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La salpingectomia per non avere figli: pro e contro

Fa discutere la storia di Francesca Guacci, influencer 28enne che sei anni fa si è sottoposta alla salpingectomia, l'intervento con cui si asportano le tube di Falloppio per non rimanere incinta. La sua storia e l'opinione della ginecologa

La sua scelta di non volere figli, presa quando era (ed è) ancora giovanissima sta facendo discutere, soprattutto in rete. Lei è Francesca Guacci, influencer che vanta 45mila followers su Instagram, dove campeggiano le sue foto con un fisico modellato da ore di esercizi in palestra. Ma ora fa parlare anche perché ha raccontato la sua storia, di giovane donna che non vuole figli e per questo ha optato per una scelta “estrema”: sottoporsi a salpingectomia bilaterale, ossia farsi asportare entrambe le tube di Falloppio.

La storia di Francesca Guacci

«Dopo averne scritto sul mio profilo Instagram ho ricevuto comprensione, supporto, apprezzamenti e complimenti, ma anche molte cattiverie gratuite sia da uomini che da donne» ci dice Francesca. «Non mi sarei mai aspettata tante reazioni, ma non mi sono pentita, perché è stata una scelta consapevole e i miei genitori mi hanno supportata» racconta.

Sono ormai passati sei anni dall’intervento e oggi l’influencer 28enne ha ritenuto di volerne parlare per fare chiarezza su un’operazione che di fatto impedisce proprio la gravidanza, ma che a volte viene effettuata per motivi di salute. L’ha fatto rilasciando un’intervista a un giornale, non sul suo profilo Instagram, dove pubblica foto legate al fitness e alla sua attività in palestra.

Cos’è la salpingectomia e i tre casi a cui è utile

«Con salpingectomia intendiamo l’intervento chirurgico di rimozione di una o entrambe le tube di Falloppio, cioè i condotti che mettono in comunicazione le ovaie con l’utero e rappresentano il luogo in cui avviene l’incontro tra l’ovulo e lo spermatozoo» chiarisce Daniela Galliano, Direttrice Clinica PMA, Specialista in Ginecologia, Ostetricia e Medicina della Riproduzione. «L’intervento viene effettuato in anestesia generale, dura circa due ore, a cui segue un periodo di osservazione post-operatoria di almeno 24 ore». Ma a cosa serve? Oltre allo scopo contraccettivo, come nel caso di Francesca Guacci, può avere anche una motivazione medica preventiva in particolari casi di rischio di tumore alle ovaie. «La salpingectomia su entrambe le tube priva in modo definitivo l’apparato genitale femminile di organi fondamentali all’incontro tra cellula uovo e spermatozoi, rappresentando un metodo contraccettivo permanente a cui possono ricorrere le donne in età fertile che non vogliono avere figli o non vogliono più averne – chiarisce la ginecologa – Ma l’intervento può anche essere effettuato con finalità preventive e può essere suggerito alle donne portatrici di un’alterazione dei geni BRCA1 o BRCA2 che sono noti per predisporre le donne allo sviluppo di tumori come il cancro alle ovaie, al seno o alle tube».

Esiste anche un terzo caso in cui vi si può ricorrere: «La salpingectomia con scopi terapeutici – prosegue l’esperta – è indicata anche in caso di gravidanza ectopica tubarica (extrauterina, NdR), infiammazioni o in casi di endometriosi grave localizzata nelle tube» che devono essere valutati in modo specifico e approfondito da uno specialista.

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Pro e contro della salpingectomia

Chi ha avuto un intervento del genere, come l’influencer veneta, ne sottolinea i vantagggi. «È stata un’operazione molto semplice, anche se richiede anestesia totale: è poco invasiva, si fa in laparoscopia, quindi le cicatrici sono piccole e nel mio caso non si vedono quasi più. Il giorno dopo l’intervento ero in piedi e camminavo, anche se lentamente. Dopo 2/3 settimane sono tornata ad allenarmi in palestra con i pesi» racconta ancora Guacci. «L’intervento di salpingectomia su entrambe le tube, se scelto come metodo anticoncezionale, ha il vantaggio di rendere impossibile la gravidanza in modo naturale e inoltre, a differenza di altri anticoncezionali come per esempio la pillola, ha il vantaggio di non alterare la condizione ormonale della paziente» spiega la ginecologa. «Ma nonostante la salpingectomia sia una pratica sicura, è bene ricordare che si tratta pur sempre di un intervento chirurgico, quindi è bene considerare i margini di rischio associati, come per esempio le eventuali complicanze dovute all’anestesia o allo sviluppo di infezioni, seppure rare».

La salpingectomia è irreversibile

Oltre agli aspetti legati all’intervento in sé esiste però anche il rischio di pentirsi, nel caso in cui si sia chiesta l’operazione a scopo contraccettivo: «I figli non sono semplicemente un accessorio: meritano amore, tempo, attenzioni. Per la vita che voglio io, non c’è posto per loro. Sono consapevole dei miei gusti e del mio egoismo, ma al tempo stesso credo che ogni donna debba essere libera di fare la scelta che ritiene più opportuna» spiega Guacci, aggiungendo: «Mi rendo contro che da fuori sia difficile credere alla mia certezza, ma io so che non cambierò mai idea. Certo ci tengo a ricordare alle donne che l’operazione è irreversibile e non va affrontata come un capriccio. A me il medico ha comunque ricordato che, in caso cambiassi idea in futuro e volessi dei figli, si potrebbe ricorrere alla fecondazione in vitro».

La fecondazione in vitro come possibile modo per restare incinta?

«La fecondazione in vitro è un’opzione sicuramente praticabile, ma da non prendere alla leggera, anche per l’impatto psicologico che ha sulla paziente. La tecnica, infatti, viene impiegata proprio nei casi di alterazione e ostruzione delle tube o della loro mancanza congenita o acquisita – spiega la dottoressa Galliano – In questi casi quindi l’unione dei gameti viene effettuata in laboratorio aggirando l’impedimento organico. Ma non vorrei si facesse passare il messaggio per cui il semplice ricorso alla fecondazione assistita garantisca la gravidanza quando si desidera».

Le difficoltà nel sottoporsi alla salpingectomia

Per ora Francesca Guacci si dice soddisfatta, nonostante le difficoltà che ha incontrato nel trovare un medico disposto a praticare l’intervento: come ricorda, dopo un primo rifiuto a Padova, si è dovuta rivolgere a una struttura nel veronese. «In famiglia ho trovato meno appoggio, anche da parte di mia madre, con la quale in passato avevo avuto molti contrasti per altri motivi, e mio padre che forse avrebbe voluto dei nipotini, ma che alla fine ha accettato la mia scelta. Ho penato non poco, invece, per trovare chi praticasse l’intervento, perché lo considero un gesto di libertà delle donne».

La salpingectomia e la fecondazione assisstita

Naturalmente si tratta di una scelta, quando è per motivi contraccettivi e non medico-terapeutici, molto personale: «Ritengo che decidere di ritardare o rinunciare del tutto a una possibile gravidanza è una decisione dal forte impatto psicologico, oltre che fisico dato dall’affrontare un’operazione chirurgica» commenta la dottoressa Galliano. «Penso sia giusto che ognuno di noi possa prendere le decisioni sul proprio futuro riproduttivo in modo autonomo e libero, e che sia nostro compito in quanto professionisti informare sui possibili rischi e complicanze delle alternative che attualmente la scienza e la medicina ci mettono a disposizione» sottolinea Daniela Galliano. «Parlare della fecondazione in vitro come alternativa per raggiungere una gravidanza dopo questo tipo di operazione rischia però di generare ancora più confusione su un argomento già troppo spesso associato ad una pratica considerata innaturale e oggetto di pregiudizio. La fecondazione assistita, che può portare con sé sofferenze, rappresenta un sostegno a chi ha difficoltà nel procreare, non una soluzione per chi deliberatamente ha scelto di privarsi di questa possibilità» conclude l’esperta.

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