molte di loro, gli uomini stanno perdendo in nome del politically correct». Insomma, pare che quasi tutte cerchino un fidanzato a ore più che un partner sessuale. Viene spontaneo chiedergli se si sia mai innamorato di una cliente: «Mai. È una delle due regole che mi sono dato. L’altra è di fare questo lavoro solo fino a quando continuerà a divertirmi».



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Non solo sesso

Se le cene e i “dopocena” restano il business principale di un gigolo, Raul racconta di essere stato ingaggiato anche per altri compiti, che non prevedevano necessariamente il sesso: «Spesso vengo contattato per fare ingelosire un fidanzato o un ex» osserva «oppure per accompagnare una donna a un evento dove l’invito è per due. Ma una volta sono anche stato ingaggiato da un marito che sospettava dell’infedeltà della moglie e mi pagò per corteggiarla. Senza successo: anzi, lei lo chiamò per chiedergli di affrontarmi».

Alla mia fidanzata racconterei tutto

Ultima domanda: tutto questo “divertimento” è compatibile con una vita e magari un rapporto di coppia “normali”? «In Italia la percezione sociale del fenomeno è molto più avanti rispetto all’ipocrisia di politica e chiesa. La mia famiglia e miei amici più intimi sanno esattamente cosa faccio e non si sono mai scandalizzati. Soltanto mia madre, ultimamente, mi fa notare che inizio a diventare vecchio per il mestiere…» conclude sorridendo. «Per quanto riguarda le relazioni, ora sono single. Ma alle mie fidanzate ho sempre raccontato tutto. Chi sta con me deve accettarmi per quello che sono: del resto se ami una persona non puoi certo raccontarle una bugia così grande».