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Noi giovani, fieri di vaccinarci

C’è chi non ne può più della Dad e chi vuole rivedere gli amici senza rischiare. Chi ha dovuto convincere i genitori e chi ha pensato al bene dei nonni. Ma la ragione principale è per tutti la stessa: «Proteggere me per proteggere anche gli altri»

Corrado Poli ha 11 anni e mezzo, vuole fare il vaccino anti-Covid ma, visto che per gli under 12 non è ancora previsto, lo ha chiesto come regalo per il prossimo compleanno, a marzo. Meglio di un nuovo videogioco? «Certo! Io voglio tornare al più presto a vivere come prima della pandemia, quando potevo giocare con i miei amici senza mascherina né distanziamento. E poi, il rischio di un altro anno in Dad, chiuso in casa qui a Milano, proprio no…».

Per garantire un anno scolastico normale, oltre che per raggiungere al più presto l’immunità di gregge, il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo ha varato un piano che prevede corsie preferenziali per gli under 20, che possono presentarsi negli hub senza prenotazione. I nostri ragazzi stanno già rispondendo bene: secondo i dati dello stesso commissario, in Italia si vaccinano fra i 50.000 e i 60.000 giovani al giorno, in Lombardia sono già il 62%, e il Financial Times ci colloca al terzo posto al mondo per vaccinazioni nella fascia 12-18 anni.


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Gli stessi teenager che pochi mesi fa accusavamo di essere il ventre molle del contagio, con il loro incosciente ammassarsi per strada e davanti ai pub. Invece proprio loro mostrano un senso civico superiore a quello dei 4,3 milioni di over 50 ritenuti a rischio che non hanno ancora prenotato neppure la prima dose.

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La mobilitazione dei ragazzi

«Quando siamo andati nelle scuole a spiegare l’importanza del vaccino anti-Covid, il 96% degli studenti ha dichiarato di volerlo fare» conferma Guido Castelli Gattinara, pediatra e infettivologo dell’Istituto per la salute del bambino e dell’adolescente all’ospedale Bambin Gesù di Roma, che ha avviato campagne informative nelle scuole. «La loro prima motivazione era: protegger e me per proteggere anche gli altri. Mi ha colpito il senso civico di questi ragazzi, la loro volontà di capire, di approfondire ciò che sentono dire dagli adulti».

Le tante iniziative regionali (vedi sotto) fanno il resto, spingendo molti giovani a rompere gli indugi. Anche quelli inizialmente più titubanti, come Sofia Di Lorenzo, 17enne siciliana: «In passato ho avuto delle allergie alimentari, quindi in famiglia eravamo pieni di dubbi perché si dicono tante cose sulle reazioni al vaccino» spiega. «Allora ci siamo presi del tempo per documentarci, abbiamo chiesto un consulto medico che ci ha rassicurati, infine abbiamo aspettato fino a quando, qualche settimana fa, sono stata io a dire: “Basta, lo faccio”. I contagi stavano aumentando, vivere sempre con l’ansia di finire ancora tutti rinchiusi in casa è deprimente. E poi l’ho sentito anche come un dovere nei confronti della società».

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L’attendismo (comprensibile) di tanti genitori

A fronte della mobilitazione dei ragazzi c’è l’attendismo di tanti genitori, comprensibile. Lo spiega Castelli Gattinara, che è anche docente di Malattie infettive all’università Tor Vergata: «In tanti mi chiamano perché hanno bisogno di rassicurazioni, per esempio sul fatto che il vaccino non è stato testato sul lungo periodo. È vero, ma oltre 4 miliardi di dosi somministrate nel mondo in pochi mesi confermano l’estrema rarità delle reazioni avverse. Tanti mi dicono: i ragazzi si ammalano meno di Covid e quasi sempre senza sintomi. Vero anche questo, finora, ma dobbiamo considerare anche gli effetti del Long Covid, come affaticamento e difficoltà di concentrazione: perché correre il rischio?».

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E come la mettiamo con i casi di miocardite e pericardite tra i giovanissimi che si sono verificati dopo l’iniezione e che spaventano tanti genitori? «La correlazione non è accertata, e si tratta di effetti molto più comuni e gravi se si contrae il Covid» continua l’esperto. «I rischi del vaccino sono molto minori di quelli causati dal virus e persino dai farmaci che diamo ai nostri figli senza pensarci troppo su, come antipiretici e antibiotici».

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Quando i genitori sono già pro-vax per i ragazzi vaccinarsi è automatico: «Perché non dovrei fidarmi?» si chiede Neva Amoruso Battista, 15 anni, di Milano, alla seconda dose. «Ho cercato di non farmi influenzare da notizie false e statistiche sbagliate: chi lo fa resta fermo sulla sua posizione». Chi approfondisce spesso cambia idea. Come Pietro Servadio, 21 anni, di Padova: «Quando ho letto dei casi di trombosi tra i più giovani mi sono spaventato, lo ammetto. Però ho anche capito quanto sia facile cedere agli allarmismi. A convincermi del tutto è stata l’introduzione del Green pass per frequentare l’università in presenza: voglio tornare a quello che i ragazzi della mia età hanno sempre vissuto».

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Casi in aumento tra i giovanissimi

È in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico che la vaccinazione in massa dei giovanissimi diventa ancora più urgente, soprattutto con lo spettro della variante Delta che – ha rilevato l’Istituto superiore di sanità – comincia a contagiare gli under 19 più dei 30-40enni. E la società americana di pediatria ha notato che a fine luglio i casi di Covid tra bambini e adolescenti sono quasi raddoppiati. Perciò adesso si deve valutare a livello mondiale l’opportunità di una vaccinazione sicura anche per gli under 12. «Le varianti colpiranno chi non è ancora immunizzato, cioè i giovani, arrivati più tardi al vaccino» continua Castelli. «Sono anche quelli con più socialità, quindi il rischio è maggiore non soltanto per loro ma per la circolazione generale del virus. Però io ho molta fiducia nella loro capacità di giudizio».


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Stoici e resistenti quando sono stati costretti a vivere chiusi in casa, adesso li vediamo in fila negli hub a riprendersi la libertà ma anche a darci lezioni di responsabilità civile. Del resto, questa è la “generazione Greta” che sui temi ambientali ci ha già insegnato tanto. «Lo faccio perché così so di tutelare i miei nonni e le categorie più fragili» spiega ancora Pietro. «Penso a chi non può vaccinarsi per questioni di salute: abbiamo tutti il dovere di proteggerci a vicenda» aggiunge Sofia.«Con le campagne di massa in passato abbiamo combattuto e sconfitto tante malattie, è la storia a insegnarci che i vaccini funzionano. Cosa dovremmo aspettare ancora?»

Le iniziative delle Regioni per coinvolgere i ragazzi

APERIVAX Idea nata a Palermo e diffusa in molti Comuni e stabilimenti balneari di tutta Italia, prevede la prenotazione del vaccino nei locali della movida, durante il rito dell’aperitivo.

OPEN NIGHT Le Asl della Liguria hanno previsto aperture serali straordinarie intorno a Ferragosto per intercettare i giovani vacanzieri, dal lido di Alassio al Palacrociere di Savona.

BEACH CAMPER “Giovani si vaccinano” è l’iniziativa della Regione Toscana per immunizzare gli under 20 sulle spiagge, dal Piombino a Viareggio, con un camper attrezzato per le iniezioni.

A SCUOLA Dal 23 agosto la Puglia sperimenterà la vaccinazione di massa gestita dalle scuole: a ognuna delle 7.000 classi coinvolte verrà indicato giorno e luogo per andare in gruppo.

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