Se ne è andato a 84 anni. Al cinema, ebbe anche ruoli drammatici. Ma la gloria arriverà con la saga di Fantozzi
È morto, a Roma, in una clinica privata, l’attore Paolo Villaggio. Aveva 84 anni. Era ricoverato da giorni in una clinica privata.
Genovese purosangue, è stato scrittore, autore e istrione, protagonista di una stagione storica dell’intrattenimento, tra grande schermo, radio e tv. Ha dato il volto a mille personaggi entrati nell’immaginario collettivo, primo fra tutti il ragionier Ugo Fantozzi.
Villaggio si era avvicinato al mestiere grazie alla compagnia goliardica Baistrocchi, nel teatrino genovese di piazza Marsala, nel cabaret romano 7×8 e alla radio, nel 1968 esordì in tv con “Quelli della domenica”. Al cinema cominciò con Brancaleone alle crociate (Monicelli 1970). Si era sposato con Maura Albites, che aveva conoscito dal 1954 e che seguì quando lei se ne andò a lavorare a Londra. Avranno due figli: Elisabetta e Pierfrancesco. «Ciao papà, ora sei di nuovo libero di volare». Così ha scritto la figlia, su facebook, annunciando la morte del padre. Il messaggio è accompagnato da una foto in bianco e nero che ritrae Paolo Villaggio da giovane insieme ai figli.
Paolo Villaggio aveva inventato la saga di Fantozzi (cinque libri, dieci film, il primo nel 1975), aveva vinto un David di Donatello come miglior protagonista per “La voce della luna” (Fellini 1990) e un Nastro d’argento per “Il segreto del bosco vecchio” (Olmi 1993). Aveva scritto per Mondadori diversi saggi a carattere humor-satirico. Le ultime pubblicazioni: “Mi dichi” (2011) e “La tragica vita del ragionier Fantozzi” (2012).
Il web ne aveva annunciato la morte diverse volte: lui ci rideva su. Ma in un’intervista aveva anche già dettato la sua uscita di scena: «Verrò a passare le ultime ore a Sori, sulla riviera ligure, dove sono i miei genitori, mi farò cremare e poi una ragazza giovane mi butterà nel mare che amo tanto. Altrimenti, se diventa complicato, ho già pronto un ristoratore di Sori che mi farà bollire. Ore, ore e ore».