Quello tra l’Associazione dei consumatori e i Ferragnez sembra proprio un rapporto molto difficile: il Codacons ha infatti denunciato (di nuovo) l’influencer e imprenditrice (tra le più pagate al mondo) per blasfermia. Il motivo? Chiara Ferragni si è fatta “ritrarre” in versione Madonna. L’immagine in questione, uscita a corredo di un’intervista per un noto settimanale, la raffigura nei panni di una moderna Madonna con bambino – esattamente come quella dipinta da Giovanni Battista Salvi – e sfrutterebbe, secondo l’associazione, la figura tanto cara alla religione cattolica a scopo commerciale, «essendo noto come la Ferragni sia una vera e propria macchina da soldi finalizzata a vendere prodotti, sponsorizzare marchi commerciali e indurre i suoi follower all’acquisto di questo o quel bene». La foto, definita da molti di dubbio gusto ha generato non poca indignazione tra i fedeli ed è stata definita «una grave mancanza di rispetto per i cristiani, per l’intero mondo religioso e per l’arte in genere…una squallida e inutile provocazione».

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Ma Chiara Ferragni non è certo una sprovveduta, anzi, dietro ogni sua scelta, possiamo immaginare, si cela un’accurata valutazione dei pro e dei contro di tale decisione. Eppure non è la prima volta che il Codacons bacchetta i Ferragnez. La più famosa battaglia dell’associazione contro la coppia era avvenuta proprio durante il lockdown quando, dopo un’iniziale donazione di 100mila euro, “Chiara&Fede” erano riusciti a raccogliere i fondi necessari alla costruzione di un reparto aggiuntivo di terapia intensiva per l’ospedale San Raffaele di Milano dove poter curare i malati di Covid. Anche in questo caso il Codacons aveva detto la sua invocando chiarezza circa «la raccolta fondi lanciata da lui (Fedez) insieme alla moglie Chiara Ferragni», con tanto di richiesta all’Antitrust ad intervenire sul sito utilizzato dalla coppia (Gofundme). «Ne esco con 15 denunce, se non ho perso il conto. Loro hanno criticato la mia raccolta fondi e io ho risposto per le rime, facendo notare la poca trasparenza delle loro azioni. Il risultato, atti giudiziari per diffamazione, calunnia, associazione a delinquere, violenza, minacce plurime e induzione a commettere reati e una richiesta di 393mila euro di danni, che avranno solo l’effetto di intasare i tribunali», si era difeso il rapper.

Un’altra lite tra la fashion blogger e il Codacons era andata in scena poco prima dello scorso Festival di Sanremo, la manifestazione canora più amata dagli italiani, quando l’Associazione consumatori si era addirittura detta pronta a intentare causa alla Rai quando il nome della Ferragni era emerso nella lista delle donne che avrebbero potuto scendere la scalinata del teatro Ariston per affiancare il conduttore Amadeus. «Una scelta sbagliata per l’azienda che dovrebbe invece individuare modelli più adatti», aveva tuonato il Codacons. Ovviamente la bionda imprenditrice non le aveva mandate a dire e si era espressa attraverso i social dichiarando di essere rimasta colpita da tanta aggressività nei suoi confronti.