occhio secco in menopausa

L’occhio secco in menopausa: cause e rimedi

Se hai bruciore e prurito agli occhi quando sei al computer, può essere colpa del diffusissimo dry eye, l'occhio secco, che colpisce soprattutto le donne in menopausa, ma non solo. Ecco perché e gli esami da fare, anche senza disturbi, soprattutto dai 40 anni

Il mese della prevenzione di Donna Moderna

Donna Moderna dedica gennaio ai problemi agli occhi insieme alla SOI, la società dei medici oculisti italiani presieduta dal dottor Matteo Piovella. Gli esperti rispondono il martedì e il giovedì dalle 11 alle 13 al 3351019948, oppure alla mail [email protected]

Dopo i 40 anni bisogna andare dall’oculista ogni due anni

Andare dall’oculista non significa soltanto verificare la vista, ma sottoporsi a un vero e proprio check up che valuta anche la pressione oculare e lo stato del cristallino e della retina. «Una visita specialistica va sempre fatta a partire dai 40 anni, soprattutto dopo la menopausa, ripetuta ogni due fino ai 60 anni, poi annualmente per tutta la vita. Senza paure o preoccupazioni» raccomanda il dottor Matteo Piovella, presidente della SOI (Società Oftalmologica Italiana). «E questo vale anche per i bambini, che devono essere visti dal medico oculista alla nascita, entro i tre anni, il primo giorno di scuola e dai 7 ai 12 anni con la cadenza consigliata dallo specialista, soprattutto in caso di miopia». Solo lo specialista, poi, può spiegarci quali sono gli errori da evitare. Come lavorare ore e ore, senza pause, limitandosi a tenere il collirio sulla scrivania.

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Ecco le risposte del dottor Piovella.

Se passiamo le giornate al pc cosa possiamo fare per gli occhi?

«Innanzitutto curare il diffusissimo dry-eye, l’occhio secco, un disturbo che riguarda otto persone su dieci ed è soprattutto un problema femminile. È dovuto principalmente alla riduzione delle sostanze necessarie per la lubrificazione dell’occhio, legata alla naturale progressiva ostruzione delle ghiandole di Meibomio all’interno delle palpebre. Pensi che ne abbiamo in totale 70 per occhio, 40 nella palpebra inferiore e 30 in quella superiore. L’occhio secco colpisce soprattutto le donne perché i cambiamenti ormonali in menopausa o in gravidanza accentuano il disturbo. Per fortuna possiamo fare molto. Per prima cosa utilizzando colliri lubrificanti senza conservanti. Questa attenzione vale per tutti e soprattutto per chi indossa le lenti a contatto che vengono “sentite” dai nostri occhi come un corpo estraneo. C’è poi un esercizio molto efficace che dovremmo fare tutti quando lavoriamo al computer: fermarsi un minuto ogni mezz’ora, smettere di fissare lo schermo e guardare in lontananza. È la posizione di riposo dei nostri occhi che aumenta l’ammiccamento e migliora la lubrificazione».

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Come capire se il calo della vista dipende dal computer?

«Ci vuole una visita oculistica specialistica. Normalmente gli occhi con il passare degli anni fanno fatica a mettere a fuoco da vicino e questo causa stanchezza e affaticamento. È la presbiopia: diventa più difficile vedere da vicino, devi sforzarti per leggere o cucire. Dipende dalla perdita di elasticità del cristallino che non può più cambiare di forma per focalizzare nitidamente a tutte le distanze. La soluzione più pratica sono gli occhiali con le lenti progressive: oggi sono prodotte con tecnologie innovative che hanno permesso di superare quei problemi legati all’uso dei primi modelli come nausea e mal di testa».

È vero che la cataratta non è un disturbo solo dei senior?

«I primi segni possono manifestarsi anche prima dei 60 anni. Circa due over 50 su dieci fissano un appuntamento dall’oculista perché la sera vedono aloni attorno alle luci, hanno difficoltà a guidare la notte e la sensazione di avere sempre le lenti degli occhiali sporche. Questi sono i segni della perdita di trasparenza del cristallino, la lente naturale posta all’interno dell’occhio capace di focalizzare le immagini sulla retina. In poche parole la cataratta, che inizia a manifestarsi con gradualità appena dopo i 50 anni. Grazie alla tecnologia siamo in grado di effettuare diagnosi precoci e intervenire ai primi accenni anche se la vista non risulta ancora penalizzata. Col tempo il cristallino naturale si indurisce e l’intervento può risultare più complesso e con un numero maggiore di complicazioni postoperatorie. Allora perché rimandare? Se si esegue senza aspettare troppo tempo, l’anestesia è meno impegnativa, viene effettuata con solo alcune gocce di collirio anestetico e si può intervenire sul secondo occhio anche una settimana dopo aver operato il primo. Così si evita di passare un lungo periodo con un occhio che funziona bene e l’altro no».

Quali altri controlli agli occhi sono importanti?

«Quello della pressione oculare. È un parametro semplice da ottenere e che è diventato importante quanto la normale misurazione della pressione sanguigna, tanto da far parte di prassi della visita oculistica. L’aumento della pressione oculare è un problema di idraulica. I nostri occhi per poter funzionare contengono liquidi limpidissimi che per rimanere tali hanno bisogno di un ricambio giornaliero. Questo avviene attraverso un piccolissimo canale di scarico chiamato trabecolo. Quando si ostruisce, per cause che non sono note, aumenta in proporzione la pressione oculare. Ma è impossibile accorgersene perché non dà sintomi. Per questo è importante misurarla durante la visita oculistica».

Cosa si fa se la pressione oculare aumenta?

«In certi casi viene “allargato” il canale di scarico, così da ristabilire un corretto flusso dei liquidi: l’intervento viene eseguito con il laser, dura pochi minuti ed è indolore. Quando la pressione però è elevata e nonostante l’intervento non ci sono miglioramenti, bisogna ricorrere ai farmaci. Sono colliri da instillare una o due volte al giorno e che permettono un buon controllo della pressione. Rispetto alle formulazioni di un tempo, sono ben tollerati e danno meno effetti collaterali come occhi arrossati e problemi allergici.

La dieta contro la secchezza oculare

Alcuni cibi sono l’ideale per il benessere degli occhi, l’hanno dimostrato gli studi. Eccoli.

FRUTTA E VERDURA DI COLORE ARANCIONE. Contengono luteina e zeoxantina, sostanze particolarmente importanti perché contribuiscono a mantenere in salute la macula, cioè la porzione della retina essenziale per la vista.

SALMONE, TONNO, TROTA SELVATICA E SARDINE. Sono pesci ricchi di acidi grassi Omega 3, utili per poter contrastare l’invecchiamento della retina e per combattere la secchezza oculare.

LEGUMI, TUORLO D’UOVO, CARNE ROSSA. Questi alimenti apportano zinco, un minerale prezioso per la vista e che aiuta a prevenire malattie come la cataratta.

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