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Mamma anti vaccini propone il Varicella party

Una mamma ha pubblicato su Facebook un post in cui proponeva un "Varicella party" fra i figli di amici. Sommersa di commenti, insulti e minacce, ha però trovato anche solidarietà in chi ritiene che "farsi gli anticorpi" in modo naturale sia giusto. Abbiamo chiesto l'opinione ad alcuni esperti

Vaccini sempre nell’occhio del ciclone. “Domani Varicella Party per chi lo desidera. Vi aspettiamo alla casa di Milano”. Un invito a tutti gli effetti, ma il risultato è stato un putiferio in Rete e non solo. Da una parte i sostenitori No Vax, dall’altra coloro che, invece, sottolineano la necessità della copertura vaccinale. Crudo il commento di Roberto Burioni, il medico da tempo in prima linea a sostegno dei vaccini e che su Facebook ha scritto: “Non so come, ma io penso che qualcuno dovrebbe fare qualcosa per difendere i bambini dalle scelte dei loro genitori”.

Qualcuno, invece, ritiene che l’invito provocatorio della madre possa avere un senso perché ricorda quanto accade spesso tra fratelli: quando se ne ammala uno, è pressoché scontato che venga contagiato anche l’altro. “Trovo che sia un metodo contadino grossolano, applicato per di più in modo incongruo” ha commentato, a Donna Moderna il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università degli Studi di Milano, Direttore sanitario IRCCS Istituto Galeazzi di Milano.

“Il genitore ha il diritto di compiere delle scelte per suo figlio, ma si è persa la coscienza della malattia: si mettono sullo stesso piano un raffreddore e malattia esantematica. D’altra parte c’è anche un’imposizione statale della vaccinazione che non è corretta: è compito dei medici spiegare l’utilità del vaccino” dice a Donna Moderna il pediatra Gianfranco Trapani.

Il caso

“La varicella, così come il morbillo, è una malattia esantematica che può avere delle gravissime conseguenze. Iniziative come questa sono assolutamente da irresponsabili e mi auguro che le autorità puniscano chi li organizza”. Così ha commentato l’Assessore regionale lombardo al Welfare, Giulio Gallera. Su Facebook diversi utenti hanno ricordato l’art. 438 del Codice Penale che prevede che “chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo”.

“Il problema vero è che la paura nei confronti della vaccinazione e di presunti effetti avversi (non realistici) superano la percezione di pericolosità della malattia. Tra l’altro la varicella è tra le più contagiose, perché ogni singolo caso può dar luogo ad altri 15 o 20, trasmettendosi facilmente per via aerea. Al di là del fastidio che possono dare le pustole al bambino, sono gli eventuali effetti secondari ad essere più gravi e sottovalutati: nel 10/15% c’è rischio di polmonite, nel 36% si possono verificare sovrainfezioni batteriche e, più raramente, effetti neurologici, oltre a ospedalizzazioni diffuse” spiega Pregliasco.

L’immunizzazione naturale ha senso?

“Non ha senso favorire le patologie diffusive e infettive, non c’è nessun motivo – spiega Trapani – Quando si fanno ammalare i bambini, si sa dove si inizia, ma non dove si finisce. Personalmente ho visto danni da varicella anche gravi, come lesioni ai muscoli oculari o encefaliti. Non credo sia giusto definire irresponsabili i genitori che non vogliono vaccinare. Penso piuttosto che non sappiano bene a quali rischi espongono i loro figli”.

La prassi in Germania e Stati Uniti

In Germania, in caso di malattie contagiose, esantematiche e non, spesso i bambini non vengono allontanati, ma piuttosto ci si trova in modo da favorire “contagi naturali”. “Anche negli Stati Uniti esistono casi analoghi, ma occorre un po’ di buon senso. Le malattie si diffondono in modo spontaneo, non devono essere né agevolate né possono essere ‘bloccate’, come vorrebbero alcune mamme che considerano i bambini con lo streptococco come degli appestati” spiega ancora il pediatra. “E’ bene sapere che un rischio si correrà sempre, quello che conta è l’entità del rischio stesso. E’ come per il motorino con gli adolescenti: i genitori posso vietarne l’uso al figlio, ma è bene chiedersi: è meglio che ci vada senza saperlo guidare, di nascosto, o piuttosto è preferibile insegnargli a farlo in sicurezza?” chiede provocatoriamente il pediatra.

“Per le vaccinazioni è lo stesso: il discorso non è tanto di imporre ai genitori delle scelte, quanto di fare in modo che decidano in modo consapevole: si ha paura dei vaccini, ma chi conosce davvero gli effetti secondari di varicella o morbillo?” aggiunge Trapani.

Immunizzazione da gregge

“Fare come la madre di Milano che ha organizzato il ‘Varicella Party’ è come tornare a quello che facevano le nonne in un contesto contadino del passato. Si suggeriva di mettersi vicino al bambino malato per contrarre la malattia e così farsi gli anticorpi. Ma oggi le cose cambiate e occorre buon senso. C’ è anche un problema di responsabilità sociale: in un bimbo immunodepresso gli effetti della varicella o del morbillo possono essere devastanti in termini di danno e rischio di morte. La varicella può essere asintomatica, ma la malattia può rimanere latente nei gangli nervosi del midollo spinale e causare in età adulta il fuoco di Sant’Antonio, a volte con conseguenze anche gravi se colpisce il trigemino, specie nel ramo oculare” spiega Pregliasco.

Non a caso Burioni, nella sua pagina Facebook, ha ricordato il caso di Brenden Hall, l’atleta paralimpico australiano che ha vinto la medaglia d’oro nei 400 metri stile libero a Londra nel 2012. “L’ha vinta però alle Paralimpiadi, in quanto a sei anni ha contratto la varicella, che non solo gli ha fatto perdere il 70% dell’udito, ma gli ha anche causato un arresto cardiaco prolungato e una trombosi venosa profonda a una gamba, costringendo i medici all’amputazione”.

“Anche l’influenza a suo modo è sottovalutata. Può causare ospedalizzazioni e complicanze batteriche. A differenza delle esantematiche, ci si può immunizzare al virus di quell’anno, ammalandosi, ma la copertura non varrà anche per quelli successivi, perché i virus mutano continuamente. Nonostante ci siano ogni anno 8 milioni di casi di influenza, e’ paradossalmente  più facile convincere a vaccinarsi per il meningococco, che causa 3/400 casi di meningite. E’ la percezione del rischio a cambiare” conclude il virologo.

Il caso di Bolzano

Bolzano e la provincia autonoma hanno le coperture vaccinali più basse d’Italia. Lì l’immunità di gregge è ancora lontana: per antipoliomelite, difterite, tetano, pertosse, haemophilus influenzae di tipo B ed epatite B si è all’85% (rispetto al 95%, soglia considerata necessaria per assicurare la non diffusione della malattia anche nei soggetti non vaccinati). Ancora più basse le percentuali per morbillo, rosolia e parotite (67%), mentre l’antimeningococco C è al 63%. Ancora peggio va per gli anti-influenzali per gli over 65 (37,8%) e per l’anti Papilloma Virus (27,8%).

Anche dopo la scadenza di legge del 10 marzo, le istituzioni hanno deciso per la linea “morbida” nell’applicazione anche delle sanzioni e dei provvedimenti previsti dal decreto Lorenzin per chi non rispetta l’obbligo di vaccinazione. La Provincia Autonoma del Trentino non ha applicato multe né esclusioni dalle scuole, nonostante fosse previsto dalla legge. Questo anche non far scattare la reazione del nutrito movimento antivaccinista, guidato dal Comilva (Coordinamento del movimento italiano per la libertà delle vaccinazioni).

Dopo una fiaccolata a inizio anno, 130 famiglie dell’Alto Adige avevano anche minacciato di chiedere “asilo sanitario” all’Austria. “Si tratta di una enclave, uno zoccolo duro che fa resistenza alle vaccinazioni. A fare da contraltare ci sono però casi come la provincia di Imperia, dove invece i dati sono tra i più alti d’Italia. Secondo me è sempre bene evitare scontri, sono guerre inutili, che provocano solo danno ai bambini”. Per spiegare l’utilità dei vaccini e convincere i genitori in modo non coercitivo, sono stati avviati colloqui privati e la Asl ha avviato una campagna pubblicitaria video.

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