I bambini sono bravissimi a socializzare e trovare nuove amicizie; un'abilità che nel tempo cambia

I bambini sono bravissimi a socializzare e trovare nuove amicizie; un'abilità che nel tempo cambia, influenzata da tantissimi fattori, per lo più socio-culturali.
Pensi di avere un bambino dolcissimo, socievole e rispettoso del prossimo ma quando scopri che fa il bulletto deridendo i propri coetanei è una sorpresa difficile da accettare, soprattutto se sei un genitore che ha sempre denigrato questo comportamento promuovendo ben altre regole di convivenza.
Molti pensano che i bambini imparino da soli a costruire e regolare i rapporti fra amichetti mn non è esattamente così; a noi genitori spetta il compito di riconoscere la colpa del bambino, senza sminuirla e rimediare affinché non accada più. Sono molte le situazioni in cui si impara dall'esperienza, ma non è una costante su cui impostare un progetto educativo.

Bullismo: insegna a tuo figlio a non prendere in giro gli altri

Canzonare gli altri è un segno di debolezza e mancanza di rispetto, ecco perché i bambini devono sapere che non si fa

 Nella mente degli italiani le azioni maggiormente classificate come atti di bullismo sono quelle ch

Nella mente degli italiani le azioni maggiormente classificate come atti di bullismo sono quelle che si rifanno al bullismo fisico (97,4%); seguite a breve distanza da quelle del cosiddetto bullismo verbale (minacce, prese in giro, appellativi dispregiativi, 90,2%).
Gli aspetti caratteriali sono il primo elemento, secondo chi ha risposto al sondaggio, che scatenano atti di bullismo (44%) e il bisogno di attirare l’attenzione su di sé sembra essere l’elemento che principalmente muove i bulli (61%).
Gli Italiani pensano che soprattutto apertura e dialogo siano gli atteggiamenti giusti per affrontare questo problema (92,6%), che si può prevenire secondo un italiano su due proponendo a bambini e ragazzi modelli di comportamento vincenti e positivi ma non aggressivi.

Il ruolo dei genitori nella prevenzione del bullismo

I genitori devono avere un ruolo primario nell’insegnamento del rispetto per gli altri. I genitori hanno l’importante compito di insegnare al piccolo come rispettare se stesso per poi, di riflesso, rispettare gli altri.
Il cervello dei bambini nei primi anni d’età è una spugna ed apprende in fretta; se un genitore tende ad avere comportamenti corretti che danno ai piccoli il buon esempio, il bambino tenderà ad imitarli per sentirsi gratificato ed apprezzato.

Assecondare il bambino lo farà diventare un piccolo tiranno

Succede spesso che in ambienti come il parchetto o la scuola materna nascano i primi conflitti che richiamano l’attenzione di un genitore: il primo passo è quello di non assecondare il proprio figlio in ogni richiesta, deve capire il valore di una cosa, nel senso che deve lottare per averla perché ne capisca meglio l’importanza. Ma deve anche comprendere che, anche lottando, non potrà avere tutto; non dovrà importunare i suoi coetanei per avere un gioco solo per il gusto della conquista. Non assecondarlo nelle richieste materiali quindi, non è l’unico fronte sul quale insistere, ma bisogna non assecondarlo e difenderlo sempre anche nelle scaramucce con i compagni.
Molti genitori sbagliano difendendo il proprio figlio sino agli estremi, persino schierandosi contro gli educatori o contro i compagni. Se sei un genitore che tende ad avere questo comportamento, stai facendo male: ricorda che stai crescendo uno dei cittadini del futuro.

Cosa fare se tuoi figlio prende in giro i compagni?

Limitarsi a rimproverare i bambini non serve a nulla: è importanre educarli, parlare con loro, spiegare il perché non devono più prendere in giro coetanei o altre persone, spiegare perché è profondamente sbagliato.
Spesso funziona provare a farli immedesimare “come ti sentiresti tu se…?”.
Non bisogna mai lasciare andare ogni possibile comportamento a rischio, anche se il bambino deride qualcuno indirettamente, senza che questo sia presente, per esempio. Il bambino non è mai troppo piccolo per insegnargli a rispettare gli altri.
Ma subito dopo aver parlato con il bambino, la cosa più importante è cercare di individuare come evitare che il comportamento si ripeta. Puoi chiedere direttamente al bambino cosa pensa di fare per evitare che la situazione si ripeta. Infatti, mantenendo il modello di educatori e non quello di dittatori, è meglio tenere l’atteggiamento di consiglieri che non impongono un modello da seguire, ma che aiutano il bambino a trovarlo: se è il bambino a individuare la sua strada, sarà più facile seguirla perché è frutto di un suo ragionamento e non di un’imposizione da parte nostra.

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