Manuela Beillard BlanchardFoto di Gabriele Galimberti

Manuela Beillard Blanchard

Foto di Gabriele Galimberti

Le palestre riaprono: ecco le buone idee per ripartire

C’è voglia di tornare ad allenarsi. Se all’aperto è già possibile, restano ancora dubbi su come fare training indoor. Gli imprenditori dei centri sportivi però hanno già soluzioni nuove e intelligenti per ripensare gli spazi nell’anno del social distancing

A una manciata di giorni dalla riapertura di palestre e spazi per l’allenamento, gli imprenditori dello sport si preparano ad affrontare il post lockdown. Un labirinto di norme di sanificazione, ingressi con il contagocce e social distancing da cui, nel nostro Paese, dovranno uscire 100.000 centri sportivi dilettantistici affiliati al Coni (di questi 22.000 strutturati con piscine, campi e palestre, gli altri più piccoli) e 300 commerciali, legati soprattutto alle catene estere.

Tutti stanno pensando come far sopravvivere il loro business, come garantire il posto a circa 1 milione di addetti del settore tra dipendenti, collaboratori sportivi, amministrativi e professionisti in partita Iva. Si studiano le strategie per far rientrare in palestra i 20 milioni di italiani iscritti, dai bambini ai senior. L’Italia, tra l’altro, è al quarto posto tra i migliori mercati europei per numero di abbonamenti ai fitness club, 5,5 milioni (dati European health & fitness market report 2020 di EuropeActive e Deloitte).

«Il flusso economico di entrate dell’intero comparto è di 12 miliardi di euro l’anno: dopo 3 mesi di chiusura, stimiamo quindi una perdita di 3 miliardi» spiega Giampaolo Duregon, presidente di Anif Eurowellness, l’Associazione nazionale italiana per lo sport e per il fitness (anifeurowellness.it). «Un ammanco gravissimo per gli imprenditori che stanno sostenendo le spese correnti degli impianti e hanno di fronte altri mesi in salita: osservando i protocolli di apertura, potranno ospitare circa la metà degli iscritti rispetto a prima e dovranno aspettare che le persone decidano di tornare ad allenarsi al chiuso».

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Tra le norme al vaglio del governo la necessità che ogni cliente abbia a disposizione 7 metri quadri di spazio e si mantenga una distanza sociale di 2 metri e mezzo (è stato calcolato che quando si fa sport la potenza del respiro può arrivare fino a 2 metri). «All’ingresso delle palestre verrà misurata la temperatura, si useranno mascherine in corridoi e reception, spazi e attrezzi verranno sanificati più frequentemente ed è probabile che gli spogliatoi vengano chiusi» prosegue l’esperto. «Per agevolare gli imprenditori abbiamo presentato 18 emendamenti al governo (alcuni già approvati) per ottenere prestiti per la ripartenza, finanziamenti a fondo perduto, agevolazioni per chi investe nella sanificazione, ammortizzatori sociali, voucher per restituire il periodo non fruito in coda all’abbonamento».

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La pandemia ha bloccato un anno che era cominciato bene e seguiva un 2019 eccellente per il mondo dell’health & fitness. Durante il lockdown molti si sono organizzati con le lezioni online e ora pensano di spostare gli allenamenti all’aperto. «Per fortuna andiamo incontro alla bella stagione. Lo sport è un diritto del cittadino, l’attività fisica combatte le malattie croniche, libera endorfine e serotonina: va garantita».

Lo sanno bene i tre imprenditori che abbiamo intervistato e che si preparano a ripartire. Qui le loro storie.

Tengo lezioni online sette giorni su sette e penso ad allenamenti nei parchi

Manuela Beillard Blanchard, 60 anni, presidente della Scuola Tian Dao di Taiji a Milano e Brugherio (Mb), www.tiandao.it

«Appena ho capito che non avremmo riaperto nel giro di poco, sono passata da 4 lezioni a settimana in palestra a lezioni online 7 giorni su 7, weekend e feste comprese, e a serate di meditazione aperte anche a chi non è iscritto alla scuola. L’obiettivo era dare la possibilità ad allievi e no di avere un momento per incontrarsi, uno spazio dedicato alle persone in cerca di un appoggio durante questo periodo di quarantena forzata. È stata una boccata d’aria interiore che a molti è servita per sentirsi supportati e accompagnati. La saggezza antica insegna che, se una cosa ha un inizio, ha anche una fine: come ne usciremo dipenderà anche da come l’abbiamo vissuta. Su YouTube ho aperto un canale per lezioni dimostrative e ho chiesto aiuto a tutti gli alunni per gestire i nostri social (che non sono esattamente il mio pane). C’e chi ha scattato foto, pensato a frasi, realizzato dipinti da postare su Instagram (siamo passati da 150 follower a 1.000 in un mese), chi ha studiato come funziona l’algoritmo di Facebook. Tutti abbiamo girato video in casa nostra che poi sono stati montati insieme in un’opera collettiva che mostrasse che cos’è il Taiji a chi non lo sa. La scuola è diventata una cosa comune per il bene comune, ognuno l’ha sostenuta con una forte intenzione. Non solo: la nostra è una pratica salutare (in Cina facevano fare Taiji negli ospedali durante il coronavirus), aiuta il sistema circolatorio, linfatico e immunitario. Appena ci daranno l’occasione, andremo nei parchi a praticare a distanza di sicurezza e le persone potranno vederci, provare, magari appassionarsi. La pratica non può fermarsi, staremo all’aperto e in inverno in strutture certificate. In questo momento c’è un enorme bisogno di senso e spiritualità, sono positiva, penso che il Taiji possa dare risposte a tante domande».

Mario ManzariFoto di Gabriele Galimberti

Mario Manzari

Foto di Gabriele Galimberti

Sto progettando centri estivi sicuri per i bambini e fitness urbano per gli adulti

Mario Manzari, 41 anni, titolare di Gymnikos a Casamassima (Ba)

«A marzo ho chiuso la mia palestra di 500 metri quadri e ho deciso di “congelare” gli abbonamenti fino alla riapertura. Nel frattempo alcuni istruttori, su base volontaria, hanno registrato video di allenamenti da mandare via WhatsApp ai clienti e tengono lezioni in streaming gratuitamente. Per il Pilates abbiamo fatto partire un corso a pagamento su Skype: 2 appuntamenti a settimana costano 35 euro al mese. Ho anche deciso di affittare bilancieri e bici per lo spinning per garantirmi una certa liquidità per i lavori di adeguamento e sanificazione. A tutti i clienti ho inviato una newsletter con un sondaggio per capire come immaginano la palestra del futuro. Preferiranno allenarsi qui, a casa o all’aperto? Hanno in mente di tornare subito o preferiscono aspettare? Intanto ho distanziato gli attrezzi e acquistato la app My iClub che servirà per prenotare gli accessi al centro. Prima del lockdown avevo 150 persone al giorno, oggi immagino 7 persone all’ora. Amplierò la fascia oraria tenendo aperto la mattina molto presto e la sera tardi. Chiuderò gli spogliatoi: gli iscritti si cambieranno e laveranno a casa. Al momento mi sto concentrando sull’organizzazione del centro estivo per bambini, un servizio che offriamo da 23 anni negli spazi scolastici insieme con il Comune e che ci permette di avere entrate anche d’estate. Avevamo tra i 90 e i 120 iscritti la settimana, ora non so, ma ho già uno staff formato. Le attività saranno molto strutturate e controllate, però avrò bisogno di un finanziamento per far sì che ogni piccolo gruppo di bambini abbia un istruttore. Agli adulti, invece, voglio proporre un corso di fitness urbano: li porterò ad allenarsi per le strade del centro e nei boschi per riappropriarci del fantastico territorio che ci circonda».

Ho dato in affitto gli attrezzi e continuerò a proporre incontri con fisioterapisti e nutrizionisti

Ignazio Pavetto, 34 anni, coach e contitolare del box CrossFit Fano, a Fano (Pu)

«Il giorno dopo l’inizio del lockdown abbiamo invitato tutti i nostri associati, per appuntamento, a prendere in prestito un attrezzo ciascuno: chi un bilanciere, chi una kettlebell, chi un manubrio. Da riconsegnare a emergenza finita. Questo ci ha permesso di continuare con gli allenamenti anche se a distanza: ogni giorno una live class e la domenica una seduta collettiva di stretching, con un abbonamento speciale e scontato. Più una serie di webinar gratuiti tenuti dai nostri associati che sono fisioterapisti e nutrizionisti. Abbiamo scelto temi interessanti per la nostra community, come l’alimentazione durante un periodo così sedentario o i dolori alla schiena dovuti a un “eccesso di scrivania”. Andremo avanti anche nelle prossime settimane. La condivisione di conoscenze e il contatto costante ci hanno permesso di non avere un calo di iscritti. Adesso stiamo lavorando sulla palestra: è un grande open space, a terra abbiamo diviso lo spazio per garantire le distanze e studiato un sistema che permette a ciascuno di sanificare la propria postazione e gli attrezzi. Certo, i tempi si allungano e i numeri delle persone che si allenano nello stesso momento si dimezzano. Faremo più lezioni, un piccolo sacrificio necessario in attesa di tempi migliori».

I consigli utili per chi gestisce un’attività sportiva

1. Hai dubbi su come organizzare l’entrata e l’uscita degli iscritti? Non sai se puoi aprire gli spogliatoi o se devi imporre di usare i guanti alla cyclette? Sul sito del ministero www.sport.governo.it trovi il documento con le linee guida ufficiali.

2. Per le associazioni e società sportive professionistiche e dilettantistiche è stata prorogata ancora la scadenza delle tasse (contributi previdenziali e assistenziali, ritenute e premi per assicurazione obbligatoria). Non più fine giugno ma fine luglio, anche in 4 rate mensili senza sanzioni né interessi.

3. Gestire le prenotazioni, le comunicazioni di servizio e le schede di allenamento ora è più complicato e i gruppi WhatsApp, per le realtà più grandi e complesse, non bastano. Ti aiutano le app gestionali studiate ad hoc: le trovi per esempio su fitness.makeitapp.com e bookyway.com.

4. Se la tua palestra è molto piccola potrai ricevere solo per appuntamento, un cliente alla volta. Non riesci a coprire i costi? Punta sul coaching a distanza. Trovi corsi per specializzarti su onlinecoachingacademy.it, la community degli allenatori online.

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