Giornata internazionale della nonviolenza

«Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra  fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre  tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze.  Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la  peggiore delle quali è la guerra» Margherita Hack

Combattere la violenza e aiutare la pace non è solo una questione politica: accadere quando decidiamo di ribellarci alla logica del più forte. Nel momento in cui non giriamo la testa dall'altra parte, ma ci mettiamo nei panni di chi abbiamo di fronte si creano le basi per un cambiamento. Nell'anniversario della nascita di Gandhi, il 2 ottobre, si celebra la Giornata internazionale della non violenza. Violenza è il pugno allo stomaco delle morti, troppe, di esseri umani i cui diritti sono calpestati, ma è anche nelle coppie e in famiglia quando manca il rispetto per la persona. La violenza non è altrove, ma nel posto in cui ci troviamo, nei gesti e nelle parole che utilizziamo ogni giorno. Per combatterla iniziamo a nutrire uno sguardo diverso su chi ci circonda... e su noi stessi.

Basta con la violenza! 5 citazioni per riflettere

Pensieri per ispirarsi, educare al rispetto, amare

 

Il linguaggio veicola messaggi importanti, tuttavia spesso accade di non prestare abbastanza attenzione alle parole che utilizziamo. A partire dagli anni Sessanta Marshall Rosenberg sviluppa il metodo della comunicazione nonviolenta, basato sull’empatia e l’assertività. Secondo lo psicologo statunitense le modalità con cui pensiamo e ci esprimiamo portano a un uso della violenza che è stato trasmesso da secoli di cultura, tuttavia è possibile imparare a comunicare in maniera differente. L’obiettivo? Focalizzare i nostri bisogni e imparare a esprimerli in maniera efficace, attraverso una gestione dei conflitti sana e costruttiva. Il cambiamento diventa possibile quando accettiamo di lavorare su noi stessi, aprendo le porte del cuore alle emozioni.

Istruzione per cambiare il mondo

«Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità» Simone de Beauvoir

Sono oltre 120 i milioni di bambini nel mondo a cui è negato il diritto all’istruzione: più della metà dei casi riguarda bambine, spesso discriminate rispetto ai figli maschi. Come rende noto l’Unicef, l’accesso all’istruzione per le donne è uno strumento di empowerment, poiché la conoscenza è possibilità di crescita, favorisce un processo di autostima e consapevolezza. Accedere alla scuola significa promuovere la capacità di mettere in discussione i ruoli tradizionali, aiutare la crescita personale: l’opportunità di cambiare il proprio futuro. Nelson Mandela ha detto: «L’istruzione è l’arma più potente per cambiare il mondo».

Ritrovare la gentilezza

«La  violenza esercitata su di noi da altri è spesso meno dolorosa di quella  che ci infliggiamo da soli» François de La Rochefoucauld

Attacchiamo per paura, allo scopo difendere le nostre posizioni, un credo, una convinzione. Alla base c’è una violenza che esiste prima di tutto nella mente e che, come spiega lo psicologo statunitense Marshall Rosenberg, che negli anni Sessanta darà vita al Centro per la comunicazione nonviolenta, ci è stata trasmessa culturalmente. Il male che facciamo agli altri trae forza dal senso di colpa, vergogna e violenza con cui siamo stati trattati: l’amore negato, calpestato, violentato genera una spirale di odio. Non è possibile sviluppare un rapporto positivo, di amore e rispetto, se non si nutre questo sentimento per se stessi, ecco perché è importante combattere la violenza a partire da un approccio in grado di sviluppare autostima, accettazione, empatia.

Imparare il rispetto

«Non violenza significa anche cose molto semplici ed essenziali come il rispetto degli altri» Pietro Ingrao

Prendersi la responsabilità per ciò che si fa è il primo passo per assumere con consapevolezza il comando della propria vita. Non possiamo esimerci dal farlo, perché significherebbe continuare a incolpare gli altri della nostra infelicità. È vero, la vita non sempre è facile; i governi non sembrano rispondere alle necessità reali delle persone e lo spettro della crisi continua ad aleggiare sull’Europa e sul mondo intero, tuttavia delegare il tuo bisogno di felicità non condurrà a un cambiamento reale per la tua vita. Forse non potremo cambiare il mondo, ma la giornata sì: guarda chi hai di fronte, sii gentile con il mondo, non sfruttare l’ambiente. Madre Teresa di Calcutta ha detto: «Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno».

Ascoltare le emozioni

«La rabbia è una follia momentanea, quindi controlla questa passione o essa controllerà te» Quinto Orazio Flacco

Spesso si ha paura della rabbia perché la sua esplosione può essere devastante: in realtà essa è la porta d’accesso a un serbatoio incredibile di energia, quando impariamo come gestirla nel modo giusto. L’ascolto consapevole delle proprie emozioni è la chiave per affrontare la rabbia. Solo incanalando in modo costruttivo e creativo le nostre risorse, senza negare i sentimenti di difficoltà e le emozioni come paura e tristezza, potremo accedere a una modalità diversa della comunicazione. Per capire meglio gli altri… e noi stessi.

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