bambina con palloncini morbillo

Il morbillo torna a preoccupare, con una nuova variante

Le vaccinazioni per il morbillo sono crollate, complice il Covid, mentre una nuova variante dalla Thailandia rende i test meno sensibili

Solo a gennaio si sono registrati 27 casi di morbillo in Italia, ma già nel 2023 se ne contavano «43 rispetto ai 15 del 2022». A indicarlo è l’Istituto Superiore di Sanità, da cui arriva un appello a vaccinare chi non ha ancora una copertura. «Spesso sottovalutata, il morbillo è una malattia che può dare complicanze anche serie», conferma il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio e Direttore della Scuola di specializzazione di igiene e medicina preventiva dell’Università degli Studi di Milano.

Il boom di casi di morbillo

Come sottolinea l’ISS nel bollettino di aggiornamento del morbillo-rosolia, «il 26% dei casi ha riportato una complicanza, quella più frequente è stata la diarrea, seguita dalla polmonite, dall’insufficienza respiratoria, dalla cheratocongiuntivite e dall’epatite o aumento delle transaminasi». Dopo il recente allarme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, anche l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha confermato la propria preoccupazione: «In Italia al momento siamo in linea con l’andamento europeo, senza registrare un record tra i Paesi membri, ma certamente siamo in presenza di un incremento. Ciò che preoccupa è che la malattia ha un picco tipicamente in primavera e autunno, mentre già adesso se ne segnalano molti casi», spiega Pregliasco.

Perché il morbillo torna a far paura

Secondo i dati Oms per l’Europa lo scorso anno ci sono state 21mila ospedalizzazioni, con 5 vittime: «Da inizio anno se ne contano già 2. Purtroppo è una malattia contagiosissima: solo le ultime varianti del Covid l’hanno superata perché in passato era la patologia infettiva più trasmissibile. Nei decenni passati colpiva moltissimi bambini, specie quando non c’era il vaccino. Poi si è arrivati alla cosiddetta immunità di gregge, che nel caso specifico si ha con il 95% della popolazione vaccinata. Ma proprio la pandemia Covid ha contribuito pesantemente a un rilassamento vaccinale», spiega il virologo.

Il crollo delle vaccinazioni

«Con la prima e seconda ondata pandemica erano state interrotte le vaccinazioni. Poi sono riprese e l’Italia ha recuperato abbastanza, ma non del tutto. D’altro canto anche prima del Covid era emersa l’esigenza di aumentare la copertura. Basti ricordare la legge del 2017, voluta dall’allora ministra Lorenzin, che prevedeva il rinforzo sull’obbligatorietà dei vaccini, che nasceva proprio da questa constatazione e che era stata accompagnata da polemiche», osserva Pregliasco. A complicare la situazione ci sono state le notizie sui presunti effetti collaterali del vaccino, smentiti abbondantemente.

Il vaccino sicuro, anche per gli adulti

«Si era trattato di una fake news: gli studi seguiti alla dichiarazione di Andrew Wakefled, secondo cui ci sarebbe stato un legame con l’autismo, hanno ampiamento dimostrato la sua infondatezza e lui stesso ha poi dichiarato di aver falsificato i dati. Oggi sappiamo che esiste un vaccino sicuro, che ha correlazioni con una malattia come l’autismo sulle cui cause rimangono ancora molte incognite – spiega il virologo – Non ci sono neppure problemi con il mercurio, che tra l’altro non si usa più da tempo. Era impiegato solo in fiale pluridosi, che ora non ci sono più, per evitare contaminazioni batteriche». A correre rischi sono i bambini, ma «anche gli adulti non vaccinati, che possono chiedere una copertura rivolgendosi al medico di base o ai centri vaccinali: noi lo raccomandiamo soprattutto al personale sanitario e agli insegnanti», aggiunge Pregliasco.

La variante che preoccupa: cosa si sa

Ad aumentare la soglia di attenzione è ora anche un nuovo ceppo, che avrebbe interessato cinque persone con genotipo D8 nella città metropolitana di Milano e nelle zone limitrofe, come indicato da uno studio coordinato dall’Università di Milano e dall’Istituto Superiore di Sanità. La preoccupazione riguarda il fatto che i test disponibili al momento per la diagnosi del morbillo non sarebbero sensibili proprio a questa variante: «Sono in corso indagini per il sequenziamento e io cerco di vedere l’aspetto positivo della notizia: la sorveglianza elevata ha permesso identificare piccole variazioni genetiche, specie in Thailandia che porteranno ad aggiornare i test per evitare falsi positivi e magari anche per migliorare il vaccino, che però oggi rimane efficace», spiega Pregliasco.

Perché non sottovalutare il morbillo

«Il morbillo è stato sottovalutato, c’è stata una bassa percezione dei rischi specie in chi, come i miei coetanei, ha avuto la malattia da bambino. Ma molti hanno riportato danni permanenti e qualcuno è deceduto – sottolinea il virologo – Tra le conseguenze che può portare ci sono encefaliti, quindi con danni neurologi permanenti, o problematiche polmonari, laringiti e sovra-infezioni batteriche. La mortalità, invece, è tra le 30 e le 100 vittime ogni 100mila abitanti. Dobbiamo evitare che si torni a una elevata circolazione».

Come riconoscere la malattia

È importante anche riconoscere i primi sintomi della malattia: «Inizia con un raffreddore accompagnato da tosse secca, naso che cola, congiuntivite e febbre che diventa sempre più alta. La caratteristica è poi l’eruzione cutanea, quindi i classici puntini, bolle di colore rosso scuro, piccole a da 1 a 5 mm in rilievo, che durano due o tre giorni e poi impallidiscono – spiega Pregliasco – Ma la peculiarità sono le cosiddette macchie di Köplik: sono chiazze bianche che si formano generalmente in bocca due o tre giorni prima della manifestazione della malattia, all’interno delle guance e che possono esserci anche su guance e palpebre».

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