Tempietto del Valadier Genga Ancona Frasassi Marche
Tempietto del Valadier, Gola di Frasassi, nelle Marche, in provincia di Ancona.

Un giorno da speleologi: grotte da visitare in Italia

In Italia ci sono oltre 40.000 grotte. Sono sparse in tutto il territorio nazionale: nelle Marche, in Puglia, in Ciociaria. Come visitarle? Ecco i nostri consigli

Oltre 40.000 grotte in Italia

Chi, almeno una volta nella sua vita, non ha sognato di emulare le gesta dei protagonisti di “Viaggio al centro della Terra” descritte da Jules Verne? Se anche voi siete affascinati da ciò che giace nel sottosuolo e sognate di provare le emozioni degli speleologi e degli esploratori, la gita che può fare al caso vostro può avvenire a qualche metro sotto terra… visitando una grotta.

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In Italia, come riportato sul portale Speleo della Società Speleologica Italiana, nell’arco di oltre un secolo di esplorazioni speleologiche sono state scoperte oltre 40.000 grotte distribuite su tutto il territorio nazionale sebbene con significative differenze numeriche da regione a regione. La regione che ha meno grotte (sotto l’1%) è l’Emilia Romagna mentre quella che può vantarne il maggior numero è la Puglia (con quasi la metà del totale). 

Fra le tante, meravigliose, che lasciano veramente senza fiato ve ne citiamo giusto alcune augurandovi di poterne ammirare, a breve, le profondità e di scoprirne numerose altre. Prima, però, vogliamo darvi qualche suggerimento utile anche considerate le peculiarità di questo tipo di visite.

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Le grotte sono ecosistemi da tutelare

Entrare in una grotta è un’esperienza davvero mistica. Se non siete esperti speleologi, è opportuno ammirarle assistiti da guide professioniste magari dopo aver ottenuto esaurienti  informazioni sul livello di difficoltà della visita e di agibilità dei luoghi. Si entra spesso in contatto con un ecosistema fragile, meraviglioso e stupefacente creato dalla natura dopo un incessante lavoro durato secoli e che sovente ospita anche animali che trovano riparo in questi luoghi come, ad esempio, i pipistrelli. Ricordiamo una regola fondamentale: nelle grotte noi siamo ospiti e, come tali, dobbiamo comportarci seguendo norme di condotta di ogni sito. Solitamente infatti non si può toccare nulla – salvo i manufatti realizzati per agevolare la visita (come i corrimano) – non si può uscire fuori dal tracciato delineato e non si può fare rumore.

Laddove sia concesso fare foto e riprese, di norma non è consentito utilizzare il flash per non disturbare la fauna presente. Generalizzando potremmo riassumere in “vedere, non toccare… e fare silenzio”. Attenzione poi all’abbigliamento: solitamente vi sono punti umidi dove si rischia di scivolare quindi è opportuno indossare scarpe con suola antiscivolo. Altra accortezza riguarda quella di coprirsi adeguatamente: anche se fuori fa caldo e ci sono 40 gradi, di solito sotto terra si va dai 15-16 gradi a scendere ….e anche l’umidità fa la sua parte. Sarà quindi utile portare con sé un giacchetto. A volte il casco è obbligatorio (ma in tali casi normalmente sono le guide a fornirli).

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Le Grotte di Frasassi il tempio del Valadier

Tra le grotte più famose, conosciute e visitate, troviamo quelle marchigiane di Frasassi – site nel comune di Genga (in provincia di Ancona) – che si diramano lungo oltre 13 km di gallerie. Pensate che al loro interno è presente una cavità sotterranea talmente grande che potrebbe contenere il duomo di Milano. Si tratta del cosiddetto “Abisso di Ancona” lungo 180 metri, largo 120 metri e alto 200 metri (per oltre due milioni di m³ di volume). 

Se le grotte vi sembrano luoghi senza vita, in questo caso dovrete ricredervi. Sono state, infatti, censite oltre 60 specie animali, tra le quali una decina di specie diverse di pipistrelli, ma potete stare tranquilli: la storiella che si attaccherebbero ai capelli è solo una leggenda!

Per i più sportivi è possibile arrivare alle celebri grotte carsiche anche in bicicletta, sfruttando la ciclabile del fiume Esino!

A distanza di circa due km in linea d’aria vi è un’altra grotta assolutamente da non perdere dove si può ammirare uno spettacolo unico: incastonato nella parete della grotta sorge l’eremo di Santa Maria Infra Saxa edificato intorno all’anno 1000. A pochi passi, completamente all’interno della grotta, si può contemplare il tempio neoclassico detto Valadier dal nome dell’architetto che due secoli fa edificò l’elegante edificio.

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In Puglia sognando di raggiungere il centro della Terra

Le Grotte di Castellana si trovano nelle Murge e si sviluppano lungo un percorso di 3.348 metri di pura meraviglia che conduce fino a 122 metri sotto la superficie. Il percorso consente agli aspiranti esploratori di avvicinarsi un po’ al cuore della Terra ammirando stalattiti, stalagmiti, fossili cavità e caverne. Muniti di caschetto, vivrete un’esperienza unica. Durante l’anno vengono organizzate tante diverse iniziative: in l’estate, ad esempio, è possibile prendere parte alle visite notturne i cui ingredienti magici saranno anche il buio e il silenzio o a tour multisensoriali pensati per famiglie (e non solo) per rivivere le emozioni dei primi esploratori di questi luoghi. Il fascino del paesaggio non ha lasciato insensibile il mondo del cinema: quasi sicuramente, passo dopo passo, affioreranno nella vostra mente le scene di alcuni film girati fra queste profondità.

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A casa dei chirotteri in Ciociaria e affacciati ad una voragine larga 300 metri 

La Ciociaria è una terra ricca di borghi storici e di prodotti enogastronomici di altissima qualità, ma non solo: forse non tutti sanno che anche il sottosuolo rivela sorprese che lasciano a bocca aperta. Sul versante meridionale dei monti Ernici si trova la Grotta di Collepardo, denominata Grotta Regina Margherita di Savoia in ricordo della storica visita della prima regina d’Italia ad inizio ‘900.

In questi luoghi, con un pò di immaginazione, stalattiti e stalagmiti si trasformano in figure umane e animali, in foreste pietrificate o in un trono che dà il nome ad una delle sale perché – secondo la leggenda – la regina si è seduta sulla stalagmite che le ricordava la “regale sedia”. Prima che venisse sviluppata la sua vocazione turistica, questa particolare formazione ospitò l’uomo primitivo già all’età del bronzo: pare, infatti, che fosse luogo di celebrazione di riti funerari e di sepolture delle comunità preistoriche. 

La tipologia della visita – dalla scelta delle sale a ciò che è o meno consentito – tiene conto non solo della tutela dell’ambiente ipogeo: se farete silenzio e vi troverete in primavera o in estate, potrete ascoltare o addirittura vedere alcuni esemplari della colonia di chirotteri che vive in queste grotte. Sfruttando lo stesso biglietto, a un km circa da Collepardo, potrete ammirare il Pozzo d’Antullo: un’enorme voragine carsica nata dallo sprofondamento di una grotta. Il pozzo è unico per dimensioni – profondo circa 60 metri e largo 300 – e consente di ammirare dall’alto la fitta vegetazione. Da non perdere. 

La grotta dal cuore di ghiaccio

Se amate il Trentino e cercate un’esperienza che unisca l’interesse per le grotte alla passione per il trekking, non dovrete lasciarvi sfuggire la Grotta Silvia, in Val d’Ambiez nelle incontaminate e selvagge dolomiti di Brenta. Potrete partecipare ad una delle tante escursioni organizzate nei mesi estivi. Il percorso per raggiungere la cavità ipogea è consigliato anche alle famiglie con bambini dai sei anni in su – se abituati a camminare – e richiede idonea attrezzatura. Spoiler: quando arriverete in questo luogo scoprirete che, al suo interno, è custodito un massiccio deposito di ghiaccio in parte visitabile (se si indossano i ramponi) potendo così ammirare da vicino le bianche stalattiti.

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In Sardegna, tra le rocce più antiche d’Europa

In Sardegna sono presenti diverse meraviglie ipogee. Qualora vi trovaste a visitare la parte meridionale dell’isola, non perdete l’occasione di scoprire le Grotte di Su Mannau, sviluppatesi all’interno delle rocce più antiche d’Europa e facenti parte di un ampio complesso carsico creatosi nel periodo Cambriano. Il tratto visitabile vi stupirà grazie alle composizioni di stalattiti, stalagmiti, colonne (che nascono dall’unione delle prime con le seconde), ma anche cristalli di aragonite e specchi d’acqua sotterranei. Le pareti rocciose raccolgono anche secoli di storia che si sviluppano sin dall’epoca nuragica, passando per quella fenicia e romana. Dal punto di vista faunistico, la grotta è popolata da diverse specie come i chirotteri ma anche da una specie endemica: lo Stenasellus nuragicus, un piccolissimo crostaceo quasi trasparente! 

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