

Sembra una candida astronave parcheggiata a pochi passi dalla chiesetta assiro babilonese di via Guido Reni: è il Maxxi, il Museo delle arti del XXI secolo appena inaugurato, il primo in Italia dedicato all’architettura (www.fondazionemaxxi.it, tel. 0639967350, 11 euro). I suoi 27 mila metri quadrati sono stati progettati da Zaha Hadid, la prima donna a vincere il Pritzker, il Nobel degli architetti.
Nella foto, uno scorcio interno del Maxxi firmato dall’architetto Zaha Hadid.
Non solo il Maxxi, il Museo delle arti del XXI secolo appena inaugurato. Roma è piena di musei dove è possibile dare un'occhiata al futuro in anteprima

Qui, tra la purezza assoluta dei vasti ambienti con scaloni, pavimenti fluttuanti e pareti attorcigliate come nastri impazziti sono tante le mostre da visitare, a cominciare dall’esposizione dei progetti del museo, dal primo disegno alle immagini del cantiere (fino al 26 settembre). Ma il compito vero di aprire la stagione è stato affidato a Spazio (fino al 23 gennaio), rassegna di opere dove artisti di tutto il mondo, da Sol Lewitt a Anish Kapoor, si confrontano con gli spazi della struttura.
Nella foto, la scultura Window di Anish Kapoor, esposta al Maxxi.

Proprio di Kapoor è l’incredibile scultura Window, un tubo nero lungo 15 metri che termina con una sorta di tromba da grammofono. C’è poi la retrospettiva su Gino De Dominicis, L’Immortale (fino al 7 novembre) che con 130 opere ripercorre quel gusto della provocazione che ha spiazzato l’arte contemporanea come la Calamita cosmica, l’enorme scheletro nasuto all’ingresso.
Nella foto, l’opera Cultural Traffic: from the Global Border to the Border Neighbourhood dell’Estudio Teddy
Cruz.

L’esposizione Luigi Moretti architetto. Dal razionalismo all’informale, invece, rende omaggio all’artista con disegni, plastici e foto delle sue costruzioni. Originale anche il progetto di uno dei più interessanti artisti turchi contemporanei, Kutlug Ataman, che con le otto opere video Mesopotamian dramaturgies (fino al 12 settembre) riflette sul rapporto tra Oriente e Occidente, tra modernizzazione e tradizione.
Nella foto, I grandi spazi candidi sono intervallati da corridoi e passerelle scure.

Un nuovo Macro
Poco lontano, accanto a Porta Pia, nella vecchia fabbrica Peroni di via Nizza, ci sono le nuove aree del Macro, museo di arte contemporanea, progettate da un’altra gran dame dell’architettura, Odile Decq. L’enorme volume trasparente custodisce i lavori di Fontana, Paolini, Novelli, Castellani, Klein. All’interno, le pareti alte e nere ricordano l’origine industriale ma il meteorite rosso fuoco piantato al centro, che ospita l’auditorium, non lascia dubbi: qui si fa arte. L’inaugurazione sarà a ottobre. Ma intanto per tutta l’estate si possono ammirare le opere di Young, Hashimoto e Peris (www.macro.roma.museum, tel. 06671070400, 4,50 euro).
Nella foto, il gigantesco scheletro Calamita cosmica di Gino De Dominicis.
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