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Nuove cure per il tuo pet

Dall’artrosi ai calcoli, la medicina integrata cerca di risalire alle origini dei disturbi. Qui due casi spiegati dalla veterinaria

Mai sentito parlare di farmaci low-dose? E di omotossicologia? «Sembrano parole astruse, ma in realtà chi si cura con l’omeopatia le conosce, anche se magari ancora non sa che questo tipo di cure può essere utilizzato anche per i nostri animali» spiega Antonella Caggegi, medico veterinario e consulente di medicina integrata alla Clinica Veterinaria Centrale Dottoressa Elena Jommi a Milano (clinicaveterinariacentrale.it). Si è diplomata in omeopatia classica e, dopo tanti anni di attività in questo campo, ora è una docente Amiot, l’Associazione dei medici italiani di omotossicologia. «I farmaci tradizionali sono necessari per curare tante malattie di cani e gatti, ma non sono l’unica arma di cui disponiamo. Ne esistono altre che sono efficaci. E, poi, è l’approccio che cambia. La medicina integrata considera ogni caso a sé. Agisce sulle M cause e non solo sui sintomi e le terapie variano con i pazienti». Ecco qualche esempio.

L’arnica per il gatto

«Sto curando un gatto che ha problemi di calcoli vescicali, una malattia piuttosto diffusa tra i felini» racconta la dottoressa. «La prima cosa che prescrivo è l’esame delle urine. Se i globuli bianchi sono alle stelle serve l’antibiotico, ma non sempre è indispensabile. Detto ciò, potrei curare l’animale con un antinfiammatorio tradizionale, ma preferisco l’arnica, che ha la stessa azione però è naturale. In più, prescrivo uno spasmolitico, il Cuprum, derivato del rame, che è un miorilassante di tutta la muscolatura. Eliminato lo spasmo, di solito nel giro di qualche ora il gatto riesce a fare pipì, ma è importante anche seguire una dieta alimentare» spiega la Caggegi.

Un farmaco low dose per il cane anziano

Altri esempi? «Potrei farne mille. Sto curando un labrador che soffre di spondilosi lombare: cammina a fatica, non riesce a salire in macchina, fatica a scodinzolare. Il protocollo della medicina tradizionale prevede un antinfiammatorio, il protettore gastrico, l’antidolorifico e il riposo. Ma così il cane sente solo meno dolore e non si risolve il problema. Ecco perché scelgo una strada diversa e, sapendo dalla lastra che ha una spondilosi lombare, preferisco consigliare una correzione osteopatica e una dieta dimagrante, perché spesso si tratta di animali in sovrappeso. Poi, prescrivo dei farmaci low-dose, che non sono tossici per l’organismo: ne esiste uno specifico per l’artrosi che stimola la cartilagine e rafforza i legamenti. Ho cani anziani che vanno avanti anni con queste cure. Ma sono efficaci anche la laserterapia e l’agopuntura». E nei casi più gravi? «Ho a che fare con tanti animali che hanno tumori incurabili. In questi casi intervengo per aiutare l’organismo a sopportare meglio la chemio».

PER SAPERNE DI PIÙ
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