Ashtanga yoga

Ashtanga Yoga: la pratica yoga che porta alla pace interiore

Scopriamo cos'è, le origini e i benefici dell'Ashtanga yoga e perché, se praticato regolarmente, porti a uno stato di calma e rilassatezza mentale come fisica.

Cos’è l’ashtanga yoga

L’ashtanga è un tipo di yoga piuttosto dinamico ma ben diverso dagli altri a cui siamo abituate, questo perché si basa su sequenze fisse di posizioni. A differenza di molti altri stili di yoga come vinyasa o hatha, una lezione di ashtanga non è impostata dall’insegnante ma segue quindi uno schema. 

Esistono diverse serie di ashtanga: dalla prima – la più praticata e la più semplice – si può arrivare alla sesta, estremamente complessa. Per praticare la seconda serie è d’obbligo saper padroneggiare la prima, ossia riuscire a compiere al meglio tutte le posizioni incluse nella prima sequenza. Per farti un’idea, conta che in pochi riescono ad arrivare alla terza serie!

L’ashtanga yoga si basa su 3 aspetti: posizioni, respiro e sguardo (Asana, Pranayama e Drishti). Perché piace così tanto? Proprio perché chi lo pratica sa già cosa lo aspetta, con il tempo si impara la sequenza e la sua pratica diventa sempre più fluida e armoniosa.

Origini dello yoga ashtanga

L’ashtanga è stato creato da Pattabhi Jois nel ventesimo secolo, dagli insegnamenti del suo maestro Krishnamacharya. Entrambi sono due figure molto importanti nella storia dello yoga, perché hanno posto le basi per quello che è lo yoga moderno e i loro insegnamenti hanno aiutato alla diffusione dello yoga in tutto il mondo. 

Pattabhi Jois ha il merito di essersi recato in America e aver esportato la pratica in Occidente, insieme ad altri allievi di Krishnamacharya come Iyengar. Inizialmente l’insegnamento era rivolto solo agli studenti indiani, proprio perché restava circoscritto localmente, ma per una pura coincidenza negli anni ’60 i primi Europei iniziano a seguire le lezioni del maestro e con il tempo portano altri occidentali a seguirlo.

Quali sono i benefici dell’ashtanga yoga?

Innanzitutto l’ashtanga permette di raggiungere uno stato di rilassatezza e calma: imparando la sequenza, la pratica diventa quasi automatica, non c’è bisogno di controllare le posizioni e di stare attento a quello che dice o fa l’insegnante. Un tipo di pratica ashtanga è infatti il Mysore, praticato in totale autonomia dall’insegnante, che eventualmente aiuta con qualche piccolo aggiustamento nelle posizioni ma non da alcuna indicazione.

Ma la pratica regolare di questo tipo di yoga è considerato virtuoso anche per altri benefici in particolare per il rafforzamento del corpo e l’aumento della flessibilità. Le posizioni incluse nelle sequenze, infatti, riguardano tutto il corpo e creano un bilanciamento tra l’uso della forza, lo sviluppo dell’equilibrio e l’allungamento. Per questo, può essere particolarmente indicato per problemi alla schiena o al collo.

Come si svolge la pratica ashtanga

Come dicevamo prima, la sequenza è fissa per tutte le serie. L’unica differenza che potete trovare tra una pratica e l’altra riguarda possibili “tagli” di parte della sequenza che possono essere temporaneamente eliminate sia per questioni di durata della lezione sia per comprovata difficoltà delle posizioni. Questo anche perché se praticata per intero la sequenza dura quasi 2 ore.

Si inizia con i saluti al sole: 5 ripetizioni dei saluto al sole A e 5 ripetizioni del saluto al sole B. Successivamente, la prima serie prevede una sequenza di posizioni in piedi, una di posizioni sedute, le inversioni e le posizioni sulla schiena.

Qual è la cosa più importante della pratica ashtanga? Come in tutte le lezioni di yoga, il respiro! Ogni posizione è accompagnata dal respiro ed è molto importante seguire le indicazioni di inspirazione ed espirazione sia per non andare in affanno sia per rendere i movimenti fluidi e consapevoli. Infine, come già accennato, durante la sequenza ogni posizione da indicazioni anche sui movimenti dello sguardo, che si può focalizzare su 9 punti diversi: sul naso, sul punto tra le sopracciglia, sulle mani, sui piedi, a destra, a sinistra, sull’ombelico o sul pollice.

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