La campagna del National Centre For Domestic Violence britannico sulla violenza domestica
La campagna del National Centre For Domestic Violence britannico sulla violenza domestica

La violenza domestica aumenta quando una squadra di calcio perde

Lo rivelano alcuni dati provenienti dal Regno Unito: i casi di violenza aumentano del 26% quando gioca l’Inghilterra e del 38% quando perde. Un problema che ha a che fare con la cultura del tifo

Quando il 19enne Bukayo Saka ha sbagliato il rigore che ha consegnato il Campionato europeo all’Italia, nel nostro Paese è scoppiata la gioia. In moltissimi si sono riversati in strada a festeggiare per tutta la notte, suonando clacson e trombette, sparando fuochi d’artificio e sventolando bandiere: un momento di felicità collettiva che si aggiunge al carnet di vittorie della Nazionale italiana. Come ci insegna la finale dell’Europeo del 2012, però, quando l’Italia perse contro la Spagna in un rovinoso 4 a 0, per una squadra che vince ce n’è sempre una che perde. Al di là della reazione dei calciatori della Nazionale britannica, che si sono tolti la medaglia con un gesto che molti hanno considerato come poco sportivo, a preoccupare di più è stata la reazione dei tifosi che domenica sera riempivano Wembley e quelli che, sparsi per il Regno Unito, avevano seguito la partita.

Come ha segnalato su Twitter il National Centre For Domestic Violence (NCDV, servizio di emergenza gratuito per le vittime), infatti, gli incidenti di violenza domestica aumentano drasticamente quando gioca l’Inghilterra: sarebbero il 26% in più rispetto alla norma e il 38% in più quando la Nazionale perde (i dati provengono dall’Università di Lancaster). Proprio per questo motivo nel 2018 il NCDV aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione che recitava «Se l’Inghilterra perde, lei viene picchiata».

La violenza aumenta dopo la partita…

Secondo una recente ricerca della London School of Economics Centre for Economic Performance, alla fine di una partita gli abusi domestici iniziano ad aumentare e raggiungono un picco dell’8,5% in più rispetto alla media circa dieci ore dopo (mentre diminuiscono del 5% durante le due ore di gioco). Lo studio si è avvalso dei dati raccolti in otto anni dalla Greater Manchester Police, che ha collezionato informazioni su quasi 800 partite giocate dal Manchester United e dal Manchester City tra aprile 2012 e giugno 2019. Al fine di studiare l’effetto del calcio sugli abusi domestici, i ricercatori hanno confrontato la frequenza di segnalazioni di abuso nei giorni delle partite quella dello stesso giorno della settimana e del mese in cui non c’era nessun match. In media, nel periodo che va dal 2012 al 2019 sono stati registrati circa nove casi di abusi domestici ogni due ore nell’area di Greater Manchester. I ricercatori hanno inoltre segnalato come spesso l’aggravante sia l’elevato consumo di alcolici.

Dopo l’omicidio di Sarah Everdon, rapita, violentata e gettata in un campo nel Kent lo scorso marzo, nel Regno Unito si è parlato molto di femminicidio e violenza di genere, anche per via di un report di Femicide Census che ha fatto luce sulla situazione nel Paese, dove dati di questo tipo fino a quel momento non erano stati raccolti. Secondo quanto rilevato dalla ricerca, in un periodo di dieci anni, e cioè dal 2009 al 2018, in Gran Bretagna è morta una donna ogni tre giorni per mano di un uomo, a riprova di come questo sia un problema che non conosce confini nazionali. Come rileva la giornalista e scrittrice Mona Eltahawy, durante i Mondiali del 2014 e del 2018, in Colombia i casi di violenza da parte di uomini contro le loro partner sono aumentati in media rispettivamente del 38% e del 25% quando la Nazionale giocava. E di quasi il 50% durante la Copa America del 2015 rispetto ai giorni in cui la Colombia non giocava. Purtroppo, non abbiamo dati di questo tipo sull’Italia.

… ed è il riflesso di un grosso problema nella cultura del tifo

Studiare la correlazione tra gli abusi domestici e un certo tipo di cultura del calcio è un’operazione particolarmente interessante, perché mette in evidenza un problema che è evidente sotto molti altri punti di vista: la violenza intrinseca di certe tifoserie. Una violenza che negli anni abbiamo visto tanto nei festeggiamenti quanto nelle aggressioni tra tifoserie avverse, nella devastazione di stadi, macchine, mezzi pubblici e strade dove i tifosi si trovano a passare e, non da ultimo, negli insulti razzisti e omofobi ai giocatori neri, musulmani, asiatici o a quelli che si sono fatti portavoce di diritti civili – lo stesso Saka e gli altri giocatori neri che hanno sbagliato i rigori sono stati travolti di offese sui social dopo la sconfitta. Il calcio è un bellissimo sport, che può unire le persone, farle soffrire e gioire insieme, ma è anche intriso di misoginia, razzismo e violenza: prima lo riconosciamo, prima si può iniziare a pensare a un modo differente di vivere questo sport. 

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