te lo regalo se

L’ultima mania tra i fan del social network si chiama Te lo regalo se vieni a prenderlo: sono gruppi di scambio e riciclo in cui le persone possono mettere a disposizione quello che non usano più a patto - appunto - che qualcuno si scomodi a portarselo via.

Te lo regalo se vieni a prendertelo

Soffri di “disposofobia”, ovvero hai paura di disfarti dell’utile, inutile o totalmente assurdo che hai accumulato in casa, in cantina, sul balcone nel corso della tua vita? Facebook ti offre l’occasione di guarire

QUALI SONO GLI OGGETTI PIÙ RICHIESTI

Da Milano a Perugia, da Roma a Palermo, i gruppi sono divisi per Regioni, città o quartieri. Il meccanismo è semplice. Ti iscrivi alla pagina Facebook più vicina alla zona dove abiti, pubblichi le foto dei singoli oggetti (con una breve descrizione e il luogo in cui si trovano) e aspetti un “mi prenoto” al posto del classico “mi piace”: il primo che clicca si porta tutto a casa. Sarà sufficiente, poi, prendere accordi in privato per ritiro e consegna. Il servizio è gratis e non ci sono commissioni.

Ma quali sono i best? «Il genere più gettonato è sicuramente l’abbigliamento per i bambini» spiega Francesco, amministratore della pagina Te lo regalo se… di Milano. «Ma va un po’ di tutto: dal ventilatore in stile vintage alla vecchia stufa a legna». E le bizzarrie non mancano: qualcuno tenta di disfarsi di mattoni abbandonati dai muratori o di un set di maniglie di bronzo, c’è chi vuole sbarazzarsi di un cancello automatizzato e chi offre, magari per Carnevale, una tonaca da prete usata per uno spettacolo. E poi: sassofoni, lavandini, tavolette per la piscina, cassettiere, persino i regoli di scuola e una cucina.

PERCHÉ CONVIENE SCAMBIARLI

Per molti staccarsi da mobili, abiti, gadget è sempre un piccolo trauma, anche quando sono inutilizzati. «La soluzione è regalare, al posto di buttare» consiglia la psicologa Giulia Radi. «Perché così ridiamo vita a qualcosa che, in mano nostra, non aveva più valore». Non solo: rimettere in circolo gli oggetti è una forma di riuso ecologica e anticrisi: «Tra i “cacciatori” più assidui ci sono disoccupati, studenti fuori sede, madri che devono far quadrare i conti» dice Margherita, amministratrice della pagina di Perugia.

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