fiori

Quando e come innaffiare le piante

  • 04 06 2017

«Ho bagnato troppo? Oppure troppo poco?». Per sapere quando è il momento di innaffiare, il metodo c’è. Basta usare il tatto, la vista e l’olfatto. E non si sbaglia più

D’estate, le classiche istruzioni su quanto e quando bagnare le piante (1 litro una volta alla settimana; 1/2 litro due volte alla settimana; 1 bicchiere tutti giorni) valgono poco. Perché non tutte le specie crescono con la stessa velocità e, inoltre, ognuna di loro reagisce in modo diverso al clima. Per fortuna, abbiamo i nostri sensi a disposizione: grazie a loro è facile capire se è il momento di innaffiare. O se si sta esagerando.

CON LE MANI

Grazie al fenomeno dell’evaporazione (simile alla nostra sudorazione), le lamine delle foglie regolano la loro temperatura e la mantengono costante, anche sotto il sole. Lo si capisce se si mette una mano sotto e l’altra sopra la foglia: quando al tatto si avverte una gradevole sensazione di freschezza, va tutto bene. Se, invece, la foglia è calda, vuol dire che la pianta si sta disidratando e che le radici non hanno acqua a sufficienza. Bisogna bagnare subito, altrimenti si rischia di veder cadere le foglie.

CON LO SGUARDO

D’estate, è un piacere vedere le piante crescere rigogliose. Ma i nostri occhi ci aiutano anche a capire se le piante hanno sete. Per esempio (capita spesso con le nuove varietà) se si nota un rametto afflosciato, è facile intuire che ci vuole subito un goccio d’acqua in più. Ma, se succede all’ortensia, bisogna fare attenzione perché questa specie ha una strategia difensiva: per ridurre la superficie fogliare esposta al sole, reclina le foglie verso il basso. E poi le risolleva quando il pericolo è passato. In questo particolare caso, quindi, sarebbe dannoso inondarla d’acqua fredda. Il rischio è quello di causare un vero e proprio shock termico alle radici.

CON IL NASO

Le piante impiegano diverso tempo a manifestare, in modo chiaro e visibile, il loro eventuale stato di sofferenza. Però, allo stesso tempo, mandano dei segnali che bisogna imparare a cogliere. Per esempio possono emanare un cattivo odore. Succede con le piante da interni che vengono coltivate nei cache pot, i contenitori che servono a nascondere i vasi: in caso di innaffiature troppo abbondanti ci si può anche non rendere conto di quanta acqua si è accumulata sul fondo. Così, per colpa del ristagno, nel giro di una settimana le radici iniziano a marcire ed emanano un odore intenso. Insomma, basta annusare la pianta e, se si avverte un odore poco gradevole, estrarre il vaso dal cache pot e tenerlo all’aria finché la terra non si è completamente asciugata. Ovviamente senza bagnare.

Riproduzione riservata