David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, è morto a 65 anni per una grave disfunzione del s
David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, è morto a 65 anni per una grave disfunzione del sistema immunitario provocata da un mieloma, di cui soffriva da tanti anni. Era ricoverato al centro oncologico di Aviano. In precedenza si era ammalato di polmonite a causa dalla legionella, malattia da cui aveva faticato a riprendersi

Legionella: cos’è, come si diffonde, come si previene

David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, si è aggravato all'improvviso per una grande disfunzione del sistema immunitario, scatenata da un mieloma, che l'ha portato al decesso. In precedenza aveva contratto una brutta polmonite causata dalla legionella. Ma cos'è la legionella? Cosa c'entra con la polmonite? Qui spieghiamo come si prende, in che modo si previene, se è contagiosa e chi rischia di più

La scomparsa del giornalista David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, ha scosso le istituzioni. Lui stesso in un video aveva precisato che non si era ammalato di Covid ma di legionella, che aveva provocato una grave polmonite. Da quanto reso noto, il suo decesso sarebbe poi avvenuto per complicanze al sistema immunitario, legate alla grave infezione.

Ma perché si può morire di legionella? Cosa c’entra con la polmonite? Come si prende? In che modo si previene?

Che cos’è la legionellosi?

La legionella non si propaga bevendo l’acqua o per contagio tra persone. «La legionellosi è un’infezione causata dai batteri gram negativi del genere legionella (in particolare della specie Pneumophila responsabile della maggior parte dei casi)» spiega il professor Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi italiani e direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio e Biotecnologie Diagnostiche dell’ASST Ovest Milanese: «Colpisce l’apparato respiratorio. Si può presentare in due forme distinte: Febbre di Pontiac (forma più leggera) e Malattia dei Legionari (forma più grave con polmonite). La seconda denominazione deriva dall’epidemia di polmonite che si verificò a Philadelphia nel 1976 tra i partecipanti ad un raduno di veterani di guerra americani, i Legionari, appunto».

Dove si nascondono i batteri?

Le legionelle vivono in bacini d’acqua naturali e artificiali (laghi, fiumi, dighe, vasche d’irrigazione, fanghi) e nelle acque sorgive, comprese quelle termali. In genere sono in forma diluita, e non creano problemi. Da questi ambienti possono raggiungere reti di distribuzione, impianti idrici e altri “contenitori” (condotte cittadine, tubazioni degli edifici, serbatoi, fontane e piscine, vasche idromassaggio, vasche per il parto in acqua, umidificatori). «In genere – precisa il professor Clerici – sono in forma diluita e non creano problemi. Conseguenze per la salute possono esserci dove le legionelle sono presenti in grandi concentrazioni. Succede, ad esempio, negli impianti idrici di case di vacanza o alberghi che restano aperti solo per alcuni mesi all’anno e nei rimanenti non vengono utilizzati». Uno dei principali fattori di proliferazione è la temperatura dell’acqua. La legionella resiste e si diffonde con livelli compresi tra 20 e 50 gradi, ma i batteri in fase dormiente (e quindi inattiva) sopravvivono anche al di sotto dei 20 gradi. Muoiono tanto più rapidamente quanto più la temperatura è superiore ai 50 gradi. Questo è il motivo per cui per la bonifica degli impianti si usa la disinfezione termica, con la circolazione forzata di acqua calda ad almeno 70 gradi. Riassumendo, con le parole dell’esperto: «Il freddo conserva i batteri, il caldo li uccide».

Come avviene il contagio?

La legionellosi si trasmette in genere per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente Legionella (generato da rubinetti, docce, impianti di umidificazione, torri di raffreddamento) oppure di particelle derivate per essiccamento. Le goccioline si formano sia spruzzando l’acqua sia facendo gorgogliare aria in essa oppure per l’impatto contro superfici solide. La pericolosità di queste particelle di acqua è inversamente proporzionale alla loro dimensione. Le gocce di minor diametro arrivano più facilmente alle basse vie respiratorie. Il batterio della legionella non passa da persona a persona, né con il cibo e neppure bevendo acqua. «Sfatiamo le false credenze – sottolinea il professor Clerici – Non c’è contagio interumano. Il batterio della legionella non passa da persona a persona, né con il cibo e neppure bevendo acqua». Quali sono i fattori di rischio?

Quali sono i fattori di rischio?

Le persone sono potenzialmente esposte in casa e in giardino, nei luoghi di lavoro, in strutture turistico-ricettive, in ospedali e studi odontoiatrici, in altri spazi pubblici (parchi con fontane, piscine, terme, navi ecc), in prossimità di siti industriali. «La dose infettante – spiega sempre l’esperto – non è nota. Dipende da individuo a individuo e dall’esposizione alle goccioline contaminate. I principali fattori di rischio individuale, comuni ad altre malattie infettive, sono: sesso maschile, età avanzata, consumo di alcool, fumo di sigaretta, malattie croniche del polmone , patologie (ad esempio tumori, diabete, Hiv) e farmaci (come i cortisonici) che causano immunodepressione. Purtroppo non esiste una vaccinazione preventiva».

Quali sono i sintomi?

La Febbre di Pontiac è la forma più leggera di legionella. Ha un periodo di incubazione di 24-48 ore, nei sintomi assomiglia a una simil influenza senza interessamento polmonare e si risolve in 2-5 giorni. I segnali sono: malessere generale, brividi, dolori muscolari e cefalea, seguiti rapidamente da febbre, a volte con tosse e gola arrossata. Possono essere presenti diarrea, nausea e lievi sintomi neurologici, vertigini o fotofobia. La Malattia dei legionari, dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni (in media 5-6 giorni), si manifesta come una polmonite infettiva. Nei casi più gravi può insorgere bruscamente con febbre, dolore toracico, dispnea, cianosi. Nei casi meno pesanti l’esordio è con febbre, malessere, osteoartralgie, tosse lieve. A volte ci sono problemi gastrointestinali, neurologici e cardiaci, alterazioni dello stato mentale, diarrea e dolore addominale. L’importante, alle prime avvisaglie o in caso di dubbi, è rivolgersi subito al medico curante o andare al pronto soccorso.

Quante persone si ammalano ogni anno?

In Italia i casi di legionellosi notificati nel 2017 (ultimi dati disponibili sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità) sono stati 2.014, contro i 1.569 del 2015,  i 1.497 del 2014 e i 1.347 del 2013. Vent’anni fa, nel 1998, il numero si fermava a 104. Nel 1997 furono “solo” 79.  Il tasso di mortalità (calcolata sul totale dei casi per i quali è disponibile l’informazione sull’esito della malattia) è pari al 10,1 per cento, ma i casi aumentano decisamente quando l’origine dell’infezione è ospedaliera: muore il 51,1 % delle persone che la contraggono in ospedale. 

Il trattamento della legionellosi passa soprattutto attraverso terapie antibiotiche. La Febbre di Pontiac invece ha un’evoluzione benigna anche in assenza di specifiche cure.

Come prevenire la legionellosi?

Nelle case e nei giardini privati e condominiali è possibile prevenire l’infezione con semplici norme di comportamento, elencate sul sito del Comune di Bresso:

-provvedere alla manutenzione dei punti di emissione di acqua del rubinetto nelle abitazioni, attraverso la sostituzione dei rompigetto e dei filtri o lasciandoli a bagno con anticalcare;

-lasciar scorrere l’acqua calda e poi la fredda prima di utilizzarla, allontanandosi dal punto di emissione dopo l’apertura dei rubinetti e spalancando le finestre (operazioni da eseguire anche dopo periodi di assenza da casa, ad esempio per le ferie);

-fare la doccia solo dopo aver lasciato scorrere l’acqua calda e fredda ed essersi momentaneamente allontanati dal punto di emissione dell’acqua e avere aperto le finestre;

-evitare l’utilizzo di vasche e docce con idromassaggio;

-evitare di irrigare i giardini utilizzando pompe con diffusori a spruzzo;

-evitare di lasciare esposte al sole le canne per irrigazione di orti e giardini;

-evitare l’impiego di acqua del rubinetto per riempire gli apparecchi per aerosolterapia o ossigenoterapia;

-all’esterno delle abitazioni: evitare le fonti di emissione di acqua vaporizzata, ad esempio non stazionando vicino a irrigatori automatici o fontane.

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