Dakota Johnson racconta la sua depressione

  • 15 05 2020

L'attrice 30enne di "Cinquanta sfumature" lotta contro la depressione da quando era adolescente: «Ho cominciato a combattere contro la depressione quando avevo 14 anni». Ma questo oggi non condiziona la sua relazione con Chris Martin

Certamente essere cresciuta a pane e copioni con una madre come Melanie Griffith, candidata all’Oscar per la sua interpretazione in Una donna in carriera, e con un padre come Don Johnson, l’idolatrato detective Sonny Crockett nella serie TV Miami Vice (e non dimentichiamoci il patrigno Antonio Banderas), non deve essere stato facile per la piccola Dakota Johnson: Hollywood può essere un luogo molto difficile e faticoso in cui crescere. Ma oggi Dakota può dire di avercela fatta: ha imparato a tenere a bada i pensieri oscuri e in un’intervista a Marie Claire UK, ha raccontato come convive con ansia e depressione da quando era un’adolescente.

«Ho lottato con la depressione da quando ero giovane, da quando avevo 15 o 14 anni. È stato allora che, con l’aiuto di professionisti, ho capito che era qualcosa nella quale potevo cadere facilmente. Ma ho imparato a trovare la parte positiva perché riesco a percepire il mondo. Penso di essere molto complessa, ma non lo dò a vedere. Non è un problema degli altri», ha raccontato Dakota Johnson che oggi è una bellissima trentenne. L’attrice però aveva già parlato della sua salute mentale quando si era fatta conoscere in tutto il mondo grazie alla trilogia di Cinquanta sfumature (di grigio, di rosso e di nero). Solo un paio di stagioni cinematografiche fa, ha raccontato che quelle pellicole, con quelle scene erotiche portate all’eccesso, l’avevano «letteralmente distrutta psicologicamente». Ma se ricordate bene anche attori come Sharon Stone e Micheal Douglas o Tom Cruise e Nicole Kidman avevano dovuto fare i conti con “traumi da stress” dopo Basic Instinct e Eyes wide shut. «Il sesso può essere deleterio», aveva spiegato l’attrice australiana sottolineando come quel film aveva contribuito a mettere la parola fine al suo matrimonio. Per Dakota c’è stato anche il remake di Suspiria a mettere a dura prova il suo benessere psicologico: «Stavamo in un albergo abbandonato, in cima a una montagna. Sul tetto, c’erano trenta ripetitori per telefono e l’edificio era pervaso dall’elettricità. Ci si dava la scossa a vicenda non appena capitava di sfiorarsi, faceva un freddo cane. Girare quel film mi ha incasinata così tanto che sono dovuta andare in terapia. Il mio cervello vaga spesso in meandri folli e oscuri. Devo fare tanto lavoro per tenere a bada questi pensieri. Faccio tanta terapia».

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Dakota si descrive comunque come una donna stabile che ha trovato un proprio equilibrio sia nella vita professionale – «Per molto tempo ho fatto film senza avere voce in capitolo», ha detto per spiegare la scelta di fondare una sua casa di produzione, la TeaTime Pictures – sia in quella privata, con il suo compagno Chris Martin, il frontman dei Coldplay, ex marito di Gwyneth Paltrow, con cui vive dal 2017. Una relazione vissuta il più lontano possibile dai riflettori. Ma che, in ogni caso, fa notizia. Soprattutto quando i due collaborano.
È successo nell’ultimo video dei Coldplay, Cry Cry Cry, diretto proprio da Dakota Johnson. «Ho scritto la storia e l’ho presentata alla band come hanno fatto tutti gli altri registi, e hanno scelto la mia. Non certo perché siano parziali con me…», ha raccontato sorridendo in modo malizioso ad ITV.

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