Tutti i consigli per uno shopping online sostenibile

  • 23 11 2020
La nostra mentor Camilla Mendini ci dà qualche utile suggerimento per fare acquisti online in maniera sostenibile

Black Friday e Green Friday

Il Black Friday nasce in USA ma è ormai diffuso a livello mondiale è ormai cosa certa: casca l’ultimo Venerdì del mese di Novembre, il giorno dopo il Thanksgiving, ed è caratterizzato da articoli in offerta e alti sconti, per invogliare la clientela a comprare. Si chiama Black Friday perché fa tornare in nero i conti che si chiudevano in rosso a fine anno.

In Francia, dal 2017, è nato un evento volto a sfidare il Black Friday e a sensibilizzare i consumatori sugli impatti ambientali che ne derivano. Il Green Friday nasce come giornata all’insegna del consumo responsabile, dove le aziende che aderiscono non propongono sconti ma attività legate alla donazione di parte del ricavato verso iniziative ambientali e sociali. Oggi voglio innanzitutto mostrarvi che una alternativa al Black Friday esiste, ed è proprio quella di sostenere attività ecosostenibili.

Comprare online o comprare locale?

Fermo restando che comprare prodotti locali, creati nella propria zona, a KM0 e Made in Italy, consiste per gli italiani la soluzione più sostenibile possibile, è anche vero che spesso non si ha accesso ad una grande varietà di prodotti sostenibili, nei negozi fisici.

Lo shopping online, periodo storico in cui ci troviamo a parte, può essere un modo per molte persone per accedere ad articoli sostenibili che altrimenti non troverebbero facilmente. Per molte persone comprare online è diventata un’abitudine, per molte altre invece si tratta delle prime volte. Voglio darvi alcuni consigli per comprare senza rimpianti, in modo che andiate sul sicuro, facendovi riflettere sui vostri gusti, sulla vostra personalità, sull’acquistare prodotti di valore, di qualità, che possano durare nel tempo.

Una buona idea per comprare online in maniera comunque locale è cercare artigiani italiani e sostenere le loro realtà, sopratutto in un periodo difficile come questo.

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Come evitare gli errori più comuni quando si fa shopping?

Quanti di voi hanno nell’armadio e a casa prodotti che si sono amaramente pentiti di aver comprato?

Lo shopping è liberatorio, ci piace farlo e sopratutto quando ci sono saldi come per il Black Friday ci si lascia spesso attrarre dal prezzo, senza pensare poi molto a quello che stiamo acquistando. Spesso spendere poco non vuole dire risparmiare, se non pensiamo bene a quello che stiamo acquistando.

La regola base per evitare di comprare prodotti che poi non useremo o che non sono sostenibili è proprio non comprare di getto: succede spesso durante i saldi o perché abbiamo visto quell’articolo sui social media. Comprare di getto non ci permette di chiederci se veramente ci serve, se ci piace e se lo useremo.

Comprare online ci dà la possibilità di informarci meglio sul tipo di prodotto che stiamo acquistando, proprio perché possiamo tornare e rimanere nel negozio online tutto il tempo necessario per prendere una decisione ponderata.

Un altro errore comune è comprare seguendo trend/mode riconoscibili, perché sono di breve periodo. Errore comunissimo nella moda ad esempio proprio perché la fast fashion propone 52 collezioni all’anno: 1 collezione a settimana che è pensata esclusivamente per durare poco, sia per lo stile che per la poca qualità di fattura/materiali. Comprare a raffica per inseguire la moda non aiuta il vostro armadio. È probabile che comprando un capo molto alla moda, non vogliate più indossarlo tra qualche mese/anno proprio perché diventerà palesemente fuori moda.

Cosa chiedersi prima di comprare?

Andare a cercare sul sito di riferimento se esiste una sezione che parla di sostenibilità, di impegno a livello ambientale e a livello etico è la prima cosa da fare. Qualsiasi prodotto in vendita ha infatti subito un processo produttivo, che può essere più o meno sostenibile. Capire come/dove e da chi è stato prodotto un articolo di vestiario, un mobile, un accessorio, è lo step che fa la differenza, se si vuole comprare in maniera coscienziosa ed online si riescono a trovare spesso molte più informazioni rispetto a non comprando in un negozio fisico, proprio perché possiamo approfondire le varie informazioni che vengono scritte dal brand e confrontarle nel web per capire se sono attendibili e vere. Non dimentichiamoci infatti che molti marchi fanno solo Greenwashing, facendo molte promesse e mantenendone poche.

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Materiali e tessuti

Capire di che materiale è stato creato un prodotto è molto importante: ci possiamo rendere conto subito della sua qualità (c’è molta differenza infatti tra un mobile in legno massello e uno in agglomerato di truciolato), della durata della vita del prodotto e del tipo di cure che richiede.

Spesso comprare a basso prezzo vuole dire proprio sacrificare la qualità della materia prima utilizzata e della qualità del lavoro, che per costare meno al produttore sarà portato a termine velocemente e con meno cura. Il prodotto costa di meno, ma vale meno ed ha vita breve.

Se parliamo di capi di vestiario, l’errore più comune è comprare vestiti di materiali non adatti o sbagliati per la stagione. Il tessuto è uno dei fattori più importanti di un capo: nelle catene fast fashion si taglia spesso sulla qualità dei materiali, spesso poliestere o acrilico e no tessuti naturali.

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Sono importanti le certificazioni?

Un aiuto in più ce lo possono dare le certificazioni: anche in questo caso troverete sul sito, se ci sono, i riferimenti alle certificazioni legate al tipo di materiale usato, al tipo di produzione e/o legate alla lavorazione fair trade.

Non tutti i marchi riescono a permettersi la certificazioni: spesso infatti i marchi medio piccoli o gli artigiani non hanno i mezzi per avere certificazioni, ma il lavoro di piccole realtà è spesso sostenibile dal punto di vista etico, proprio perché non si tratta di multinazionali che hanno sotto di loro migliaia di lavoratori in condizioni svantaggiose in Paesi del Terzo Mondo.

Le certificazioni sono quindi importanti quando grandi marchi e grandi aziende le ottengono, perché sottolineano il loro impegno. Ma non sono necessarie per realtà più piccole che sono nate per creare prodotti sostenibili.

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