Donna intimo

È ora di tornare dal ginecologo

Nella fase 2 ambulatori e ospedali verranno controllati e messi in sicurezza. Intanto, leggendo questo articolo, si può capire se serve subito una visita dal ginecologo o no

→ IL NOSTRO MESE DELLA PREVENZIONE

Disturbi femminili

Sino alla fine di maggio il team del Centro Biogenesi diretto dal dottor Mario Renzini risponde al numero 0398383214 oppure via mail all’indirizzo [email protected]. Puoi telefonare dal lunedi al venerdì, dalle 14 alle 15.

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C’è chi non sa dove rivolgersi per fare la preparazione al parto e chi ha disturbi intimi e dolori ma vive con angoscia l’idea di andare in ospedale. La confusione e la paura anche in fase 2 è tanta. «Gli ospedali stanno tornando alla loro routine e non è il caso di preoccuparsi» dice Mario Mignini Renzini, direttore medico del Centro di Medicina della Riproduzione Biogenesi e responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia presso gli Istituti Clinici Zucchi di Monza. «Prima di riaprire, infatti, devono essere valutati da una commissione che ne certifica la sicurezza. Certo, la ripartenza non è uguale in tutta Italia. In alcune Regioni, come Lombardia e Piemonte, è ancora valido il consiglio di recarsi in ospedale solo in caso di urgenze per non sovraccaricare i pronto soccorso».

Cosa succede allora se abbiamo bisogno del ginecologo? E quando possiamo curarci da sole? Ce lo spiega il nostro esperto.

Hai mal di pancia o vaginiti

In questo periodo il ciclo può essere più doloroso del solito: è colpa del lockdown. A scatenare il male è l’irregolarità intestinale. «Le modificazioni ormonali tipiche dell’ultima fase del flusso sono già abitualmente un fattore che aumenta il rischio di avere dolore» aggiunge l’esperto. «A questo si aggiungono altri due fattori che hanno caratterizzato gli ultimi due mesi, cioè la sedentarietà e spesso l’alimentazione sregolata».

Per calmare il mal di pancia metti sull’addome la borsa dell’acqua calda: il calore, come ha provato anche uno studio della University college di Londra, disattiva i messaggi di dolore inviati al cervello.

Per l’intestino, invece, via libera a lattuga, zucchine, spinaci, yogurt, fichi e prugne, cereali integrali, legumi. La stitichezza può anche scatenare prurito intenso alle parti intime, bruciore e perdite. Sono i sintomi della vaginite, un’infezione frequente che può essere causata anche da farmaci come gli antibiotici e da malattie a trasmissione sessuale. Inizia subito una cura locale con ovuli a base di probiotici che ripristinano la flora batterica vaginale e usa un detergente a pH 3,5: se dopo tre giorni non migliori senti il medico. «Bisogna contattare subito il ginecologo se si presentano sintomi diversi dal solito, come perdite di sangue tra un ciclo e l’altro oppure dolori molto forti al basso ventre» avverte l’esperto.

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Aspetti un bambino

Non saltare i controlli mensili per la paura di contagio: in ospedale per le donne covid-free c’è un percorso separato. Ricordati sempre di indossare la mascherina chirurgica, di lavarti spesso le mani anche con il gel mentre sei in ospedale. E tra un controllo e l’altro, se hai il sospetto che qualcosa non vada, non perdere tempo ma chiama il tuo ginecologo, oppure fatti portare nel pronto soccorso ostetrico di riferimento.

Quando arrivi al sesto mese, chiedi al ginecologo o all’ostetrica per il corso di preparazione al parto: la maggior parte dei reparti maternità e molti centri privati li organizzano on line. Puoi anche pianificare insieme al ginecologo e all’ostetrica il momento della nascita e la presenza del tuo partner, se è sano.

Al ricovero verrà comunque eseguito un tampone nasofaringeo. Il test va effettuato anche se nessuno della tua famiglia è Covid-positivo e se non hai sintomi: da un’analisi condotta per 14 giorni in due centri ginecologici americani, è emerso che erano positive al tampone il 13,7% delle donne asintomatiche. Se accade anche a te, non ti devi preoccupare, perché è accertato che non c’è la trasmissione del virus da mamma a neonato. Devi rinunciare però al parto in acqua, se lo hai chiesto, perché il virus si può trasmettere attraverso le feci che possono essere rilasciate durante le spinte.

Devi ricorrere alla fecondazione assistita

Sfatiamo subito una fake news: non ci sono ad oggi evidenze circa la possibile trasmissione del virus attraverso gli ovociti o il liquido seminale. È vero che i trattamenti sono stati sospesi durante il picco di contagi in Italia. Ma la decisione era legata al fatto che la maggior parte delle coppie si sposta da una Regione all’altra e questo in fase di lockdown era proibito.

Ora, i trattamenti gradualmente verranno ripresi, ma con prudenza. «Possono iniziare la terapia di preparazione le coppie che non hanno avuto sintomi da Covid-19 da almeno 14 giorni prima dell’appuntamento» sottolinea l’esperto. «In caso di fecondazione eterologa invece, il tempo libero da sintomi deve perdurare da almeno 14 giorni prima della donazione di gameti». Se il Centro non è nella propria Regione, però, prima di prendere l’appuntamento è bene informarsi: in alcune, come l’Emilia-Romagna, ad esempio, attualmente l’assistenza sanitaria è solo per i residenti.

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Per chi sta allattando

1. Se sei covid positiva.
Puoi allattare al seno perché non ci sono rischi di trasmissione del virus. Ma deve essere il medico a deciderlo, in base al tuo stato di salute. E dovrai sempre indossare la mascherina chirurgica.

2. Le regole per le visite dei parenti.
Se non sei in quarantena, puoi ricevere parenti in visita ma solo se stanno a distanza di un metro e mezzo dal neonato. Mai più di due-tre persone nella stessa stanza E tutti con la mascherina.

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