Ciao Lina! Morta la Wertmuller, regina della commedia all’Italiana

  • 09 12 2021
È morta a Roma la grandissima regista di film indimenticabili come "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" e "Pasqualino Settebellezze". È stata la prima donna a essere candidata come regista agli Oscar nel 1977

È morta all’età di 93 anni la prima regista candidata all’Oscar, Lina Wertmuller. Si è spenta nella notte a Roma la grande protagonista del cinema italiano che ha firmato commedie passate alla storia come Mimì metallurgico ferito nell’onore, Pasqualino settebellezze e il leggendario Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, pellicola dal successo internazionale interpretata da Mariangela Melato e Giancarlo Giannini e poi “rivisitata” da Guy Ritchie nel 2002 con protagonisti Madonna (allora sua moglie) e Adriano Giannini.

La regista dagli occhiali bianchi, come l’hanno soprannominata a Hollywood, che ha fatto dei titoli chilometrici un vero e proprio marchio di fabbrica, ha regalato al mondo del cinema e alla commedia all’italiana tutta la sua vita – che ha condiviso con lo scenografo Enrico Job da cui ha avuto una figlia, Maria Zulima. Cresciuta in un mondo di uomini e lavorando sul piccolo e grande schermo con maestri del calibro di Giorgio De Lullo e Garinei e Giovannini, e lavorando quindi per satira e realismo popolare, è stata iniziata al teatro da una donna, Flora Carabella, sua compagna di scuola e poi moglie di Marcello Mastroianni: era stata proprio lei a spingerla a frequentare Cinecittà e dintorni e a farle conoscere Federico Fellini con cui avrebbe lavorato come aiuto regista ne La dolce vita.

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Per Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich (un nome troppo altisonante per una donna che voleva solo regalare sorrisi alla gente) l’anno della svolta è stato il 1963 con la versione televisiva di uno dei libri per ragazzi più popolari e amati di sempre, Il giornalino di Gian Burrasca. Era stata sua l’intuizione geniale di affidare il ruolo principale a Rita Pavone vestita da maschio e nel ’64 gli otto episodi trasmessi dall’allora primo canale Rai hanno battuto ogni record. Da quel momento sarebbe diventata una “firma” apprezzata e ricercata.

È stata una vera e propria pioniera nella formazione femminile nel cinema tanto che, poi, l’Oscar alla carriera a Los Angeles è andata a prenderselo (nel 2019 ha vinto l’Academy Award onorario). Accanto a lei, in quel magico momento, Sofia Loren che ha diretto in diversi film, e Isabella Rossellini, due donne che hanno portato, come la Wertmuller, l’italianità nel mondo.

Tutti hanno amato Lina per la sua ironia e la sua visione del mondo attraverso i suoi celebri occhiali bianchi che l’hanno resa unica. E oggi tutti la piangono.

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