Un ritratto di Ingvar Kamprad

Un ritratto di Ingvar Kamprad

Storia di Ingvar Kamprad, fondatore di Ikea

Si è spento a 91 anni l'uomo che ha costruito la catena di arredamento più famosa al mondo. Imprenditore geniale, ha una storia controversa: dall'appoggio al nazismo alle condizioni dei lavoratori nei suoi stabilimenti è stato infatti molto criticato. Ecco come ha creato il suo impero, per nulla modesto

Se ne va a 91 anni il padre fondatore di Ikea, Ingvar Kamprad, uno degli uomini più ricchi al mondo. Aveva fondato la popolarissima catena di arredamento low-cost a soli 17 anni, quando per mantenersi vendeva fiammiferi in una zona sperduta della Svezia. Kamprad era nato il 30 marzo del 1926 a Pjätteryd, un antico villaggio rurale che ora appartiene al comune di Älmhult, nella provincia dello Småland. La leggenda vuole che la prima Ikea sia nata proprio così, a partire da un piccolissimo giro d’affari di commercio per corrispondenza, messo in piedi grazie alla somma di denaro che Kamprad ricevette in regalo dal padre come premio per i buoni risultati scolastici.

Un impero di mobili a basso costo

Dieci anni più tardi, a 27 anni, aprì il suo primo mobilificio, e capì sin da subito che se voleva tener fede al suo principio base – «produrre a basso a costo per vendere a basso costo» – la prima opzione era delocalizzare la produzione, con tutti i pro e i contro che ciò comporta. Si è ritirato dagli affari definitivamente nel 1988, lasciando l’impero che aveva costruito in mano ai tre figli e assumendo la carica di “consulente” straordinario.

Ikea è molto più di un marchio di mobili a basso costo: è diventato sinonimo di uno stile di vita e ha contribuito negli anni a costruire il mito del lifestyle scandinavo, a suon di librerie Billy e complementi d’arredo che il signor Kamprad nominava personalmente utilizzando i nomi dei luoghi e degli elementi naturali della sua terra d’origine (spesso impronunciabili per i non-svedesi).

Nel 2007 Kamprad è arrivato al primo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio personale di 33 miliardi di dollari, mentre Ikea, a tutt’oggi, genera un fatturato pari a 38 milardi di euro e impiega quasi 200.000 persone nel mondo. Il suo catalogo stagionale è stato dichiarato il secondo “libro” più letto al mondo, secondo solo alla Bibbia.

Un passato controverso

Più volte, nel corso della sua lunga vita, l’opinione pubblica svedese ha attaccato Mister Ikea, e per più motivi. A cominciare dal fatto che da giovane è stato sostenitore del movimento nazionalsocialista svedese, il Nysvenska Rörelsen, che si ispirava senza troppa vergogna al partito nazista tedesco e credeva nella superiorità di una “razza” ariana pura, di cui anche gli svedesi avrebbero dovuto far parte. Kamprad partecipò a tutte le attività del movimento, compresa l’intimidazione verso gli ebrei, e diventò grande amico del suo leader Per Engdahl, personaggio che difese anche dopo la morte di quest’ultimo, seppur specificando di «non aver condiviso tutte le sue idee».

Un’altra macchia nel passato di Kamprad fu la decisione, fortemente disapprovata in patria, di lasciare la Svezia per trasferirsi in Svizzera e sottrarsi così alla pressione fiscale: ci ritornerà da anziano dopo un patteggiamento con il fisco. Sono stati più volte messi sotto accusa, poi, i suoi stabilimenti sparsi in giro per il mondo, specialmente quelli nei Paesi dove la forza lavoro è sottopagata, come la Cina, il Pakistan e la Romania. Il mantra del produrre a basso costo, insomma, viene applicato anche ai lavoratori: sono state molte le inchieste che, negli anni, hanno denunciato le condizioni di lavoro negli stabilimenti Ikea al di fuori della Svezia.

Un marchio indistruttibile

Complici delle strategie marketing sempre pioneristiche – è di Ikea, ad esempio, la prima campagna pubblicitaria con protagonista una coppia omosessuale, nel 1994 – il marchio creato da Ingvar Kamprad è un “super brand” a tutti gli effetti, dai contorni quasi mitologici. L’idea di offrire a tutti la possibilità di avere in casa mobili funzionali e sobri, espressione perfetta del gusto per l’essenziale tipicamente scandinavo, e quella di lasciare al cliente la possibilità di “fare la propria parte”, ovvero montare da solo i propri acquisti nell’ottica di risparmiare, sono state rivoluzionarie e hanno di fatto inaugurato un nuovo corso nel pensare il design e l’arredamento.

Conosciuto per il suo stile di vita per nulla corrispondente al patrimonio (girava con una vecchia macchina ed era sempre vestito modestamente) e con la fama dello spilorcio, perdipiù alcolista, Kamprad è stato certamente un personaggio molto discusso e discutibile, ma allo stesso tempo è stato in grado di cambiare il modo in cui milioni di persone, in tutto il mondo, vivono e arredano la propria casa.

Riproduzione riservata