«Scegliere aggettivi o termini poetici potrebbe avere un effetto boomerang» avverte l’esperta. «Parole come “turgido”, “nettare”, o “suggere”, infatti, suonano comiche alle orecchie di lui».

Rispetto a una lettera classica, poi, l’email ha il vantaggio della velocità e della sintesi. «Bastano dieci righe per accendere il desiderio, non di più. Così si evitano inutili sviolinate e sdolcinate forzature» consiglia Carolina Cutolo.

«E se su Twitter (che è pubblico) e con gli sms (che potrebbero finire nelle mani sbagliate) è vietato osare, la posta elettronica permette invece di essere esplicite. Per esempio, senza usare parolacce o descrizioni minuziose delle zone erogene, scrivere “Adoro il tuo corpo” funziona».

Ultimo consiglio: è sempre bene rileggere il testo ad alta voce prima di cliccare Invio. «Serve allo stile (per cancellare le ripetizioni) e al contenuto. Perché se piace a noi, sarà eccitante anche per lui».