Reddito di cittadinanza: forse ti spetta e non lo sai

Parte il progetto “Inps per tutti”, per dare bonus e misure di sostegno, come il reddito e la pensione di cittadinanza, a chi ne ha diritto ma non lo sa

Li chiamano “invisibili” o cittadini “burocraticamente esclusi”. Sono le donne e gli uomini più fragili e vulnerabili – persone anziane e sole, poveri, emarginati, malati – che sulla carta hanno diritto a percepire bonus e misure di sostegno, ma non lo sanno. Oppure non possono o non riescono ad accedere agli sportelli dell’Inps o non hanno gli strumenti per utilizzare i servizi online dell’Istituto. Per loro, in cinque città metropolitane, sta per scattare un progetto sperimentale. Un percorso al contrario, per accorciare le distanze. Sarà l’Inps ad andare cercare i potenziali utenti tagliati fuori, non viceversa. Affiancati da partner istituzionali e da volontari e associazioni, uscendo dagli uffici, gli operatori dell’Istituto raggiungeranno i potenziali destinatari di benefit e prestazioni e garantiranno loro informazioni, supporto e obbiettivi concreti: l’avvio delle pratiche per l’erogazione di reddito e pensione di cittadinanza, indennità di disoccupazione, assegno sociale, invalidità civile e via elencando.

Chi non accede ai propri diritti e perché

Il progetto è sperimentale e si chiama “Inps per tutti”. Parte il 9 ottobre nella città-pilota individuate per il rodaggio: Roma, Milano, Napoli, Bologna e Torino. “L’Istituto – viene spiegato con un messaggio ad hoc, nelle pagine web ufficiali (inps.it) – da diversi anni cerca di differenziare l’offerta di servizi ai cittadini e di anticiparne le istanze. Quest’iniziativa nasce dalla volontà di rendere effettive, concrete ed esigibili le prestazioni esistenti. L’esperienza dimostra che gli strumenti disponibili spesso non raggiungono proprio i soggetti che ne hanno più bisogno, i ‘burocraticamente esclusi’, e coloro che sono in difficoltà per condizioni particolari, per il digital divide o per una esistenza ai margini: persone in povertà assoluta, senza tetto o senza fissa dimora, abitanti di comuni distanti dagli uffici territoriali, utenti non consapevoli dei propri diritti. Come detto, non saranno le persone a cercare l’Inps, ma al contrario”.

Si lavorerà in rete, in sinergia con i servizi sociali delle amministrazioni comunali e con il terzo settore, le associazione di assistenza, i volontari. “Con l’Anci, con i comuni e con le organizzatori caritatevoli – per dare uniformità e metodo agli interventi – sono previste collaborazioni specifiche, formalizzate attraverso la stipula di protocolli e accordi quadro. L’obiettivo comune? Rimuovere gli ostacoli, anche burocratici, che impediscono o ritardano l’accesso alle prestazioni di contrasto della povertà e consentire la piena tutela dei bisogni sociali ed economici del singolo e delle famiglie”.

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Unità mobili e gazebo in stazioni e mense

I potenziali beneficiari del reddito di cittadinanza e di altre misure di sostegno – traducendo in pratica le dichiarazioni di intenti – “saranno intercettati direttamente nei luoghi in cui sono soliti ritrovarsi, come le mense, le stazioni, i terminal degli autobus”. Verranno messe e diposizione unità mobili attrezzate o si allestiranno gazebi e sportelli, schierando squadre miste di addetti (personale dell’istituto e delle altre realtà coinvolte), addestrati per i nuovi compiti. Ai potenziali fruitori di bonus e agevolazioni saranno somministrati questionari dinamici. In questo modo da mettere a fuoco le caratteristiche soggettive e i bisogni, verificare se e quali aiuti spettano e avviare le procedure per l’assegnazione.

Accordi e sinergie con comuni e no profit

Non si parte da zero, non ovunque. “Il comune di Milano, per esempio, lavora insieme all’Inps sin dal 2017, in forza di un protocollo che stabilisce l’attivazione di punti di consulenza presso i municipi decentrati e in altri spazi comunali destinati al contatto con i cittadini”. Nel capoluogo lombardo c’è già uno sportello dedicato, in zona Quarenghi-Lampugnano. Il 9 ottobre ne verranno attivati altri due, nel piano del progetto sulla rampa di lancio. Uno sarà dentro il Centro aiuto della Stazione Centrale, l’altro nel dormitorio comunale di viale Ortles intitolato a Enzo Iannacci.

Dove trovare le informazioni

Ma come verranno informati i destinatari del nuovo servizio sperimentale? “Tempestivamente – scrive l’Istituto – saranno comunicati i luoghi e gli orari settimanali nei quali verrà garantita la presenza degli operatori dell’Inps e di quelli di comuni e associazioni aderenti all’iniziativa”. Nei luoghi di ritrovo dalle persone da raggiungere spunteranno cartelloni e manifesti, così come sugli autobus di linea. Sono in arrivo anche spot radiofonici e da veicolare su internet, video nelle stazioni del metrò e depliant. Sul portale dell’Inps – difficilmente alla portata dei ‘burocraticamente esclusi’ – si possono trovare altre informazioni di base e la modulistica per aderire al progetto (sempre in inps.it, dove digitare nel motore di ricerca interno 3449, il numero del messaggio con cui l’Istituto annuncia e spiega l’operazione).

Operazione a costo zero?

Funzionerà? Che costi si prevedono? Quanti utenti si ipotizza di agganciare? Non è dato sapere quale sia il budget disponibile, quanto durerà la sperimentazione, quanto personale Inps sarà utilizzato e quanti contatti si prevedono. Alla sede centrale dell’Inps non si trova nessuno disposto a dare chiarimenti a voce, in tempo reale. Per l’attuazione dei protocolli sottoscritti dagli attori in campo, questo invece è noto e messo per iscritto, “non sono previsti oneri per le parti”.

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