La prima cosa da tenere a mente quando di parla di buchi e orecchie forate è che fanno parte del corredo di bellezza da migliaia di anni. Si bucavano le orecchie gli antichi egizi ma anche gli antichi greci, le tribù africane e persino le millenarie dinastie cinesi. Insomma, ornare i propri lobi con orecchini, brillantini e pendenti era una moda ma anche un simbolo di status già centinaia di anni fa.
La cultura dei piercing invece, quanto meno in Europa, è arrivata dopo. Solo nella seconda metà del ventesimo secolo si sono espansi a macchia d’olio piercing all’orecchio, all’ombelico, al labbro, ai capezzoli. Abbiamo incominciato a forare ogni nostra parte del corpo per ornarla di pietruzze e bastoncini in metallo, e non abbiamo più smesso!
Se fino a vent’anni fa avere un piercing era ancora un segno piuttosto distintivo fra i giovani, e stava a indicare una personalità un po’ eccentrica e ribelle, oggi è quasi strano vedere un adolescente senza buchi ai lobi o senza piercing qua e là sul volto.
I buchi ai lobi delle orecchie
C’è chi ne ha uno solo, chi da entrambi i lati, chi ha fatto una vera collezione. Gli orecchini aggiungono sicuramente un tocco piacevole ed elegante a un look, ma come si curano quando sono appena fatti o quando si infettano? Non dimentichiamoci mai che un orecchino o un piercing sono a tutti gli effetti delle ferite, e come tali vanno trattate.
Curare un buco ai lobi appena fatto è molto semplice: il lobo sarà un po’ arrossato, magari si sarà anche raggrumata qualche goccia di sangue; niente paura! È normale che l’orecchino sembri immobilizzato dentro il lobo, perché il buco deve ancora abituarsi ad essere infilzato dall’orecchino.
Sarà sufficiente bagnare con acqua fredda il lobo e asciugare delicatamente e con cura, si può anche disinfettare versandoci sopra direttamente il liquido disinfettante senza batuffolo di cotone (che rischia invece di attaccarsi all’orecchino appena fatto).
Ripetere questa procedura per un giorno o due, ma poi evitare di toccarlo continuamente e occhio ai capelli lunghi: si incastrano facilmente in un buco appena fatto. Nel giro di un paio di giorni il fastidio andrà via perché la ferita si sarà rimarginata, e anche la sensazione di gonfiore svanirà.
Piercing: come curarli quando sono appena fatti
Sui piercing la questione si complica un po’, perché non si tratta di bucare più solamente il lobo, ma di andare a toccare punti delicati come la cartilagine (sopra l’orecchio o dentro il naso), o la carne viva, come capezzoli, labbro, lingua, ombelico, sopracciglio etc…
Anche qui, nessun timore. Ce l’hanno milioni di persone al mondo che si sono prese cura del loro piercing con ottimi risultati, sarà anche per te una passeggiata!
La prima cosa da fare è ascoltare i consigli del piercier: la sa lunga! Se conosce il suo lavoro saprà consigliarti il meglio. Il primo passo da fare è lavare la ferita con acqua tiepida, senza premere, senza sfregare, solo passare acqua tiepida direttamente sul piercing appena fatto. Poi si può versare sopra del disinfettante e lasciare asciugare all’aria oppure mettere in un bicchiere acqua tiepida e sale fino, lasciarlo sciogliere e versare con delicatezza sulla ferita per un paio di volte, da entrambi i lati.
Questo semplice metodo casalingo va ripetuto due volte al giorno per i primi giorni: quando il gonfiore e il rossore sarà passato, si può decidere di continuare per qualche giorno ancora, ma in linea di massima diciamo che la parte critica è passata. Ora si tratta di avere pazienza e di lasciare che il nostro corpo reagisca allo shock di avere una parte perennemente bucata e rimargini da sé. Nel giro di una settimana o poco più il dolore sarà completamente passato e potrete toccare, girare e rigirare il vostro piercing a piacimento.
Un consiglio: aspettate almeno tre settimane prima di cambiare piercing, altrimenti rischiate che la ferita non si sia del tutto rimarginata e che facciate fatica a togliere un piercing per inserirne un altro.
Piercing e lobi infetti: come fare
Quando subentra un’infezione la questione è più complessa e delicata. Bisogna valutare come e quanto si è infettato l’orecchino, e se si tratta di un piercing anche dove è stato fatto: un piercing infetto all’orecchio apparirà meno grave rispetto a uno all’ombelico, o alla lingua. Ci sono naturalmente parti del corpo più delicate di altri, ma in linea generale possiamo dire che un piercing infetto lo si riconosce subito: fa male, e ha un aspetto piuttosto bruttino.
La prima cosa da fare è accertarsi della situazione con un medico o un farmacista: loro sapranno consigliarti se è il caso di rimuoverlo immediatamente o se si può tentare di curarlo lasciandolo inserito. Non tentare di cavartela da sola: un piercing infetto è una cosa grave e per nulla piacevole.
Le soluzioni possono andare dalla crema antibiotica a miscele naturali con bicarbonato, acqua ossigenata, sale marino iodato finissimo… dipende appunto da quanto è infetto il piercing, se c’è presenza di pus o se si tratta solo di una pallina infetta che può essere curata con apposite creme e saponi.
Si tratta poi di acquistare un sapone naturale senza profumi con un Ph basico per lavare la ferita più volte nel corso della giornata e applicare delle garze sterili per evitare che si impigli o vada a sbattere contro oggetti. Il nostro consiglio rimane quello di visitare uno specialista e lasciare a lui l’ultima parola, proprio per evitare di incorrere in situazioni critiche come la corsa al pronto soccorso o la rimozione chirurgica del piercing.
Tipi di piercing
Le tipologie di piercing sono praticamente infinite! Partiamo dal presupposto che i piercing possono essere fatti praticamente in ogni parte del corpo. Non solo i classici al naso o alle orecchie: c’è quello ‘surface’, ovvero quello sottocutaneo che solitamente viene fatto dietro il collo o sul viso, oppure quello al sopracciglio, il piercing all’ombelico e anche quello microdermal, un foro minuscolo in cui si inserisce una sorta di diamantino. Alcuni invece preferiscono il piercing alla lingua, al labbro o quello bridge, fatto tra l’osso del naso e la glabella. Molto di moda il piercing al capezzolo, diffuso sia tra gli uomini sia tra le donne.
Piercing al naso
Il piercing al naso è uno dei più diffusi. Il tradizionale anellino alla narice si chiama Nostril piercing, mentre quello che viene fatto alla base del naso, tra una narice e l’altra, è il septum. C’è poi il già citato bridge, effettuato nel ponte nasale tra le sopracciglia. Meno comune è il Rhino piercing: il naso viene forato verticalmente e le due estremità del piercing sono entrambe visibili.
Piercing orecchio
L’elenco dei tipi di piercing all’orecchio è lunghissimo. Tra i più diffusi orecchini in questa parte del corpo troviamo certamente l’helix, nella parte superiore della cartilagine dell’orecchio, e l’industrial, che combina due piercing che collegano le due parti alte dell’orecchio tramite una barra dritta che terminano con due palline. C’è poi il classico secondo lobo, che va a forare la parte appena sopra il lobo, e il conch, posizionato nella cartilagine al centro dell’orecchio.
Quale piercing è il più doloroso
Sembrerà scontato, ma il piercing più doloroso è quello ai genitali. Se si è al primo piercing, è vivamente sconsigliato eseguirlo in questa zona, molto delicata e sensibile; e va detto anche che non tutti i piercer sono disposti a eseguire i fori in queste parti. Anche il piercing ai capezzoli fa davvero male e i tempi di guarigione dopo il foro sono molto lunghi. Per questo è importantissimo affidarsi a dei professionisti esperti e specializzati.