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Isee universitario: cos’è e perché farlo

Oltre all'Isee ordinario c'è anche l'Isee universitario: come si fa, quando, a cosa serve, a chi conviene

Sei alle prese con la scelta dell’Università? Allora, cercando informazioni su facoltà, tasse e agevolazioni, ti sarai imbattuto sicuramente nell’ “Isee università”, l’indicatore della situazione economica che gli Atenei richiedono agli studenti all’iscrizione.

È obbligatorio presentare l’Isee universitario?

Presentare l’Isee universitario non è obbligatorio, ma chi non lo fa viene inquadrato automaticamente nella fascia di reddito più alta, paga la retta per intero e perde la possibilità di accedere a diversi altri benefici. «Le Università si basano su questo dato per stabilire le fasce di reddito di riferimento e le rette annuali, per assegnare alloggi o buoni mensa, nonché per le borse di studio», spiega Mariangela Conti, del Caf Cisl Lombardia. «Come l’Isee ordinario, il documento fornisce un indicatore della situazione reddituale e patrimoniale della famiglia, ma tiene conto anche di altri fattori, anche se sempre riferiti al nucleo familiare dello studente».

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Isee universitario e Isee ordinario, che differenze ci sono?

Ma cos’ha di diverso l’Isee universitario rispetto all’Isee ordinario? E soprattutto, a chi conviene chiedere l’Isee universitario, anche se magari il suo Isee ordinario è già alto? Partiamo dall’inizio. «L’Isee universitario va chiesto assieme a quello ordinario, non può essere “indipendente”. Quando si compila la Dsu, il documento dell’Inps con cui si fa richiesta dell’attestazione ordinaria, si compila contemporaneamente un altro modulo, in cui si inserisce il codice fiscale dello studente interessato e si indica la situazione dei suoi genitori, per esempio se sono presenti entrambi nel nucleo familiare oppure no», dice l’esperta. «Chi ha già l’Isee ordinario deve invece fare una nuova domanda, per compilare questo modulo».

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Se i genitori sono separati l’Isee conviene di più?

In molti casi i valori dell’Isee ordinario e dell’Isee universitario coincidono. Ma la situazione cambia se i genitori sono separati o divorziati, oppure uno vive fuori dal nucleo familiare. In alcuni casi, infatti, i redditi del genitore non convivente non vengono conteggiati, facendo variare di molto l’indice. «Per esempio, se c’è una sentenza di divorzio ed è stato stabilito l’assegno di mantenimento, l’Isee viene compilato considerando solo redditi e patrimoni del genitore che vive con lo studente, e che percepisce l’assegno. Lo stesso accade in linea di massima se un genitore ha altri figli ed è risposato, anche se le valutazioni vanno fatte sempre caso per caso», chiarisce l’esperta del Caf. «Ovviamente il valore dell’Isee sale se il genitore che viene conteggiato nel nucleo possiede redditi o proprietà, ma potrebbe essere vantaggioso se è senza reddito»

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Se lo studente vive fuori casa l’Isee conviene di più?

A condizionare l’Indice Isee è anche la situazione dello studente. Se ha la residenza fuori casa e un reddito proprio di almeno 6.500 euro all’anno, l’Isee università non conteggia i dati del resto della famiglia, e i giovani studenti lavoratori sono quindi automaticamente avvantaggiati. «A determinate condizioni, però», avverte Mariangela Conti. «La residenza dello studente deve essere fuori dal nucleo di origine da almeno due anni, e questi deve abitare in una casa non di proprietà della famiglia di origine. Anche sul reddito, si fa riferimento ai due anni precedenti. Chi ha bisogno del documento quest’anno deve indicare i dati del 2020».

Quando va consegnato l’Isee universitario?

Ogni Ateneo ha le sue scadenze, di solito gli iscritti ricevono un alert o un avviso via email o via sms. «Non è però necessario portare l’attestazione alla segreteria, come accadeva in passato, perché l’Università prende direttamente le informazioni che occorrono dal database dell’Inps. L’importante è avere fatto la certificazione nei tempi previsti. E chi si iscrive per il primo anno? «Tanti Atenei aprono alcune domande nei mesi estivi, e specie chi vuole richiedere la borsa studio farebbe bene già a prepararsi. Inoltre, anche se l’Isee ordinario è alto, vale sempre la pena fare quello universitario perché i parametri per concedere agevolazioni sulla retta , buoni mensa o borse di studio, sono generalmente molto più alti rispetto a quelli dei vari bonus e aiuti statali», suggerisce Mariangela Conti

Dove si chiede l’Isee universitario?

Per avere l’attestazione dell’Isee universitario ci si può rivolgere a qualsiasi Caf in Italia – il servizio è gratuito. Chi ha lo Spid o altre credenziali per accedere ai servizi online dell’Inps, può compilare la Dsu anche online, e accedere anche alla Dsu precompilata.

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