La politica italiana è impantanata, alla ricerca di una maggioranza stabile. Ma questa situazione rischia di “far saltare” alcuni provvedimenti fondamentali per uscire dalla crisi economica causata dalla pandemia. Sono misure che puntano a sostenere le famiglie, il lavoro e le donne (secondo uno studio della Fondazione Leone Moressa, sono almeno 300.000 quelle che hanno perso il posto l’anno scorso). Ecco perché è importante che vengano realizzate. Qui spieghiamo quali sono.
Il 31 marzo scade il blocco dei licenziamenti
Il 31 marzo scadrà il blocco generalizzato dei licenziamenti. Le bozze che circolano a Palazzo Chigi parlano di una proroga breve, forse un altro mese. «Dopo sarà un bel problema, perché in poco tempo tante persone resteranno a piedi» spiega Pasquale Staropoli, giurista ed esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. «Le imprese non licenzieranno per divertimento, ma per un calo reale dei ricavi. Però il governo, al di là dei sussidi, non sembra aver in tasca progetti seri di riqualificazione e ricollocamento della forza lavoro su ampia scala». La situazione, insomma, rischia di peggiorare se non arriveranno provvedimenti ad hoc sul fronte dell’occupazione.
Sono 300.000 le donne che hanno perso il lavoro per la pandemia. La fine del blocco dei licenziamenti rischia di lasciarne a casa molte altre
Smart working e figli under 14
Sempre alla fine di marzo termina il diritto automatico al lavoro da casa per chi ha figli under 14. In assenza di proroghe, si tornerà alla normale legge 81-2017, che impone un accordo scritto tra impresa e dipendente. «Questo passaggio sarà critico solo con le scuole chiuse. Ma, in un clima di normalità, è un vantaggio. Meglio uno smart working regolato e flessibile che il lavoro obbligato a casa, vissuto da molti durante i lockdown» aggiunge l’esperto Pasquale Staropoli.
L’assegno unico alle famiglie
È attesa per luglio una delle novità più importanti in tema di welfare: l’assegno unico alle famiglie. Dovrebbe erogare fra i 50 e i 200 euro al mese per ogni figlio fino ai 21 anni, a seconda delle soglie Isee. Nel frattempo, varrà ancora il “bonus bebè”, ma si attende una rimodulazione degli importi. Ed è in arrivo un aiuto extra da 500 euro al mese per le donne disoccupate o monoreddito, con a carico figli disabili almeno al 60%. «Questi principi sono già legge e difficilmente saranno disattesi» continua Staropoli. «Ma per ciascuno servono i decreti attuativi e la crisi li sta bloccando».
I fondi per sostenere le aziende guidate da donne
Sono in arrivo anche 20 milioni nel 2021 e altri 20 nel 2022 per sostenere le aziende guidate da donne, con particolare riferimento a quelle tecnologiche. Le imprese femminili già attive in Italia sono circa 1,3 milioni. Ma anche qui, per capire i criteri di ripartizione serve un decreto del ministero per lo Sviluppo economico di concerto con l’Economia e la Famiglia, che ancora non è arrivato. Uno dei tanti fronti sui quali qualunque esecutivo uscirà da questa crisi di governo necessita di accelerare.