cistite da stress

Cistite da stress: come riconoscerla e prevenirla

Se ricorre troppo spesso, può dipendere da condizioni stressanti che indeboliscono il sistema immunitario

Secondo i dati ufficiali del Ministero della Salute, un terzo delle donne italiane ha sofferto almeno una volta di cistite acuta nella vita, richiedendo l’intervento del medico.

Le cause principali sono dovute ai batteri dell’intestino, il “vicino di casa” della vescica, i quali, entrando a contatto con l’apparato urinario inferiore, lo infettano, fino a procurare bruciore e dolore. Il noto Escherichia coli, presente nei residui fecali, non è un batterio che abita le pareti della vescica, bensì solo quelle intestinali! Tuttavia, per motivi anatomici, nelle donne l’ano e l’uretra sono talmente vicini che il contatto inevitabilmente accade: basti pensare a quando ci si lava o si va alla toelette.

Se le nostre difese immunitarie sono forti, la vescica non teme questo ingresso batterico “involontario”; se invece si abbassano ne può risultare aggredita. Ecco che insorge la cistite, ovvero l’infiammazione della vescica.

L’indebolimento del sistema di difesa dipende, tra l’altro, dallo stress, il quale comporta altri disturbi che concorrono all’innescarsi del processo infiammatorio: stipsi, diarrea, colon irritabile ma anche abitudine errate come dimenticarsi di bere o di urinare. In questi ultimi due casi, le urine risulterebbero troppo concentrate e resterebbero troppo a lungo nella vescia, con il risultato di non favorire l’espulsione dei batteri responsabili della cistite.

Lo stress inoltre può alterare la flora batterica vaginale, che ha il compito di mantenere l’equilibrio di germi “buoni” e “cattivi” e di contrastare l’attacco dei batteri indesiderati, tra cui quelli intestinali. La trasmissione batterica da ano, vagina, uretra e quindi vescica è spiegata dalla vicinanza anatomica.

Cistite da stress: cos’è?

Lo stress causa la cistite? È la domanda che almeno la metà delle donne che soffrono di cistite si sono poste durante i tipici attacchi dolorosi al basso ventre.

Per evitare equivoci, chiariamo subito che non è lo stress a causare direttamente la cistite, bensì è “solo” uno stato che altera le condizioni di salute della donna, rendendola più esposta a infiammazioni delle vie urinarie. Quando si è stressate, il sistema di difesa si può indebolire al punto da essere meno forte di fronte alle aggressioni dei batteri, i principali responsabili delle infiammazioni della vescica.

La questione cambia in caso di cistite ricorrente, cioè che torna a manifestarsi più volte durante l’anno, malgrado l’adozione di pratiche igieniche corrette. In questo caso, è probabile che lo stress possa avere un ruolo di primo piano.

Sintomi

I segnali con cui si manifesta la cistite da stress non sono diversi dalla cistite “classica”. L’unica differenza potrebbe consistere nel suo essere ricorrente, cioè presentarsi spesso, senza che ci siano cause apparenti (rapporti sessuali, intestino pigro, colon irritabili, pratiche igieniche scorrette).

Le manifestazioni tipiche dell’infiammazione alla vescica sono:

– intenso bruciore durante e dopo la minzione (se accade prima, è molto probabile che si tratti di vaginite);

– dolore al basso ventre;

– senso di malessere e stanchezza.

Nei casi più gravi:

– sangue nelle urine;

– febbre;

– impossibilità a camminare, stare seduta, in piedi, o coricata.

Ai primi sintomi è importante rivolgersi al medico che provvederà ad eseguire un’urinocoltura per individuare il batterio responsabile dell’infiammazione. Saprà così prescrivere la cura più adatta.

In alcuni casi, dopo 1 o 2 giorni di cure naturali o riposo si può avere la sensazione che l’infiammazione sia passata, ma quasi mai lo è: i batteri non vanno via da soli! I sintomi possono alleviarsi, ma dopo qualche giorno la cistite ritorna (recidiva). Se trascurata, l’infezione può raggiungere le vie urinarie più alte con conseguenze più serie.

Cause della cistite

Nel 90% dei casi, i batteri che attaccano la vescica provengono dal vicino intestino. L’Escherichia coli è il microrganismo più comune, ed è responsabile dell’85% delle infezioni delle vie urinarie inferiori.

A questi possono aggiungersi altri microrganismi di provenienza intestinale o microrganismi provenienti dall’area genitale esterna. L’identificazione dell’agente infettante attraverso l’urinocultura è importante per la diagnosi e per la terapia, specie nelle cistiti ricorrenti, anche per escludere altre condizioni patologiche dell’apparato urogenitale, di natura non infettiva, che possono simulare i segni e i sintomi di un’infezione urinaria.

La cura della cistite attraverso i farmaci

Dopo aver individuato il batterio responsabile della cistite attraverso l’urinocoltura, il medico prescrive i farmaci, spesso antibiotici, più efficaci. Se i batteri vengono ridotti ma non eliminati, quasi certamente si verifica una recidiva, che non è altro che la stessa infezione non eradicata. Ciò accade quando viene somministrato un antibiotico troppo blando o semplicemente non indicato per combattere quello specifico batterio.

La terapia più adatta prevede l’uso di antibiotici non solo specifici, ma che proteggano la flora batterica vaginale che è una delle difese naturali contro l’infiammazione alle vie urinarie.

Terapie alternative contro la cistite

Al di là degli antibiotici, comunemente prescritti nella cistite ma non sempre risolutivi né privi di effetti collaterali, una soluzione dolce ed efficace arriva dalla natura: si tratta del D-mannosio, un monosaccaride (cioè uno zucchero semplice, costituito da un’unica molecola) estratto dal legno della betulla o del larice.

Questo zucchero viene poco metabolizzato dall’organismo e così giunge inalterato nelle vie urinarie. Ed è proprio qui che il D-mannosio si rivela utile: la sua particolare struttura fa sì che i batteri si leghino più tenacemente al D-mannosio anziché aderire alle pareti della vescica, per essere poi espulsi con le urine.

Il mirtillo americano utile nella prevenzione

Per prevenire la cistite da stress è possibile ricorrere ad alcuni rimedi naturali.

Tra questi rientra il cranberries, disponibile sul mercato in diverse forme: estratti secchi oppure succhi concentrati, da assumere per almeno 2 mesi in caso di cistite ricorrente. Su dosi e modalità di somministrazione, meglio affidarsi al farmacista o erborista di fiducia.

Va specificato che questi frutti non curano gli attacchi acuti di cistite, bensì si limitano a prevenirne l’insorgenza. Merito di alcune sostanze presenti in grandi quantità nei mirtilli rossi: acido salicilico e polifenoli, che creano un ambiente sfavorevole all’attecchimento del batterio Escherichia coli, principale responsabile della patologia, impedendo che aderisca alla parete della vescica.

Fermenti vivi per prevenire la cistite

Se assunti in quantità adeguate, i probiotici hanno un effetto favorevole sulla flora batterica intestinale contrastando la proliferazione dei batteri patogeni. Ciò si rivela utile al fine della prevenzione della cistite, data la vicinanza della zona anale allo sbocco esterno dell’uretra, nella donna che è notoriamente più esposta a cistiti causate da Escherichia Coli.

Alcuni fermenti vivi si rivelano più efficaci di altri nella battaglia contro i batteri responsabili dell’infiammazione alla vescica. Ma per sapere quali sono sarà utile individuare quali batteri hanno attaccato la nostra vescica.

 
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