Alberto Pellai, psicologo e autore di una delle 3 sezioni del libro Parlare di Isis ai bambini, consiglia come farlo.
![Per aiutare genitori e insegnanti è appena arrivato in libreria il saggio Parlare di Isis ai bambin](https://www.donnamoderna.com/content/uploads/2016/04/4331639-modulo-foto-terrorismo-spiegato-a-bambini-700x545.jpg)
Per aiutare genitori e insegnanti è appena arrivato in libreria il saggio Parlare di Isis ai bambini (Centro Studi Erickson).
![Riconverti le notizie](https://www.donnamoderna.com/content/uploads/2016/04/4331634-Riconverti-le-notizie-725x545.jpg)
Rassicura il bambino spiegando che ciò che ha visto non accade in ogni luogo e in ogni momento e che i fatti avvenuti sono sì terribili ma rari. «Si può dire che, come i bulli a scuola pensano di poter affermare il proprio punto di vista con la prepotenza o addirittura con la violenza, lo stesso cercano di fare i terroristi dell’Isis» spiega lo psicologo. «Cerca di sottolineare che, nonostante quello che è accaduto, il mondo non è un posto pericoloso».
Parlando di Islam spiega come nella classe o nella scuola ci siano compagni di religione diversa con cui si convive pacificamente tutti i giorni, per cui la diversità delle credenze non può essere la vera ragione alla base delle violenza.
![Parla con gli insegnanti](https://www.donnamoderna.com/content/uploads/2016/04/4331633-Parla-con-gli-insegnanti-725x545.jpg)
Prima di raccontare ai più piccoli che cos’è l’Isis, trova le parole per farlo. Chiarisciti le idee su cosa sia lo Stato Islamico, su cosa anima i kamikaze. Nel saggio appena uscito 2 sezioni sono dedicate proprio alle ricostruzioni storiche e alle motivazioni religiose di questa nuova “guerra”.
Crea un’alleanza con gli insegnanti così da dare una informazione unica al bambino, il più possibile aderente alla realtà e adeguata alla sua età.
![Condividi piccoli gesti](https://www.donnamoderna.com/content/uploads/2016/04/4331635-Condividi-piccoli-gesti-725x545.jpg)
Per sentirsi meno impotenti i bambini hanno bisogno di rituali simbolici che diano sicurezza. «Accendete una candela o scrivete una lettera al sindaco della città dove si è verificato il fatto tragico» dice lo psicologo.