Si chiama tagesmutter (in tedesco, vuol dire “mamma di giorno”) ed è una professionista che, con una formazione adeguata, usa casa sua per accudire bambini (al massimo 5) da 0 a 3 anni. Nel nord Europa questa figura esiste già dagli anni Sessanta, mentre da noi le prime esperienze si sono viste una quindicina di anni fa nella provincia di Trento.

Oggi suscita interesse in tutta Italia tanto che a Milano sta per partire un corso di formazione ad hoc. «Le donne hanno capito che fare la tagesmutter è un lavoro reale che cambia la vita perché permette di conciliare la maternità con il lavoro» spiega Paolo Stefanini, presidente della Fondazione Dalponte di Trento (fondazionedalponte. it) ed esperto di innovazione in ambito socio-educativo. «È la tages che sceglie quanti piccoli accogliere e in che orari, in modo tale da dosare tempi ed energie per prendersi cura anche dei propri figli».

Un vero reddito
«Se ci si prende cura di tre bambini per sei ore al giorno si guadagnano circa 1.100-1.200 euro netti al mese» prosegue l’esperto. «E le prospettive di impiego sono buone, vista la crescente domanda da parte di tante famiglie che cercano servizi a cui affidare i bimbi più piccoli».

I dati della Commissione europea confermano il trend positivo: in Italia solo il 25 per cento dei bambini frequenta un asilo nido. Attenzione però, questo non è un lavoro che si inventa da un giorno all’altro. Quella della tagesmutter è un’attività che viene sottoposta a controlli. Per occuparsi dei bambini serve un’adeguata formazione (ti spieghiamo tutto alla fine di questo articolo). E nelle storie di tre italiane che ce l’hanno fatta.

Elena Schettini, 37 anni, Maratea (PZ)
Insieme con i suoi due gemelli di 19 mesi, la mattina ospita in casa 5 bambini
Come ha iniziato «Lavoravo fuori Maratea, ma quando è nato il mio primo figlio, che oggi ha 6 anni, gli spostamenti sono diventati complicati. Poter lavorare in casa sarebbe stato l’ideale. Sono operatrice per l’infanzia e ho lavorato in un nido privato. Cercando idee su Internet su come mettere a frutto la mia preparazione ho trovato l’associazione Scarabocchiando a casa di… (scarabocchiando.info), che affianca le donne che vogliono accogliere tra le pareti domestiche dei bimbi. Ho superato la selezione e sono partita, raccogliendo in un mese un numero di richieste oltre ogni aspettativa».
La difficoltà «Serviva attrezzare la casa, ma investire denaro in un progetto nuovo, soprattutto al Sud Italia, mi sembrava azzardato». Come l’ha risolta «Ho comprato lo stretto indispensabile: culle da campeggio e seggioloni, poi mi sono rivolta al nido in cui avevo lavorato e ho chiesto giochi e altro materiale inutilizzato».

Silvana Bussolaro, 46 anni, Livorno
Ogni giorno, quando i figli di 4 e 6 anni vanno a scuola, in casa arrivano due bimbi da accudire
Come ha iniziato «Ho cominciato la mia attività quest’anno, ma il percorso per arrivare a fare la tagesmutter l’ho avviato quando, dopo la prima maternità (ho due figli di 6 e 4 anni), ho sperimentato quanto fosse difficile fare la mamma e lavorare. Accogliere dei bambini in casa e occuparsi dei propri come fanno le tages mi è sembrata un’occasione per conciliare lavoro e famiglia. Mi sono anche chiesta quante donne sono nella stessa mia situazione. Così ho deciso di fondare un’associazione, Tagesmutter Toscana Aps (tagesmuttertoscana.it), per aiutare altre mamme a diventarlo e riunirle in una rete di contatti».
La difficoltà «Trasmettere a chi non lo conosce il valore di questo servizio».
Come l’ha risolta «Per farci conoscere ho puntato sul passaparola dei genitori. Ora stiamo creando un accordo con la Cisl Toscana a tutela della retribuzione delle tages. Poiché non esiste una normativa nazionale di riferimento, per tariffe e questioni contrattuali ci si affida ai regolamenti regionali».

Mara Barretta, 47 anni, Monza
I suoi figli vanno già alle medie e lei sfrutta tempo e spazio per tenere 5 bambini
Come ha iniziato «Facevo l’impiegata, ma non mi sentivo realizzata. Un giorno ho visto la pubblicità di un corso per tagesmutter e ho scoperto che era proprio quello che stavo cercando: lavorare con i bambini e gestire il tempo con i miei figli. Così ho lasciato il posto che avevo con contratto a tempo indeterminato, mi sono iscritta al corso organizzato dalla cooperativa Baby 360 che mi ha aiutato ad avviare l’attività e ho subito cominciato a lavorare. La coop mi permette di confrontarmi con colleghe, pedagogisti e psicologi ai quali chiedo consigli e si occupa della mia contabilità e degli aspetti burocratici di questo mestiere».
La difficoltà «L’ambiente di lavoro è la casa dove abita la famiglia che potrebbe sentirsi “invasa”».
Come l’ha risolta «Nel mio appartamento ho stabilito confini precisi: uso il soggiorno, la cucina, il bagno, la stanza da letto per ospitare i bambini. Ma nella cameretta dei miei figli è vietato entrare».

COME SI DIVENTA TAGESMUTTER
Per diventare tagesmutter serve seguire un corso di formazione di 250 ore. Di queste 200 sono di teoria (pedagogia, psicologia, elementi di primo soccorso e sicurezza) e 50 di tirocinio pratico.
Alla fine occorre iscriversi all’albo dell’associazione nazionale Tagesmutter Domus che è riconosciuto dal ministero per lo Sviluppo economico.
La tagesmutter non è una libera professionista (non ha bisogno della partita Iva), ma ha un contratto di collaborazione con un ente no profit che si fa garante della qualità e della continuità della sua prestazione.
Sul fronte compensi, riceve dall’ente una cifra forfettaria in base a quanti bambini tiene e per quante ore. Nella legge nazionale che regola i servizi per l’infanzia non compare la tagesmutter: ogni Regione fa a sé. Il consiglio, quindi, è chiedere informazioni al proprio ente di riferimento.