Le distanze da tenere in spiaggia

Le spiagge riaprono a fine giugno in base alle linee guida di INAIL e ISS. Niente plexiglas ma distanzamenti di 5 x 4,5 metri, prenotazioni obbligatorie e niente giochi sul bagnasciuga

Da nord a sud ci si organizza. Dopo settimane di tavoli di confronto, dall’Inail e dall’Istituto Superiore di Sanità arrivano le linee guida per la riapertura degli stabilimenti balneari, approvate dal comitato tecnico-scientifico della Protezione Civile. Tra le misure in campo, a macchia di leopardo, ci sono ingressi a numero chiuso, prenotazioni e turni anche nelle spiagge libere, e braccialetto elettronico (ma non per tutti).

Le nuove distanze in spiaggia

Le linee guida sul distanziamento sono arrivate. Esclusa l’ipotesi del plexiglas tra un ombrellone e l’altro, ci sono invece misure da rispettare in spiaggia: «Le distanze indicate dal documento Inail sono di 5 x 4,5 metri, rispettivamente la distanza tra le file e tra ombrelloni della stessa fila; significa 22 metri quadrati per ogni area ombrellone» dice Marco Maurelli, direttore nazionale Federbalneari. Senza ombrellone, invece, dovranno esserci almeno 2 metri tra lettini, sdraio, teli, ecc. Ma per Federbalneari si tratta di indicazioni fin troppo restrittive: «Nel nostro Paese si passa da strutture con 40mila a 500mila metri quadrati di superficie a disposizione: non è possibile applicare indistintamente linee guida che non tengono conto delle differenze e peculiarità di ciascun territorio».

Numero chiuso, prenotazione e bancomat

A contribuire al distanziamento in spiaggia contribuiranno le modalità di accesso: “La prenotazione, anche per fasce orarie, preferibilmente obbligatoria, può essere uno strumento organizzativo utile anche al fine della sostenibilità e della prevenzione di assembramenti” indicano le linee guida, che considerano la “la registrazione degli utenti” un sistema per rintracciare più velocemente eventuali contatti, in caso di contagio. Alle casse, invece, favoriti bancomat, carte contactless o App per evitare code. Apposita segnaletica dovrà indicare entrata e uscita (differenziate) come in negozi e supermercati.

Ombrelloni numerati e non scambiabili

Ciascun utente avrà un proprio ombrellone numerato assegnato, possibilmente sempre lo stesso se per più giorni. Tutto sarà sanificato a fine giornata. Apposito personale accompagnerà alla propria postazione, istruendo sulle norme, e tramite vie d’accesso appositamente individuate e segnalate. Insomma, niente zig zag autonomo tra gli ombrelloni.   

Docce e cabine

Inail e ISS prescrivono di vietare «l’uso promiscuo ad eccezione dei membri del medesimo nucleo familiare o per soggetti che condividano la medesima unità abitativa o recettiva», prevedendo anche «un’adeguata igienizzazione fra un utente e il successivo». Per docce e servizi igienici «va rispettato il distanziamento sociale di almeno 2 metri, a meno che non siano previste barriere separatorie fra le postazioni».

Piscine e giochi in spiaggia addio?

Categoriche le indicazioni nazionali: «È da vietare la pratica di attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti e giochi di gruppo (aree giochi, feste/eventi)». Vietato anche l’accesso alle piscine. Si tratta di indicazioni molto più rigide di quelle già approvate da alcune regioni, come le Marche, che consentivano la fruizione di aree gioco per bambini e piscine, pur con accesso contingentato. «In effetti in spiaggia si gioca a calcetto, a beach volley, a carte e in genere si tratta di un posto dove l’attività sociale è molto ampia» osserva l’Assessore al Turismo della Regione Liguria, Giovani Berrino.

Termoscanner

Non previsto dalle linee guida, alcuni stabilimenti potrebbero adottarlo con le stesse modalità con cui è in uso nei supermercati (vietato l’accesso con temperatura superiore ai 37,5°). «Nel documento dell’Inail è previsto solo per il personale dello stabilimento» chiarisce Maurelli.

Il braccialetto elettronico

Già ipotizzato in Puglia, anche in Liguria si vuole adottare il braccialetto elettronico che consente di avvertire, tramite vibrazione, quando ci si avvicina troppo a persone che non siano familiari» come spiegato dal presidente ligure Giovanni Toti. A lavorarci è stato l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova: «Al momento abbiamo un prototipo in fase di sviluppo, che dunque va testato, certificato con marchio UE e poi distribuito su larga scala. Nell’immediato, invece, facciamo parte della task force regionale per identificare le soluzioni migliori già esistenti sul mercato, fornendo il supporto di competenze tecniche dei nostri ricercatori» spiegano dall’IIT di Genova.

L’uso della mascherina

La mascherina sarà richiesta per l’accesso alla spiaggia e per muoversi all’interno dello stabilimento quando ci si allontana dal proprio ombrellone o si accede al bar o punti ristoro.

Spiagge libere: turni e prenotazioni con App

Più difficile applicare le norme previste per le spiagge libere, dove dovranno esserci cartelli in più lingue che ricordano l’osservanza del distanziamento (almeno 1 metro). Per questo si suggerisce «il posizionamento di nastri» per delimitare gli spazi e stabilire le capienze massime in modo da prevede «turnazioni orarie e di prenotare gli spazi codificati, anche attraverso utilizzo di app/piattaforme on line». Stesse modalità anche per la prenotazione del parcheggio a «tariffe agevolate, ove possibile», in modo da favorire «il contact tracing nell’eventualità di un caso di contagio». Il numero chiuso anche nelle spiagge libere può rappresentare un problema in regioni come la Liguria «dove abbiamo 270 km di spiagge, alcune libere, altre libere attrezzate, altre gestite da stabilimenti balneari e infine tratti di costa anche rocciosa, ma raggiunti dai bagnanti. Il controllo non è una banalità, anche perché molti comuni sono piccoli, magari contano solo pochissimi agenti di polizia municipale per tratti di costa anche lunghi» spiega l’Assessore Berrino. Per questo le linee guida consigliano di affidarsi a personale debitamente formato, compresi volontari e membri di associazioni, che possano anche vigilare su eventuali assembramenti sulla battigia e che si occupino della sanificazione.


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In caso di mareggiate?

Nelle scorse ore si era diffuso il timore su come gestire le spiagge in caso di mareggiate, temendo che le onde potessero essere veicolo di maggiore diffusione delle goccioline contenenti eventualmente il virus o tracce di esso. «Non si corre questo rischio, anzi: la ventilazione, esattamente come quando si aprono le finestre, favorisce la dispersione della concentrazione di goccioline e abbatte al suolo quelle più grandi. Certo, va mantenuto il distanziamento» spiega Fabrizio Pregliasco, virologo all’Università degli studi di Milano e direttore scientifico dell’Istituto Galeazzi di Milano.

Il «caso Marche»: ecco il protocollo-pilota per le spiagge

Nelle Marche sono stati i primi ad aver messo a punto un protocollo sanitario, illustrato l’11 maggio in vista della riapertura del 29 maggio. Ogni ombrellone avrà un’area di 10,5 metri quadrati e una distanza minima di 1,5 metri tra i lettini (2 metri per quelli a riva senza ombrellone). Nelle spiagge libere (tutte aperte) si dovranno mantenere 2 metri di distanza tra un telo e l’altro e 4 tra gli ombrelloni, ma la Regione ha anche annunciato la concessione temporanea di porzioni di spiagge libere confinanti con stabilimenti balneari (fino a 12 metri lineari), in modo da compensare la perdita di posti in quelle “private” e per evitare assembramenti in quelle libere. Bar e ristoranti dovranno seguire le linee guida nazionali. A garantire rispetto delle norme e ordine sarà la polizia municipale.  

Sardegna solo col «passaporto sanitario»

La Sardegna rappresenta un altro caso a sé, con il presidente Christian Solinas che ha annunciato la possibilità di richiedere, per chi voglia raggiungere l’isola, un «passaporto sanitario». Occorrerà quindi avere un tampone negativo effettuato nei sette giorni precedenti l’arrivo in Sardegna, a cui se ne aggiungerà un secondo eseguito sul posto. A tutti sarà richiesto anche di scaricare una App di tracciamento.

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