Un frame di “Everydays: The First 5000 Days” (2021) di Beeple, opera d'arte digitale battuta all
Un frame di “Everydays: The First 5000 Days” (2021) di Beeple, opera d'arte digitale battuta all'asta per 69,3 milioni di dollari

Che cosa sono gli Nft e perché se ne parla

Nft sta per “Not Fungible Token” (ovvero gettoni non fungibili) e si tratta del «corrispettivo virtuale di un pezzo unico». Inizialmente usati nel mondo dell’arte, ora si stanno diffondendo anche in altri campi. Ma cosa sono esattamente?

Nell’ultimo periodo avrai sentito parlare di Nft, soprattutto dopo che si è diffusa la notizia, riportata da tutti i media, che lo scorso 25 febbraio Christie’s ha messo all’asta, con un prezzo di apertura di 100 dollari, un’opera d’arte digitale di Beeple, un artista fino a quel momento abbastanza sconosciuto al grande pubblico che in molti paragonano a Banksy o KAWS. La sua “Everydays: The First 5000 Days” (2021), però, è stata poi venduta alla stratosferica cifra di 69,3 milioni di dollari, stabilendo un record assoluto per un’opera d’arte digitale.

Così Beeple è diventato il terzo artista vivente più costoso mai andato all’asta dopo Jeff Koons e David Hockney, decisamente più conosciuti, mentre il venditore, un collezionista di Miami, ha centuplicato il suo investimento iniziale: aveva infatti acquistato l’opera nell’ottobre 2020 per “soli” 67.000 dollari.

L’arte digitale non è certo qualcosa di nuovo e gli Nft, intesi come prodotti artistici che esistono solo in formato virtuale, non  sono una novità, ma non era mai capitato che un’opera d’arte di questo tipo fosse battuta all’asta a un prezzo così esorbitante. Volendo semplificare, l’esplosione di questo mercato per ricchissimi è un’altra (singolare) conseguenza della pandemia, che nell’ultimo anno e mezzo ha tenuto chiuso le principali gallerie nel mondo e impedito lo svolgersi delle fiere. Se gli Nft sono quindi partiti da quel mondo elitario, si sono ben presto trasformati, arrivando in altri settori come la moda e il design: potremmo definirli una gamma di prodotti sempre più ampia, pensata per essere fruita esclusivamente nel mondo virtuale. Ma cos’è, esattamente, un Nft?

Cosa sono gli Nft…

L’acronimo Nft sta per “Non Fungible Token”, che potremmo tradurre letteralmente con “gettoni non fungibili” e indica la versione virtuale di un oggetto, già esistente in realtà ma anche interamente digitale, considerato unico. Gli Nft utilizzano la tecnologia blockchain, attraverso cui (anche qui semplificando molto) fatta di codici inalterabili in grado di tracciare qualsiasi transizione, accertando il costo e la proprietà dei beni. L’attuale boom riguarda principalmente le risorse puramente digitali, comprese immagini, Gif, canzoni o video. In particolar modo, gli Nft rendono le opere d’arte digitali uniche (grazie proprio all’utilizzo della blockchain, che potremmo considerare una sorta di catena di verifica del loro valore) e quindi vendibili.

Al di là del mondo dell’arte, dicevamo, gli Nft stanno diventando sempre più popolari: un gran numero di artisti, musicisti, influencer e addirittura marchi sportivi stanno infatti utilizzando gli Nft per monetizzare beni digitali che in precedenza erano economici se non proprio gratuiti. Come spiega il New York Times, «la tecnologia risponde anche al bisogno di autenticazione e provenienza del mondo dell’arte in un mondo sempre più digitale, collegando in modo permanente un file digitale al suo creatore»: se, insomma, internet è stato finora il regno delle cose riprodotte all’infinito, gli Nft introducono la possibilità di rintracciare e certificare l’autenticità dei prodotti.

… e come vengono usati

Oltre alle opere d’arte, gli Nft hanno quindi iniziato a comparire in più settori. Basta pensare alla recente collaborazione tra lo studio di design Rtfkt e il giovanissimo designer digitale Fewocious, che hanno realizzato 613 paia di sneaker Nft per un totale di 3,1 milioni di dollari, con prezzi che oscillano dai 3 ai 10mila dollari a paia. In questo caso, gli acquirenti hanno successivamente ricevuto a casa le scarpe, ma il vero prodotto da sfoggiare è quello che si visualizza sullo schermo dello smartphone. E non è che un esempio: anche la supermodella Kate Moss si è lanciata nell’arena: si è in collaborazione con il collettivo artistico Moments in Time, ha infatti dato vita a tre brevi corti girati nella sua abitazione, ciascuno dei quali la ritrae in momenti quotidiani come una passeggiata in campagna o un giro in macchina: si intitolano Drive with Kate, Sleep with Kate e Walk with Kate. I tre video sono stati messi all’asta attraverso la piattaforma specializzata Nft Foundation e una parte dei proventi verrà devoluta alla fondazione Gurls Talk fondata dalla modella Adwoa Aboah. 

Secondo il rapporto NFT 2020, pubblicato da L’Atelier BNP Paribas e Nonfungible.com, il valore del mercato NFT è cresciuto del 299% nel 2020, quando era valutato oltre 250 milioni di dollari. Ma i primi mesi del 2021 hanno già visto vendite sbalorditive, anche prima che l’opera di Beeple fosse battuta all’asta da Christie’s. Gli esperti prevedono che sempre più aziende e creator inizieranno a utilizzarli e che ben presto il numero di prodotti, non solo artistici, che “consumiamo” e fruiamo unicamente nello spazio digitale crescerà esponenzialmente: se sia un bene o un male lo capiremo poi.

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