Check up ai reni: gli esami da fare

Sette italiani su 10 si accorgono tardi di essere malati. Ecco quando e quali esami fare per scoprire in tempo i disturbi renali

Sembra proprio che gli italiani trascurino la salute dei reni. Lo dicono i dati: il 60-70 per cento delle persone con una malattia renale si rivolge al medico anche con 15 anni di ritardo. «Quest’organo è una grande centrale di controllo metabolico dell’organismo» spiega Roberto Palumbo, direttore della Nefrologia e Dialisi dell’ospedale S. Eugenio di Roma. «E, anche quando è sofferente, all’inizio riesce a svolgere il suo lavoro senza dare problemi. Così possono passare anni, in apparente buono stato di salute. Ma, quando arrivano i primi disturbi, ormai è tardi e per tenere a bada la malattia bisogna ricorrere a farmaci ad hoc». Per questo gli specialisti hanno messo a punto un calendario di controlli, in modo da scoprire tempestivamente eventuali disturbi renali.

Dopo i 40 anni

I controlli sono decisamente low cost: analisi delle urine e del sangue. «Vanno eseguiti una volta all’anno a partire dai 40-45 anni» continua l’esperto. «Nell’esame delle urine è da tenere d’occhio la presenza di proteine e sangue. Se i risultati sono alterati significa che qualcosa non va nel delicato meccanismo di filtraggio». L’analisi del sangue invece è necessaria per verificare i livelli degli elettroliti, dell’emocromo, del colesterolo e della glicemia.

«Questi ultimi sono i cosiddetti fattori metabolici» continua il professor Palumbo. «Se sono elevati possono mettere a rischio la funzionalità renale. Questo sempre, e a maggior ragione se la persona è in forte sovrappeso o addirittura obesa e se è diabetica o ipertesa». Se questi esami sono “sballati”, bisogna rivolgersi al nefrologo. Che potrà prescrivere cure ad hoc per correggere i valori alterati. Grazie a specifici antipertensivi e farmaci contro ipercolesterolemia e diabete è possibile rallentare la progressione della malattia renale.

Tra i 50 e i 55 anni

È consigliato sottoporsi almeno una volta a un’ecografia per verificare lo stato di salute dei reni. In questa fascia d’età, infatti, possono emergere problemi particolari. «Il rene viene definito “organo silente” perché non causa dolori» aggiunge il professor Palumbo. «Il controllo è necessario per verificare la presenza di eventuali formazioni. In genere si tratta di cisti e sono benigne». Di solito è sufficiente tenerle sotto controllo con un’ecografia annuale. Vanno, però, asportate se aumentano di volume oppure se c’è il sospetto che si tratti di un tumore.

Per gli over 75

Da tempo è in corso il dibattito per capire quando gli over 75 hanno veramente un problema renale. Il rischio infatti è quello della sovradiagnosi. «L’attività renale negli anziani è fisiologicamente più lenta rispetto ai giovani e questo può creare dubbi» dice il professor Palumbo. «Vengono allora prescritti i test sulla velocità del filtrato glomerulare. Si eseguono sul sangue e sulle urine e permettono di verificare il livello di funzionamento reni. Sono utili anche per valutare l’impatto dei farmaci eventualmente assunti e la presenza di disidratazione, comune negli over 75».

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