Assicurazione casalinghe: come si fa

La polizza per le casalinghe è obbligatoria ma pochissime persone la pagano. Perché? Come funziona, chi deve pagare, quanto, le multe, gli infortuni coperti

In Italia vivono e lavorano 7.738.000 casalinghe. L’età media è 60 anni. Più di 3 milioni hanno già passato i 65. Un esercito di donne a cui vanno aggiunte le altre persone che si occupano abitualmente delle faccende di casa, come gli studenti – in particolare i fuori sede -, i caregiver, i disoccupati, gli stagionali con lunghe pause tra un contratto e l’altro.

Tutte e tutti dovrebbero sottoscrivere la polizza delle casalinghe (l’assicurazione contro gli infortuni domestici gestita dall’Inail) e pagare puntualmente il premio previsto (dal 2019 salito a 24 euro all’anno). Ma pochi lo fanno.

Come si fa l’assicurazione per le casalinghe?

Dal primo gennaio 2020 è obbligatorio effettuare online (e solo online sul sito Inail) tre operazioni basilari: la richiesta di prima iscrizione all’assicurazione, la domanda di iscrizione annuale per chi è esonerato dal pagamento del premio e l’istanza di cancellazione.

Quando si può fare?

L’Inail ha recentemente specificato che è possibile iscriversi anche dopo il 31 gennaio, e che la decorrenza della copertura assicurativa scatta dal giorno successivo al pagamento del premio annuale, comunque sempre fino al 31 dicembre dell’anno in corso.

L’assicurazione per le casalinghe è obbligatoria?

La polizza è obbligatoria per tutti. Chi è in condizioni economiche precarie viene esonerato dal versamento, non dall’assicurarsi. Il premio da pagare e in un’unica soluzione è di 24 euro

La somma è a carico dello Stato per le persone con redditi fino a 4.648,11 euro annui o appartenenti a un nucleo familiare che non supera 9.296,22 euro. Coloro che non hanno più i requisiti richiesti – ad esempio perché hanno trovato un lavoro fisso – sono tenuti a inviare all’Inail la richiesta di cancellazione, sempre ed esclusivamente per via telematica. Dopo il compimento dei 67 anni – l’età limite – l’istanza non deve essere più trasmessa dai diretti interessati. L’Istituto provvede alla cancellazione autonomamente, d’ufficio.

Serve una password per il sito?

I servizi telematici sono accessibile con le credenziali riconosciute. Le “chiavi” per accedere al portale possono essere richieste presso le sedi territoriali dell’Inail, presentando il modulo scaricato dal sito, insieme alla copia fronte e retro di un documento d’identità.

In alternativa si può utilizzare il servizio telematico “Richiedi credenziali”. Non bisogna scoraggiarsi o farsi venire il mal di testa. Sono validi anche lo Spid, il Pin rilasciato dall’Inps e la Carta nazionale dei servizi.

Come si paga l’assicurazione per le casalinghe?

La quota assicurativa può essere pagata online sul sito dell’Inail al link “PagoPa”, sul sito di Poste italiane, delle banche e di altri prestatori di servizi (si trova in pagopa.gov.it), in tutti gli uffici postali, in banca, ricevitoria, dal tabaccaio, al bancomat, al supermercato. Vanno bene le carte di credito e anche i contanti. Per chi paga fuori tempo massimo è prevista una penale graduata, che non può superare l’entità del premio (12 euro fino a 60 giorni di ritardo e poi 24 euro, la multa teorica per le inadempienti e i dissidenti, nel caso in cui vengano scovati e sanzionati).

Chi ha l’obbligo di assicurarsi?

Le persone che devono assicurarsi, oltre alla casalinghe, sono: gli studenti, anche se studiano e dimorano in una località diversa dalla città di residenza e che si occupano dell’ambiente in cui abitano; tutti coloro che, compiuto i 18 anni, lavorano esclusivamente in casa per la cura dei componenti della famiglia (ad esempio ragazzi e ragazze in attesa di prima occupazione); titolari di pensione con meno di 67 anni; i cittadini stranieri che soggiornano regolarmente in Italia e non hanno altra occupazione; i lavoratori in mobilità, in cassa integrazione o in disoccupazione; gli stagionali e chi ha impiego temporaneo o a tempo determinato (per i periodi in cui non lavorano).

Non hanno l’obbligo di assicurarsi i minorenni e gli over 67, i lavoratori socialmente utili e quelli con part time, i titolari di borse lavoro, gli iscritti a corsi di formazione e/o a tirocinio, i religiosi.

Quali sono gli ambienti coperti dalla polizza casalinghe?

L’ambito domestico coperto dalla polizza coincide con l’abitazione e le pertinenze (soffitte, cantine, giardini, balconi). Se la casa fa parte di un condominio, sotto l’ombrello assicurativo ricadono anche le parti comuni (androne, scale, terrazzi, ecc.). Sono inoltre tutelate le residenze temporanee scelte per le vacanze, a condizione che si trovino nel territorio italiano. Restano fuori gli infortuni in itinere, cioè durante gli spostamenti.

Dove trovare informazioni?

Gli operatori del Contact center Inail rispondono allo 06.6001 e sono a disposizione per dare tutti i chiarimenti e i suggerimenti necessari. Di sera e di notte scatta un nastro con domande standard, scandite da una voce metallica. Il sistema automatico promette di mettere in collegamento con l’ufficio giusto, ma poi cade la linea.

Inail Risponde – altra opzione – è il servizio centralizzato a cui ci si può rivolgere se si è registrati sul portale. Si deve compilare il form, si inviano le domande e si ricevono le risposte direttamente nella casella di posta, sempre che si disponga di un computer o di uno smartphone e di un accesso alle e-mail.

E i patronati?

Per avere informazioni di base e farsi assistere nelle pratiche ci sono sempre i patronati di zona. Ci si può rivolgere anche al Movimento italiano casalinghe, che risponde pure a orari insoliti. Con pazienza e un po’ di fortuna si può provare anche con Federcasalighe/ Obiettivo famiglia (con un cellulare perennemente attaccato alla segreteria telefonica e nessuno che richiama in tempi brevi) e al Sindacato casalinghe lavoratrici europee. Recapiti e info sono sul portale dell’Inail (sempre inail.it).

Che incidenti domestici vengono coperti?

Il numero delle adesioni e delle polizze scende di anno in anno ed è precipitato sotto il milione. Al contrario, sempre stando alle rilevazioni più recenti dell’Istat, aumentano gli incidenti tra le mura di casa. Perché allora non c’è una corsa ad assicurarsi, ma una fuga? Che cosa scoraggia donne e uomini di casa? Risponde Tina Leonzi, presidente del Moica, il Movimento italiano casalinghe. «Le ragione della scarsa adesione alla polizza – ripete – sono più di una. Sicuramente c’è una carenza di informazioni, nonostante le campagne mirate messe a punto dall’Inail. Molte persone non sanno che esiste questo tipo di assicurazione pubblica e che sarebbero tenute a stipularla. Un altro problema è che si viene risarciti per gli infortuni con conseguenze permanenti e di una certa entità, mentre restano fuori gli incidenti con conseguenze temporanee, la maggioranza. La copertura dall’anno scorso è stata allargata (dal 16 per cento di invalidità in poi), c’è un una tantum per le invalidità più basse (tra il 6 e il 15 per cento) e ora è previsto anche un assegno per l’assistenza in presenza di specifiche minorazioni. Ma gli indennizzi, se si vogliono incrementare le adesioni, dovrebbero avere una applicazione più estesa. È vero anche che se tutti pagassero la polizza, che ha un costo sostenibile ed è gratuita per chi ha difficoltà economiche, sarebbero disponibili più soldi e si potrebbe ampliare ancora il bacino di beneficiarie e beneficiari».

Perché la procedura è solo online?

Altro problema ancora – continua la presidente del Moica – è l’informatizzazione delle procedure. «Ci sono donne e uomini che non possiedono il computer oppure hanno difficoltà ad utilizzare il portale dell’Inail e sono costretti a chiedere aiuto e a dipendere da qualcuno. Considerate le peculiarità e le esigenze di una quota non indifferente dell’utenza – insiste sempre Tina Leonzi – sarebbe opportuno e giusto mantenere e predisporre anche strumenti tradizionali, cartacei, alla portata di chi non è tecnologicamente attrezzato”.

Il servizio funziona?

La presidente del Moica sottolinea una generale mancanza di organizzazione e le informazioni non arrivano direttamente, là dove servono. Un esempio? «Ci è stato segnalato che in ufficio postale girano i bollettini con i vecchi importi da versare e non con la cifra corretta. Un altro? L’Istituto non ci mette al corrente delle novità via via varate. Le pagine web, dove dovremmo attingere notizie precise e istruzioni valide, vengono aggiornate con ritardo. La comunicazione non è efficace. Però siamo un punto di riferimento per le donne e ce lo riconosce lo stesso Istituto». Ulteriore freno alle sottoscrizioni: la penale applicata, se non si rispetta l’obbligo e sempre che si venga individuati e perseguiti, è risibile.

Premesso tutto questo, tiene a dire sempre la rappresentante della casalinghe, il giudizio sulla polizza resta positivo: «Le persone che si sono fatte male in casa, con conseguenze pesanti, benedicono la legge che ha introdotto questa assicurazione. Altrimenti non avrebbero avuto alcun indennizzo. E’ da lodare anche la previsione di una tantum per le invalidità di un certo tipo. La strada imboccata è buona, ma bisogna andare avanti e superare restrizioni e criticità».

Perché la polizza è poco conosciuta?

Per l’Inail parla il “padre della polizza”, Agatino Cariola, responsabile della Direzione centrale rapporto assicurativo. «Molte persone – conferma – non sono al corrente dell’assicurazione contro gli infortuni in casa oppure non sanno che è obbligatoria. In generale – aggiunge – non c’è ancora adeguata cultura assicurativa. Spesso manca la consapevolezza che in casa ci può fare male e con conseguenze pesanti e permanenti, in taluni casi. L’incidente è dietro l’angolo. Tante volte – ribadisce – non si pensa ai rischi che si possono correre tra le mura domestiche. E invece l’abitazione è in assoluto uno dei luoghi più pericolosi, l’incidente è dietro l’angolo. Per questo occorre far maturare la coscienza e la consapevolezza, oltre a veicolare informazioni chiare e indicazioni. La legge che ha introdotto la polizza – sottolinea – è nata per tutelare le attività domestiche, che sono forme di lavoro con la stessa dignità di tutte le altre. Gli indennizzi e le rendite previste sono un diritto, non una concessione dall’alto. Prima, in caso di incidenti di una certa gravità, c’era solo l’assistenza sanitaria e nella fase iniziale. Ora c’è la polizza, vengono erogati dei soldi. Il nostro sforzo è quello di far capire che con soli 24 euro ci si mette al sicuro. Se si comprende questo, il pagamento del premio diventata un atto spontaneo».

Quanto alle criticità e alle difficoltà, Cariola promette il massimo impegno. «Le procedure telematiche – spiega – riflettono le scelte dello Stato. Nella pubblica amministrazione va tutto in questa direzione. Noi ci dobbiamo adeguare, dando la massima disponibilità a chi ci contatta, lavorando per diffondere quella cultura cui accennavo prima. Chi è già iscritto – rassicura – non si deve preoccupare. Gli avvisi di pagamento vengono spediti a casa. Se si perdono, si possono scaricare dal nostro sito in modo semplice. Per aumentare l’informazione, compatibilmente con le risorse disponibili, ci affidiamo a campagne mirate, al portale, a iniziative specifiche e ai media, che possono darci una grossa mano».

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